La designazione di Fabio Maresca per Cagliari-Lazio ha suscitato diverse discussioni, memori della sfida del dicembre 2019 con la sconfitta rossoblù con due gol subiti nel lungo recupero da oltre sette minuti. Il fischietto napoletano, coadiuvato al VAR da Di Paolo, non ha tradito le attese e non sono mancate fin da subito le discussioni. Novantacinquesima presenza in Serie A per l’arbitro classe ’81, decima in stagione, la seconda con il Cagliari in campo dopo lo 0 a 4 contro l’Udinese dello scorso dicembre.
Subito VAR
Polemiche attese e polemiche che non hanno tardato alla Unipol Domus. Sono bastati infatti 15 minuti per il primo episodio, decisivo nell’evoluzione della gara. E se proprio si deve trovare una pecca nella decisione di Maresca di assegnare la massima punizione alla Lazio, questa va cercata nel tempo passato davanti al video per sanzionare il fallo di Altare. La conclusione di Luis Alberto da fuori area, diretta verso la porta di Cragno, colpisce il braccio del difensore rossoblù poco sopra il gomito, con il braccio largo e anche la sensazione di un movimento più del giocatore verso il pallone che viceversa. Altare sembra prima provare a evitare il contatto, ma è evidente la posizione sanzionabile del braccio e inevitabile il rigore. Decisione che arriva dopo qualche minuto, tra l’azione che termina dopo diversi secondi e Maresca che cerca la certezza assoluta prima di assegnare la massima punizione. Rigore chiaro che forse avrebbe necessitato di meno tempo al monitor per essere fischiato, oltre che di essere visto “in diretta”. Inevitabile anche il giallo per Altare, la conclusione era diretta in porta e a prescindere da volontarietà o meno il cartellino è pressoché automatico.
Intensità e correttezza
Il resto del primo tempo vive di furore agonistico e qualche intervento scomposto, come quelli di Acerbi prima e Luiz Felipe poi che colpiscono con il braccio sulla nuca Joao Pedro in fase aerea. Sempre il brasiliano è protagonista delle proteste per un presunto fallo di Lucas Leiva nei suoi confronti al 37′ minuto, ma il connazionale della Lazio prende nettamente il pallone quando siamo ai 18 metri dalla porta di Strakosha. Qualche istante più tardi è Bellanova a entrare in contatto con Zaccagni nell’area biancoceleste, ma Maresca con ampi gesti fa proseguire. Decisione corretta, c’è una leggera ancata del laziale al rossoblù ma dentro la normalità dei contatti di gioco, tanto che Bellanova non accenna alla minima protesta.
Partita chiusa
La ripresa non regala grandi emozioni, il gol di Felipe Anderson chiude la gara definitivamente. Anche se non mancano alcuni episodi, come al 66′ quando Maresca fischia fallo in attacco a Immobile nell’area del Cagliari per un presunto intervento su Carboni. Al contrario è il centrale di Tonara a colpire sul polpaccio l’attaccante della nazionale, il rigore sarebbe magari stato eccessivo ma sicuramente fischiare fallo a Immobile è un errore. Nessuna possibilità per il VAR di intervenire. Un minuto dopo la Lazio protesta con veemenza, Sarri su tutti, per una spallata vigorosa di Dalbert su Leiva all’altezza della linea laterale. Il giallo richiesto non viene mostrato giustamente da Maresca. Giallo che arriva per Marusic al 71′ quando superato da Joao Pedro lo trattiene per la maglia in situazione di possibile attacco pericoloso per i rossoblù. Al 74′ viene ammonito Marin che perde palla a metà campo e poi frana su Felipe Anderson lanciato verso l’area del Cagliari. All’89’ ingenuità di Marusic che, già ammonito, ferma un lancio verso Bellanova con la mano rendendo inevitabile il secondo giallo e il rosso. Infine due episodi con protagonista Lovato. Al 92′ inutili le proteste per un angolo invertito, ma che portano a un’ammonizione assolutamente evitabile, pochi secondi dopo rischia il secondo giallo per una gomitata sul costato di Immobile. Un nervosismo francamente inutile con lo Spezia ad aspettare il Cagliari nella prossima giornata.
