L’effetto Semplici sembra essere già passato. Sette punti nelle prime tre gare seguiti da due sconfitte bianconere sia per le maglie delle avversarie, Juventus e Spezia, sia per quel colore scuro che è apparso nelle prestazioni della squadra.
Questione di attenzione – Difficile pensare che il Cagliari, data anche la posizione di classifica, possa essersi imborghesito dopo l’inizio fulmineo di Semplici in panchina. È però evidente che attenzione e sostegno reciproco visti contro il Bologna, per fare un esempio, siano iniziati a mancare dal momento in cui la squadra passò in vantaggio a Genova contro la Sampdoria.
Il gol del vantaggio spezzino nasce infatti da una palla lunga per Pavoletti, mantra del Cagliari finché è rimasto in campo il centravanti livornese. Il numero 30 perde il duello aereo, ma è la preparazione a questa possibilità l’aspetto nel quale mancano i giocatori rossoblù (per l’occasione in maglia gialla). Il numero 8 dello Spezia, Ricci, è infatti solo in mezzo al campo e pronto a raccogliere la seconda palla. Manca, in sostanza, quella marcatura preventiva che Semplici ha sottolineato come l’errore principale già nella sfida persa contro la Juventus.
Reattività – Si può perdere di vista l’avversario e sbagliare un posizionamento, ma quello che non dovrebbe mancare è la possibilità di rimediare, con sacrificio e abnegazione, all’errore del compagno o della squadra tutta.
Ricci è infatti libero, ma non è lui ad attaccare la palla che esce dal duello aereo perso da Pavoletti. Pobega, marcato a vista da Marin, è nettamente più veloce del romeno nel capire l’evoluzione dell’azione. Ed è proprio lui ad anticipare sia il centrocampista rossoblù sia quel Duncan colpevole di essere troppo basso su una situazione nella quale sarebbe stato doveroso accorciare. Pobega è fortunato nel tocco verso Gyasi – la palla schizza in maniera anomala, ma è sicuramente un errore quello successivo di Klavan che cicca il pallone nel tentativo di rinvio.
Inferiorità – Il gol del vantaggio ligure è una sorta di esempio che racchiude tutti i problemi del Cagliari nella prima parte della seconda frazione. Difficoltà nelle seconde palle, marcature preventive assenti, inferiorità numerica che si viene a creare per la difesa costretta a operare delle scelte che si rivelano, spesso, errate.
Nelle immagini proposte è evidente il ritardo di Nández nel coprire l’incursione di Farias sul lato opposto rispetto a Gyasi. Questo ritardo porta Rugani, centrale che dovrebbe occuparsi di Piccoli, a rimanere a metà tra il centravanti spezzino e l’esterno ex di giornata. Rugani si trova a dover effettuare una scelta tra porre maggiore attenzione su Farias o, al contrario, accorciare su Piccoli. Delle due il centrale rossoblù sceglie di rimanere a metà nella speranza di poter coprire all’occorrenza entrambi i pericoli avversari. Invece Piccoli resta libero di colpire e Cragno non può nulla sulla conclusione del centravanti.
Ahi Nahitan – Nández nella sconfitta del Picco è stato sicuramente uno dei giocatori più sottotono al pari di Klavan e degli altri compagni di mediana – escluso Marin. Sul secondo gol bianconero è lui che perde un pallone sulla propria trequarti nel tentativo di uscire palla al piede senza buttare la sfera. Farsi soffiare la sfera con la squadra in uscita è però troppo pericoloso e infatti arriva il raddoppio firmato da Maggiore.
Quando Bastoni si appresta a effettuare il cross è chiara la situazione di difficoltà di una difesa rimasta sorpresa dalla palla persa da Nández. Giocatori statici, ma soprattutto il duo Godín – Klavan che deve fronteggiare ben quattro avversari. Il difensore estone si trova nella medesima situazione nella quale si è trovato Rugani in occasione del primo svantaggio. Tra seguire Gyasi o fare altrettanto con Maggiore, Klavan sceglie di non scegliere e anzi, quando è chiaro che la sfera finirà sul centrocampista più che sull’attaccante il centrale rossoblù non mette la giusta cattiveria nell’attaccare l’avversario su un pallone abbastanza leggibile. Il resto è un misto di fortuna – la conclusione di Maggiore è indubbiamente beffarda – e di un Cragno che avrebbe potuto probabilmente fare di più pensando, forse, che la sfera fosse destinata a finire sul fondo.
Troppo poco – Ci sono stati anche degli aspetti positivi pur nella sconfitta. Pochi e per poco tempo, ma che possono diventare lo spunto per provare a ripartire dopo la sosta. Correggere gli errori e dare maggiore continuità a quanto di buono messo in campo agli estremi della gara deve essere la base di partenza del lavoro di Semplici nelle prossime due settimane.
Squadra aggressiva, pronta ad attaccare seconde palle e spazi verticali. La prima occasione della partita sui piedi di Joao Pedro è l’esempio di ciò che il Cagliari avrebbe dovuto mettere in campo non solo a sprazzi, ma con maggiore continuità. Duncan più alto e pronto alla pressione sull’eventuale palla persa, Nainggolan che recupera il pallone sul rilancio di Zoet, Marin che attacca lo spazio creando i presupposti per l’occasione di Joao Pedro, Nández alto a preoccupare l’esterno avversario.
Alla ripresa gli uomini di Semplici si troveranno di fronte un Verona che fa dell’aggressività, del fallo sistematico e dell’attacco delle seconde palle la propria filosofia. Ritrovare la mentalità vista contro il Bologna deve essere l’obiettivo della squadra in una lotta salvezza che si fa sempre più complicata. Il Cagliari ha bisogno di punti, la sconfitta contro lo Spezia ha tolto ai rossoblù l’ultima chance di fallimento. Dal Verona in poi è vietato sbagliare, non vincere contro gli scaligeri potrebbe essere la condanna quasi definitiva.
Matteo Zizola