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Claudio Ranieri durante la sfida Cagliari-Frosinone | Foto Luigi Canu

L’Analisi | Cagliari, cambi e pragmatismo regalano tre punti pesanti

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Torna alla vittoria dopo quattro partite il Cagliari nella sfida casalinga contro la Ternana. Le scelte di formazione di Ranieri, seppur largamente influenzate da alcune assenze di grosso spessore, è apparsa piuttosto singolare: 4-4-2 con il rientro di Pavoletti al fianco di Lapadula, Lella che sostituisce Falco e Di Pardo al posto dello squalificato Azzi con Zappa spostato sulla fascia sinistra. I primi minuti della gara sembravano far presagire una grande prestazione del Cagliari grazie al gol immediato di Deiola, ma il pareggio di Partipilo ha spento i rossoblù che nell’ultima mezzora del primo tempo hanno fatto tantissima fatica. Nella ripresa Ranieri ha deciso di cambiare totalmente faccia alla squadra e, al di là della vittoria, i risultati si sono visti.

Poca qualità nel primo tempo

Non è la prima volta che Ranieri opta per un 4-4-2 solido con Lella da esterno sinistro per dare equilibrio, ma di solito il ruolo di seconda punta al fianco di Lapadula veniva ricoperto da Marco Mancosu, un numero 10 in grado di muoversi con fluidità per il campo e di dare qualità alla manovra. È probabile che senza il forfait di Falco sarebbe stato lui a svolgere quel ruolo, ma la scelta di Pavoletti ha evidenziato le difficoltà di questo Cagliari in mancanza di un regista avanzato. Schierare due centravanti di così alto livello è un lusso per la categoria, ma si tratta di due giocatori con tendenze e limiti piuttosto simili che li vede al loro meglio quando possono stazionare in area e attendere palloni dai compagni. Il problema è che la loro coesistenza abbinata all’assenza di un regista avanzato rende estremamente difficile lo sviluppo di una manovra pulita. In poche parole: con Lapadula e Pavoletti insieme il Cagliari può essere pericoloso nell’ultimo terzo di campo, ma fa fatica ad arrivarci. L’attaccante italo-peruviano inoltre ha ormai dimostrato di essere molto più a suo agio quando può concentrarsi quasi esclusivamente sul fare gol senza doversi abbassare troppo per aiutare la manovra. Non è un caso che nella ripresa quando Ranieri ha inserito Luvumbo al posto dell’attaccante toscano il primo a beneficiarne sia stato proprio il capocannoniere del campionato.

Ad ogni modo, la partenza dei rossoblù è stata ottima: al quarto minuto Lella recupera un pallone alto, l’azione si sviluppa con Nández sulla destra che con un bel cross dei suoi trova Deiola tutto solo sul lato debole.

Dopo soli otto minuti però gli ospiti hanno trovato il gol del pari con Partipilo con un’azione piuttosto casuale che nasce da un fallo laterale. È difficile attribuire a qualcuno della retroguardia la colpa di aver perso la marcatura del centravanti avversario (i possibili indiziati sono Di Pardo e Dossena) perché il colpo di testa che si tramuta in assist di Coulibaly è piuttosto improvviso. Da quel momento in poi il Cagliari ha staccato completamente la spina. La fase offensiva è risultata farraginosa e priva di ispirazione, con la difesa che ha commesso alcuni errori grossolani a cui i tifosi si erano ormai disabituati. È sembrato così di vedere quasi la squadra del girone d’andata.

Andando per ordine, i problemi nella fase offensiva risiedono – oltre che nella poco funzionale coppia d’attacco in assenza di un rifinitore – nella poca qualità complessiva dell’11 titolare e nelle spaziature tutt’altro che ottimali della fascia sinistra. Lella non è un esterno sinistro classico con qualità nello stretto, ma in quel ruolo si è sempre rivelato efficace in coppia con Azzi perché in grado di trovare un ottimo equilibrio tra le due fasi. Il centrocampista pugliese, mezzala e destro di piede, preferisce giocare dentro al campo, tendenza uguale a quella di Zappa quando viene schierato sulla fascia sinistra. Se si aggiunge a tutto ciò il fatto che anche Deiola si muovesse verso l’esterno del campo, il risultato è stato che sulla sinistra il Cagliari non aveva ampiezza, qualità o spaziature.

Per quanto riguarda la fase di non possesso, la linea è apparsa piuttosto imprecisa e deconcentrata, problema atavico e costante nel girone d’andata che non si era quasi mai riproposto dall’arrivo di Ranieri. La Ternana si schierava con un 3-5-2 elementare in cui i due giocatori offensivi, Favilli e Partipilo, ricoprivano i ruoli classici della prima punta di peso e della seconda punta con più passo e qualità. La squadra di Lucarelli non aveva interesse a sviluppare gioco dal basso, ma cercava di appoggiarsi sui centravanti (specialmente Favilli) il prima possibile per attaccare sulle sue spizzate. Come affermato da Ranieri nella conferenza post-partita, di solito Dossena e Obert gestiscono molto bene questo tipo di soluzioni, ma domenica pomeriggio sono andati molto spesso in difficoltà.

È stato proprio questo a spingere l’ex allenatore del Leicester a provare una soluzione alternativa già verso la fine del primo tempo: abbassare Deiola tra i due centrali in una posizione quasi da libero per avere un saltatore di livello in più e la superiorità numerica.

I cambi decisivi nella ripresa

Solitamente quando un allenatore cambia tanto significa che ha sbagliato la partita” ha dichiarato Ranieri ai microfoni. Un’ammissione preceduta dai quattro cambi effettuati dopo l’intervallo: Altare per Obert, Barreca per Di Pardo, Rog per Lella, Luvumbo per Pavoletti. La posizione di Deiola è rimasta quella vista nel finale del primo tempo, con il passaggio definitivo al 3-5-2.

Senza cadere nell’errore di dare troppo peso all’aspetto tattico, le contromosse di Ranieri hanno totalmente cambiato la partita. I concetti chiave sono stati superiorità numerica in costruzione e ampiezza. Innanzitutto, la Ternana nei primi 45 minuti non aveva interesse a pressare la costruzione dei rossoblù e preferiva tenere le due punte in copertura lasciando palleggiare i due centrali. Il passaggio alla difesa a tre però ha costretto gli ospiti ad alzare una delle due mezzali per non lasciare in 3 contro 2 i centravanti. La conseguenza di questa scelta era logicamente una minore densità in mezzo al campo, che abbinata alla ritrovata ampiezza data da Zappa e Barreca ha permesso al Cagliari di trovare con molta più facilità linee di passaggio centrali. Il ricevitore tra le linee è stato soprattutto Nández, che nella ripresa ha giocato a tutto campo, per certi versi sostituendo il Marco Mancosu visto nell’ultimo mese.

L’ampiezza si è rivelata un fattore importante anche nel gol decisivo di Zappa, perché la posizione di Barreca sulla sinistra in combinazione con la tendenza di Luvumbo a muoversi verso l’esterno di campo (attraendo la marcatura di Diakite) ha di fatto svuotato l’area di rigore avversaria.

I cambi hanno avuto un impatto non da poco anche in fase difensiva. Nella prima pressione il nuovo schieramento del Cagliari era una sorta di 3-4-2-1 con Lapadula che indirizzava la costruzione avversaria su un lato, mentre Nández e Luvumbo (a seconda del lato) si occupavano di marcare il regista e così costringere la Ternana a giocare sui due esterni, azione che innescava la pressione di Zappa o Barreca. Proprio da una situazione di questo tipo i rossoblù sono andati vicinissimi al gol con Luvumbo attorno al 53’.

Il passaggio a una linea a tre ha permesso al Cagliari di poter sostenere con meno patemi un approccio più aggressivo, grazie ad Altare e Dossena che potevano rompere la linea e limitare le mezzali sulla trequarti di fatto cancellando la teorica superiorità numerica degli ospiti.

Dopo il vantaggio Ranieri ha usato il quinto e ultimo cambio per sostituire l’autore del gol Zappa inserendo Goldaniga al suo posto. Probabilmente tutti si aspettavano che sarebbe stato proprio l’ex Sassuolo a prendere posizione nel terzetto di difesa, ma la scelta è ricaduta ancora una volta su un ottimo Deiola; Goldaniga doveva quindi occupare l’ormai insolita posizione di esterno destro dei cinque. Una scelta sulla carta molto conservativa che avrebbe potuto avere come logica conseguenza venti minuti di grande sofferenza contro l’assalto degli umbri, ma il Cagliari è riuscito senza particolari patemi a controllare il risultato grazie alla densità dentro l’area di rigore e alle capacità nei duelli aerei dei suoi difensori.

Dopo il peggior primo tempo casalingo dell’era Ranieri, i cambi (di uomini ma soprattutto tattici) della ripresa hanno totalmente rivoluzionato la squadra che ha preso totale controllo della partita e avrebbe probabilmente meritato qualche gol in più. Il calcio però spesso non è meritocratico, e vale quindi la pena sottolineare la grande prestazione di un giocatore finora non ancora nominato: Radunovic. Il portiere serbo all’86’ si è reso protagonista di una parata sensazionale che ha salvato i suoi. La prossima sfida vedrà il Cagliari giocare a Perugia venerdì 5 maggio. Partita che acquista ancora più importanza alla luce dei pareggi di Sudtirol e Parma che hanno permesso ai rossoblù di prendere due punti alle dirette concorrenti. Con il tanto agognato quarto posto che ora dista soli tre punti.

Marco Lai

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