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Esultanza di Zappa e LApadula in Cagliari-Ascoli

L’Analisi | Cagliari, il 4-0 alla Reggina simbolo di conferme tattiche e crescita

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Se i quattro gol segnati all’Ascoli potevano sembrare un caso isolato, la vittoria del Cagliari per 0-4 in casa di una concorrente diretta per i playoff come la Reggina testimonia la ritrovata verve offensiva di una squadra che ha finalmente cambiato marcia. Le scelte di Ranieri ancora una volta mostrano la volontà di far male agli avversari in avanti, con una vittoria senza dubbio meritata. Il risultato finale, però, appare un po’ pesante per la squadra di Inzaghi che era comunque riuscita a trovare alcune soluzioni per far male alla retroguardia rossoblù.

Approccio offensivo e l’importanza di Prelec

Ranieri ha scelto di confermare il modulo che tanto bene aveva fatto nel secondo tempo contro l’Ascoli: 4-3-1-2 con due terzini dalla grande propensione offensiva come Zappa e soprattutto Azzi, Obert da difensore centrale al fianco di Dossena per aumentare la qualità della costruzione, centrocampo a tre con Nández, Makoumbou e Lella, Mancosu da trequartista alle spalle di Prelec e Lapadula. Contro il 4-3-3 della Reggina i riferimenti in prima pressione erano chiari: le due punte sui due centrali difensivi avversari, Mancosu su Crisetig, le mezzali sulle mezzali. Quando gli amaranto costruivano sulla destra servendo Pierozzi, Lella si alzava su di lui abbandonando temporaneamente Fabbian e non lasciando la linea di passaggio diretta verso Canotto, rimasto isolato contro Azzi. Sul lato opposto invece Ranieri ha proposto una soluzione interessante chiedendo a Prelec di allargarsi sul terzino sinistro Di Chiara, così da formare un 4-4-2 e far sì che sia Zappa che Nández potessero restare con i loro rispettivi uomini. Lo sloveno non si è fatto notare tanto in fase offensiva, ma la voglia di sacrificarsi per dare copertura sull’esterno merita di essere citata. Con il suo lavoro, infatti, ha permesso ai suoi di non soffrire sulla catena laterale di sinistra, lato dal quale la squadra di Inzaghi crea normalmente più pericoli.

La superiorità a centrocampo

Se il Cagliari è riuscito a vincere la partita gran parte dei meriti sono da ricercare nella superiorità avuta a centrocampo, in particolare grazie a Makoumbou e Mancosu. La Reggina ha fatto molta fatica nell’andare a prendere i due centrocampisti rossoblù, facendo sì che uno dei due fosse sempre libero. In prima costruzione la squadra di Ranieri si schierava con un 4+1 coraggioso che vedeva Zappa e Azzi sin da inizio azione molto alti e larghi. Contestualmente Dossena e Obert giocavano distanti tra loro e questa struttura così ampia creava dei problemi alla prima pressione degli amaranto. Questo perché, nel tentativo di salire sui portatori di palla del Cagliari, la Reggina lasciava sempre scoperta la linea di passaggio verso Makoumbou. Il congolese poteva ricevere con estrema libertà perché Mancosu, Nández e Lella alzavano da subito la propria posizione in zona di rifinitura e non permettevano ai diretti avversari di scalare sul regista di Ranieri. Inzaghi avrebbe forse potuto tenere Menez più arretrato per schermare il numero 29 rossoblù, ma il francese fatica in fase difensiva ed era già impegnato nel lavoro sui due centrali Obert e Dossena.

Nelle situazioni in cui la squadra di casa cercava di portare un uomo su Makoumbou, la scelta è ricaduta sulla mezzala sinistra Majer che, uscendo dalla linea per andare sul regista, abbandonava la marcatura di Nández con il conseguente spostamento di Crisetig sul lato dell’uruguaiano. Il Cagliari, però, riusciva comunque ad avere la superiorità numerica (4 vs 3) a centrocampo grazie a Mancosu, il quale poteva muoversi con assoluta libertà su tutta la trequarti per farsi trovare dai compagni. Specialmente da Obert, abile per natura a rompere le linee avversarie con le verticalizzazioni. Da quelle ricezioni dietro il centrocampo reggino il trequartista sardo riusciva spesso a creare dei pericoli, soprattutto sul lato sinistro quando poteva triangolare con Azzi e Lella, portando fuori un difensore avversario e creando le condizioni per un cross pericoloso per le due punte come avvenuto nel caso dello 0-1.

Fabbian, pericolo numero uno

Come analizzato nella preview della sfida del Granillo, il Cagliari doveva prestare attenzione soprattutto a Fabbian, centrocampista dotato di ottimi tempi di inserimento e autore di ben 8 gol in campionato. Il giocatore scuola Inter è capace di trovare lo spazio giusto per colpire anche quando ben marcato, in più la proposta offensiva di Ranieri con una linea a quattro – e Azzi da terzino – ha reso ancora più facile il compito al classe 2003 che ha trovato modo di rendersi molto pericoloso in diverse occasioni. Dossena e Obert in queste situazioni venivano attirati dalla posizione centrale di Menez, con Azzi che si trovava sempre a metà tra Canotto alle sue spalle e Fabbian davanti a lui. L’esterno brasiliano, com’è noto, deve ancora affinare capacità e letture difensive, a maggior ragione contro un avversario di difficile gestione in assoluto. Spesso Ranieri chiedeva a Lella di seguire Fabbian dentro l’area e la prestazione del pugliese, dopo molte difficoltà iniziali, è andata in crescendo. Spesso in ritardo nella prima parte di gara, con il passare dei minuti ha capito maggiormente il compito da eseguire, pur se la sua poca abitudine a scivolare verso la retroguardia – e le grandi capacità dell’avversario – lo portavano a perdere il duello individuale, permettendo al centrocampista scuola Inter di colpire indisturbato. Nel secondo tempo, complice anche il cambio modulo di Inzaghi che ha abbassato la posizione del suo giocatore più pericoloso, Lella è riuscito a trovare le contromisure.

Nel secondo tempo Inzaghi ha provato ad alzare il baricentro e a schierare una squadra più offensiva inserendo due punte di peso come Strelec e Gori, ma per il Cagliari più che di un problema ulteriore si è trattato di una soluzione. I rossoblù hanno infatti concesso meno rispetto alla prima frazione, pur mantenendo la stessa struttura per tutta la partita e senza il bisogno di ricorrere a un centrale in più per difendere meglio l’area. Ancora prima del quarto gol nel finale di Zappa (seconda rete consecutiva), già il rigore realizzato da Mancosu al 63’ aveva decretato ufficiosamente la fine della partita. Coraggio, decisione, cinismo e un pizzico di fortuna che non guasta mai: tutte qualità che, abbinate a una mentalità propositiva, hanno permesso al Cagliari di Ranieri di meritare la vittoria al di là del punteggio ampio. Qualità che, se acquisite e confermate, saranno fondamentali nell’ultima parte di stagione per raggiungere i playoff e per provare a centrare la promozione in Serie A.

Marco Lai

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