Coppa Italia, ossia l’occasione per schierare chi ha giocato meno in sfide spesso lontane da ritmi e aggressività del campionato. Non ha fatto eccezione Udinese-Cagliari, una gara abbastanza semplice dal punto di vista arbitrale, in un clima sereno improntato alla correttezza. Nonostante ciò non è stata una serata da ricordare per Francesco Cosso, fischietto designato per la partita tra bianconeri e rossoblù terminata sul punteggio di 2-1 in favore degli ospiti.
Onestá Oristanio
Nessun episodio di particolare rilievo e decisivo ai fini del risultato, ma una conduzione che è apparsa a tratti distratta e con soprattutto una nota regolamentare a segnare in negativo la prestazione dell’arbitro della sezione di Reggio Calabria. Già prima dell’ingresso in campo delle due squadre la prima distrazione. L’Udinese, infatti, viene rimandata negli spogliatoi per cambiare pantaloncini e calzettoni dopo che la squadra arbitrale si accorge della possibile confusione determinata dai colori scuri – nero per i pardoni di casa, blu per il Cagliari – delle due formazioni. La sfida è piacevole, anche grazie a un metro che inizialmente lascia correre il gioco pur con alcune esagerazioni. Al 3′ cade in area friulana Oristanio, ma Guessand interviene sul pallone senza commettere fallo. All’11’ reciproche scorrettezze tra Lucca e Wieteska, con Cosso che premia il difensore nonostante la prima trattenuta sia da parte del polacco. Al 13′ manca una punizione per il Cagliari quando Shomurodov scappa via sulla corsia di sinistra per poi essere fermato con una netta tirata di maglia da parte di Tikvic. L’uzbeko si ferma platealmente in attesa del fischio che però non arriva, errore di Cosso che, in caso di punizione, avrebbe dovuto estrarre anche il cartellino giallo.. Al 20′ silent check per un possibile intervento con la mano in area rossoblù da parte prima di Makoumbou e poi di Azzi, ma il congolese ha il braccio a coprire il corpo e l’ex Modena colpisce il pallone con lo stomaco. Giusto sorvolare. Al 23′ rischia tantissimo Guessend con una trattenuta su Oristanio appena dentro i sedici metri. L’attaccante del Cagliari non si lascia andare e resiste alla doppia carica dell’avversario per poi concludere in precario equilibrio, impossibile per il fischietto calabrese concedere la massima punizione.
Cartellini sì, cartellini no
La ripresa si apre con il possibile gol del vantaggio dell’Udinese quando Lucca, arrivato di fronte a Radunovic, lo supera con un elegante colpo sotto. L’assistente alza però la bandierina per segnalare il fuorigioco dell’attaccante ad azione conclusa, decisione confermata dal VAR e dalle immagini con Lucca che è ampiamente oltre il penultimo difendente. Al 50′ manca l’ammonizione a Obert che interviene in ritardo su Aké nei pressi del lato corto dell’area di rigore, mentre al 51′ Cosso fa il paio con il mancato fischio a favore di Shomurodov della prima frazione quando lascia proseguire erroneamente il gioco dopo un’evidente trattenuta proprio dell’uzbeko ai danni di Thauvin, con conseguente ammonizione che sarebbe stata automatica. Al 70′ altro cartellino doveroso che rimane nel taschino dell’arbitro classe ’88: Wieteska trattiene in maniera evidente Lucca fermando un’azione d’attacco promettente, giusta la punizione ma ci starebbe anche il giallo per SPA. Eccessivo invece quello mostrato a Pereiro al 76′, trenta secondi dopo il suo ingresso in campo: c’è sì l’intervento in ritardo dell’uruguaiano su Guessand ma senza imprudenza e nemmeno senza bloccare una ripartenza pericolosa. Corretta, al contrario, l’ammonizione proprio per il difensore dell’Udinese quando ferma con un’entrata fuori tempo e da SPA la percussione di Sulemana. Dalla successiva punizione arriva il pareggio firmato da Viola, convalidato dopo un rapido check con il VAR Matteo Gariglio di Pinerolo. Lapadula è sì in fuorigioco, ma non in posizione punibile non partecipando di fatto alla giocata, mentre in caso di respinta del portiere sarebbe stata punibile la netta trattenuta subita da Wieteska a centro area. Il difensore polacco viene ammonito al 92′ per un intervento imprudente su Quina, così come quest’ultimo viene sanzionato allo stesso modo per un’entrata in ritardo su Viola al 94′. Al 108′ ammonito anche Ferreira per una brutta entrata sulla caviglia di Lapadula, mentre al 111′ arriva il vero errore di Cosso.
Pillola
Regola nove, il pallone in gioco e non in gioco. A pagina 78 del Regolamento del Gioco del Calcio, alla voce “Pallone non in gioco”, si può leggere che “il pallone non è in gioco quando (…) tocca un ufficiale di gara, rimane sul terreno di gioco e una squadra inizia un attacco promettente o il pallone entra direttamente in porta o cambia la squadra in possesso del pallone“. In sostanza, con la modifica del regolamento dalla stagione 2019-20, il direttore di gara non è più un corpo estraneo che non viene considerato in caso di deviazione da parte sua della sfera, ma allo stesso tempo non tutte le deviazioni dell’arbitro devono portare all’interruzione del gioco e alla rimessa con la classica scodellata in favore dell’ultima squadra in possesso. Al 111′ quando Cosso tocca la sfera nel tentativo di far scorrere un passaggio orizzontale in fase d’attacco del Cagliari, dunque, sbaglia nell’interrompere l’azione. Perché la sua deviazione non cambia la squadra in possesso e non favorisce un attacco promettente – la sfera si sposta leggermente terminando esattamente sui piedi del giocatore al quale sarebbe arrivata comunque nello stesso modo. Un errore concettuale abbastanza grave, non solo perché ferma un attacco che era sì promettente ma a prescindere dal suo tocco, permettendo all’Udinese di riprendere meglio posizione e struttura difensiva, ma soprattutto perché frutto di una mancata concentrazione e di un’applicazione errata del regolamento.
Matteo Zizola














