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Claudio Ranieri durante Cagliari-Parma | Foto Luigi Canu

L’Analisi di Cagliari-Parma | Una rimonta epica nata dalle difficoltà

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È una rimonta storica quella che ha permesso al Cagliari di vincere 3-2 contro il Parma nell’andata delle semifinali dei playoff. È un compito difficile e per certi versi superfluo analizzare una partita conclusasi in maniera così rocambolesca ed emozionante, il classico esempio che aiuta a capire che la tattica è certamente fondamentale, ma non è tutto. Ad ogni modo, è sempre il caso di analizzare dove ha trovato difficoltà il Cagliari, che cosa deve migliorare in vista del ritorno e quali sono state le soluzioni che hanno permesso la rimonta (spoiler: c’entra Zito Luvumbo).

Quante difficoltà nel primo tempo

Ranieri per una partita così delicata e importante ha deciso di affidarsi ai suoi veterani, schierando dal primo minuto Rog e Pavoletti. La scelta non ha affatto pagato: il croato è sembrato fin dall’inizio in grossa difficoltà sul piano atletico, mentre il centravanti toscano ha ulteriormente confermato i dubbi sulle possibilità di vederlo dal primo minuto assieme a Lapadula, specialmente se uno dei due dev’essere relegato a un ruolo quasi da trequartista che non è affatto nelle loro corde.

Andando più nello specifico, dal punto di vista tattico la partita si è svolta in maniera piuttosto fedele a quanto anticipato nella preview. Contro il 4-2-3-1 in costruzione del Parma, il Cagliari si schierava con un 4-3-2-1 che vedeva Pavoletti e Mancosu a uomo sui mediani Bernabé ed Estevez, Lapadula a fare la spola tra i due centrali orientando la pressione su un lato, mentre Nandez e Rog partivano da una posizione centrale per poi uscire sui terzini avversari.

Una strategia che aveva funzionato nel primo tempo della sfida di ritorno di campionato, ma che ieri ha incontrato diversi problemi specialmente per la grande fluidità del Parma sulla trequarti che non dava punti di riferimento ai difendenti rossoblù. Oltre Sohm, protagonista con un assist e un bel gol, il grattacapo principale è stato Franco Vasquez. El Mudo era ovunque. Le difficoltà maggiori le creava quando si allargava sull’esterno, perché in costruzione il Parma teneva i terzini molto bassi per allungare le distanze tra Rog, Nandez e il resto della squadra, ed è proprio alle loro spalle che si muoveva l’ex Palermo per ricevere il pallone, creando diverse indecisioni ad Azzi e Makoumbou che non sapevano se stare in posizione per seguire il proprio uomo (Zanimacchia e Sohm) o se uscire sull’italo-argentino. Entrambi i gol del Parma nascono da una ricezione laterale di Vasquez, combinata a una certa frettolosità che ha contraddistinto il primo tempo del Cagliari. Ogni volta che i rossoblù riuscivano a recuperare il pallone nella metà campo avversaria si alzavano in contemporanea cinque, sei o sette uomini per accompagnare l’azione, rischiando di sbilanciare tantissimo la squadra com’è infatti successo.

Andando per ordine, il primo gol nasce in questo modo: il Cagliari approfitta di un’indecisione in fase di costruzione del Parma per rubare palla e attaccare l’area con i due centravanti, Mancosu e le due mezzali. I Ducali però riescono a riconquistare immediatamente il pallone; la squadra di Ranieri è quindi estremamente sbilanciata. Vasquez si allarga sulla destra per ricevere in completa libertà il pallone, attirando l’uomo più vicino a lui, Makoumbou. Sohm allora dalla posizione di punta viene incontro alle spalle del congolese e riceve il pallone sfruttando la scelta di Dossena (e in generale dei due centrali rossoblù in ogni azione della partita) di non rompere la linea. I rossoblù collassano centralmente e i ducali trovano campo sulla sinistra con Coulibaly. Da quel momento in poi c’è ben poco da analizzare, lo scambio a tre che porta al gol di Benedyczak è semplicemente stupendo.

Dopo il gol dello 0-1 il Cagliari ha provato ad alzare la pressione. Pavoletti, infatti, non stava più a uomo su Bernabé ma usciva sul difensore centrale Osorio. Se il Parma stava dominando la partita in mezzo al campo prima, togliere Pavoletti dalla trequarti ha facilitato ulteriormente il lavoro ai ragazzi di Pecchia.

Il gol dello 0-2 nasce proprio da una pressione molto alta del centravanti toscano, accompagnato da Makoumbou alto sul mediano Estevez. Osorio serve Del Prato, Rog esce in ritardo. Vasquez si allarga ancora una volta alle spalle del croato, ma stavolta è bravo Azzi ad anticiparlo con i tempi giusti. Sfortunatamente però dopo il rimpallo il pallone torna tra i piedi del terzino del Parma, il quale può adesso servire il suo numero 10 totalmente libero. Il Cagliari è ancora una volta molto sbilanciato in mezzo al campo e i centrocampisti fanno parecchia fatica a rientrare. Estevez conduce per diversi metri, bel taglio centrale di Benedyczak che libera spazio sulla sinistra per Sohm che realizza il gol.

I problemi del Cagliari non sono derivati solo dalla fase di non possesso, ma anche da quella di possesso. Pecchia, ovviamente, ha rivisto la gara di aprile e ha fatto alcuni aggiustamenti importanti. Non più pressione alta con punta e trequartista sui due centrali e uno dei mediani su Makoumbou, ma lavoro alternato tra Vasquez e Sohm: uno sul centrale in zona palla, l’altro sul regista rossoblù.

In questo modo il Cagliari non riusciva a trovare sbocchi centrali e la costruzione veniva lasciata a Dossena e Altare, i quali cercavano con insistenza il pallone lungo verso Azzi e Zappa in maniera sempre troppo imprecisa.

Il Cagliari è apparso in generale molto impreciso, nervoso e troppo frettoloso nello sviluppare le azioni. Qualcuno potrebbe dire (non a torto) che il Parma ha segnato sugli unici due tiri in porta del primo tempo, ma va considerato il contesto, il risultato e il vantaggio derivante dal miglior piazzamento che concedevano a Pecchia e ai suoi il lusso di fare una partita più d’attesa senza premere troppo sull’acceleratore. Ciononostante, ancora prima del raddoppio di Sohm, i ducali erano andati vicini al gol con un sinistro dentro l’area di Vasquez sul primo palo, e al 29’ ancora una volta lo svizzero stava per punire un’indecisione di Dossena. Insomma, al di là del brutto primo tempo e delle difficoltà dei rossoblù, il Parma ha dimostrato di essere una squadra di alto livello soprattutto dalla metà campo in su.

I cambi nel secondo tempo

All’intervallo sia Pecchia che Ranieri hanno optato per due sostituzioni: dentro Chichizola per Buffon (infortunato) e Juric per Estevez (ammonito) da una parte, Deiola e Luvumbo per Rog e Pavoletti dall’altra. Il Cagliari è passato a una sorta di 4-1-4-1 con Deiola in mediana, Makoumbou e Mancosu (poi Viola) mezzali, Luvumbo e Nandez sulle fasce. Le differenze principali sono state quelle in fase di non possesso con un approccio più aggressivo e dei riferimenti a uomo precisi. Lapadula faceva lo stesso lavoro del primo tempo, Mancosu e Makoumbou sui mediani, Nandez e Luvumbo partivano alti fin da subito per pressare il terzino avversario.

La soluzione più efficace è stata quella però di mettere Deiola a uomo quasi a tutto campo su Vasquez. Una scelta rischiosa perché comportava ancora maggiore libertà per Sohm. La differenza stava però nella determinazione e nella chiarezza del compito che spettava al numero 14 rossoblù. Makoumbou in quella posizione nel primo tempo non sapeva mai se accorciare su Vasquez o se stare sullo svizzero, Deiola invece stava attaccato al numero 10 a prescindere, non permettendogli di girarsi e di servire il compagno.

In fase offensiva in realtà non è cambiato poi tanto. Fino al 65′ ci sono state poche indicazioni positive. Ancora tanta fretta con il pallone e cross alla cieca senza riempire ottimamente l’area. Due minuti prima del gol dell’1-2 però Ranieri ha optato per un cambio quasi impercettibile che ha avuto poi un peso enorme per gli esiti della partita. Nandez per quasi tutta la partita riceveva largo a destra e veniva preso dal terzino sinistro Coulibaly, mentre i due centrali potevano stare stretti su Lapadula.

Proprio al 65’ c’è stata però un’azione particolare. Dossena come sempre libero di impostare tenta il pallone lungo verso Zappa, ancora una volta impreciso. In questo caso la scelta però era giusta: Nandez aveva stretto la sua posizione nel mezzo spazio destro al fianco di Lapadula (stessa cosa Luvumbo sulla sinistra) costringendo Coulibaly a rimanere molto stretto e lasciando libero Zappa in ampiezza.

Due minuti dopo arriva il gol dell’1-2. La struttura offensiva del Cagliari è la stessa, stavolta Coulibaly però esce sul terzino rossoblù per paura che possa ricevere liberamente. Nandez allora lo attacca alle spalle costringendo il centrale Cobbaut ad allargarsi parecchio per seguirlo. L’uruguaiano sfrutta l’indecisione del difensore belga e vince il suo duello. Il terzino destro Del Prato è quindi costretto a stringere la sua posizione per mantenere il due contro uno su Lapadula in mezzo all’area, lasciando così Luvumbo libero sul lato debole. Solito bel cross di Nandez e tiro al volo perfetto dell’angolano con il piede meno delicato.

Da questo momento in poi c’è ben poco di tattico. Il Cagliari vola per il campo spinto dal suo pubblico mentre il Parma si impaurisce e abbassa troppo il baricentro. Luvumbo ancora grande protagonista dell’incontro riesce prima a guadagnarsi un rigore da giocatore esperto quale non dovrebbe essere, poi per poco non fa crollare l’Unipol Domus con un gol da cineteca che rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi rossoblù a prescindere da come finirà questa stagione.

Il ritorno al Tardini è programmato per sabato 3 maggio alle 20.30. I rossoblù hanno capovolto la situazione e hanno due risultati su tre per qualificarsi in finale, ma questo non dev’essere un vantaggio su cui cullarsi. Servirà lo stesso atteggiamento visto nel primo tempo contro il Venezia.

Marco Lai

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