Cinquantottesimo minuto di Cagliari-Frosinone, gara sul punteggio di 0-0. Su un cross dalla sinistra da parte di Azzi Lapadula prova ad anticipare Oyono finendo a terra dopo il contatto con l’avversario. Il direttore di gara Volpi non ha dubbi e decreta immediatamente il calcio di rigore in favore dei rossoblù, poi dopo un silent check e la successiva On Field Review decide di tornare sui propri passi.
Regola 8
Come analizzato nella moviola della sfida, giusto il richiamo al monitor da parte del VAR Mazzoleni e corretta anche la scelta dell’arbitro di cancellare l’assegnazione della massima punizione. È infatti Oyono ad anticipare Lapadula e non viceversa. Ciò che accade dopo però merita una spiegazione, con il fischietto della sezione di Arezzo che fa riprendere il gioco consegnando la palla direttamente al portiere dei ciociari Turati e non con una punizione in favore del Frosinone per fallo dell’attaccante rossoblù. Una scelta che è chiaramente spiegata dal regolamento, nello specifico a pagina 74 all’interno della regola numero 8 “L’inizio e la ripresa del gioco” alla voce “Rimessa dell’arbitro“. Non è infatti il protocollo VAR a sancire la modalità di gestione della fattispecie, bensì si è trattato di una normale procedura identica ogni volta che la partita viene interrotta dal fischio dell’arbitro. Ciò che cambia è il punto in cui è il pallone nel momento dello stop da parte del direttore di gara. Nel caso specifico all’interno dei sedici metri del Frosinone, rendendo automatica l’applicazione della regola citata. “L’arbitro lascia cadere il pallone a terra per il portiere della squadra difendente nella propria area di rigore se, quando il gioco è stato interrotto, il pallone era nell’area di rigore o l’ultimo tocco del pallone è avvenuto nell’area di rigore. In tutti gli altri casi l’arbitro lascia cadere il pallone a terra per un calciatore della squadra che per ultima ha toccato il pallone nel punto in cui questo è stato toccato per ultimo da un calciatore“.
Beffa
Nulla di strano dunque nella ripresa del gioco decisa da Volpi consegnando la sfera al portiere del Frosinone. Surrealmente, se l’arbitro non avesse deciso per il calcio di rigore, l’azione sarebbe proseguita con il tiro – avvenuto di fatto – da parte di Lella e la successiva respinta di Turati finita sui piedi dello stesso centrocampista ex Olbia al centro dell’area. Una doppia occasione persa, il rigore poi giustamente non assegnato e un possibile tiro dalla corta distanza bloccato dalla decisione di Volpi. Ma, va ricordato, il protocollo VAR chiaramente impone all’arbitro di “prendere una decisione, ciò vuol dire che non gli è consentito ometterla e poi utilizzare il VAR per assumerla”. In definitiva il direttore di gara ha correttamente fischiato ciò che ha visto in quel momento, così come altrettanto correttamente Mazzoleni al VAR lo ha richiamato a causa del chiaro ed evidente errore commesso e, infine, Volpi ha giustamente fatto riprendere la gara consegnando la sfera nelle mani di Turati. Non avrebbe potuto decretare la punizione per il fallo di Lapadula non essendo quella la situazione oggetto della revisione.
Matteo Zizola