Partita complicata nonostante il punteggio finale possa far pensare in maniera differente. Non per il Cagliari, i quattro gol messi a segno contro la Reggina ne sono ampia conferma, ma per il direttore di gara Giovanni Ayroldi della sezione di Molfetta che tra clima infuocato, continue proteste di parte calabrese e l’aiuto necessario del VAR non è sembrato in giornata di grazia. Non sempre in controllo della gara, cartellini poco coerenti, le lamentele fin troppo accese degli uomini di Inzaghi lasciate passare in cavalleria.
VAR e proteste
La premessa è d’obbligo, con l’aiuto del VAR Alessandro Prontera della sezione di Bologna e non solo Ayroldi ha deciso correttamente negli episodi chiave della sfida del Granillo. Che, nei primi minuti, vede il fischietto pugliese lasciar correre il gioco e gestire abbastanza tranquillamente l’inizio combattuto. Al 12′ la prima occasione nella quale l’arbitro classe ’91 è chiamato in causa. Il gol del vantaggio del Cagliari nasce da un controllo sulla fascia sinistra di Mancosu, con le proteste della Reggina per un possibile tocco di braccio del numero 5 rossoblù. Le immagini non chiariscono, ma in ogni caso il VAR non può intervenire. L’ultima versione della regola del fallo di mano in attacco in occasione di una rete prevede infatti – al contrario del passato – che questo debba essere nell’immediatezza della marcatura, mentre se a inizio azione o comunque ben prima del gol stesso resta la decisione del campo. Il lungo check è dunque concentrato sul possibile fuorigioco di Prelec sul cross di Azzi – lo sloveno è in posizione regolare – e quello di Lapadula sull’eventuale tocco del compagno. Rete convalidata e uno a zero per gli uomini di Ranieri. Al 25′ manca il cartellino giallo per Fabbian, uno dei tanti interventi dei giocatori di Inzaghi che Ayroldi sì punisce, ma senza intervenire sull’aspetto disciplinare. Il centrocampista scuola Inter apre il braccio colpendo Makoumbou, non un gesto volontario ma comunque decisamente imprudente e da punire. Al 34′ prime proteste rossoblù per un presunto intervento con il braccio di Gagliolo dentro i sedici metri su cross di Mancosu. Il lungo check con il VAR, però, certifica la posizione di offside di Lapadula sulla rovesciata di Lella, con l’attaccante che partecipa all’azione e sembra toccare anche con il tacco la sfera prima che quest’ultima termini proprio a Mancosu. Inutile dunque andare a rivedere il possibile fallo di mano di Gagliolo. Al 39′ proteste vibranti del Cagliari, sul tiro di Azzi sembra evidente il tocco con il braccio largo da parte di Camporese a fermare la conclusione del terzino brasiliano. Ayroldi lascia correre con ampi gesti, indicando di fatto come il braccio fosse attaccato al corpo. Un errore evidente, tanto che dopo quasi due minuti – decisamente troppi – il direttore di gara viene richiamato alla On Field Review dal VAR Prontera e, in seguito alla visione delle immagini, decide per il giusto calcio di rigore. Camporese, infatti, inizialmente tiene le braccia dietro la schiena, ma proprio poco prima che Azzi provi la conclusione apre quello destro e impatta sulla sfera in maniera netta. Corretta anche l’ammonizione dell’ex Fiorentina essendo il tiro del rossoblù diretto verso la porta di Colombi. Prima della battuta del rigore viene espulso un collaboratore di Inzaghi che sostava vicino alla linea di fondo campo, probabilmente per qualche parola di troppo, mentre la prima frazione si chiude con un mancato fischio a favore del Cagliari in zona d’attacco per un evidente fallo di Majer ai danni di Makoumbou, con una chiara ginocchiata sul quadricipite del congolese peraltro vicino all’assistente di Ayroldi.
Cartellini e nuovo rigore
Se il primo tempo ha regalato emozioni e polemiche, almeno da parte calabrese, il secondo non è da meno. Nonostante continuino a mancare i gialli per la Reggina, come ad esempio al 47′ quando Gagliolo interviene in maniera parecchio dura su Prelec in un contrasto aereo. Il difensore di Inzaghi salta con il ginocchio alto, colpisce sulla parte bassa della schiena lo sloveno e inoltre con il gomito va dritto sulla nuca dell’avversario. Ammonizione da manuale, ma Ayroldi fischia solo la punizione in favore del Cagliari. Al 52′ strano intervento dell’arbitro che ferma un contropiede condotto da Zappa per permettere l’ingresso immediato dei sanitari per soccorrere Cicerelli. Nessun problema alla testa, il giocatore praticamente a terra sulla linea laterale, per quanto per certi versi capibile la decisione del fischietto di Molfetta è apparsa curiosa. Quattro minuti dopo primo giallo ai danni di un giocatore del Cagliari, è Azzi che giustamente viene ammonito per un’entrata in ritardo su Crisetig con tanto di “pestone’, l’ormai noto “step on foot” che prevede la sanzione quasi automatica. Due minuti dopo tocca a Radunovic finire sul tabellino dei cattivi per perdita di tempo. Siamo nella fase di maggiori proteste della Reggina, che a ogni fischio vede i propri giocatori non accettare la decisione del direttore di gara. Nessuna ammonizione e così quando arriva il secondo rigore del pomeriggio – al 60′ per un netto tocco di braccio di Pierozzi su angolo di Mancosu e pallone prolungato da Obert – succede un parapiglia che Ayroldi fatica a sedare e che parte dal tentativo di Gagliolo di “rovinare” il dischetto del rigore prima della battuta. Intanto vanno fatti in complimenti all’arbitro che, pur in una situazione difficile, è riuscito a vedere l’infrazione senza bisogno dell’aiuto del VAR. Ma quanto accade prima della battuta di Mancosu è gestito non benissimo dal direttore di gara, che se la cava estraendo un giallo a testa a Menez e Mancosu per reciproche scorrettezze – ovvero per una discussione fin troppo accesa. Discussione che nasce, appunto, dalla perdita di autorevolezza con il passare dei minuti del fischietto classe ’91. Al 69′ Ayroldi ammonisce Gagliolo reo di aver fermato duramente Mancosu a metà campo, sanzione che arriva ad azione terminata dopo che l’arbitro aveva lasciato correre per il vantaggio. Al 78′ manca il giallo a Kourfalidis che sì prende anche il pallone nell’entrata su Fabbian, ma il suo intervento è decisamente pericoloso e imprudente. Ammonizione invece mostrata a Millico all’80’, diffidato salterà la gara contro il Sudtirol dopo la sosta. L’attaccante scuola Torino, disinteressandosi del pallone, allarga il gomito per prendere posizione andando a impattare su Di Chiara. Giallo giusto, ma incoerente rispetto a quelli non comminati proprio a Gagliolo a inizio ripresa e a Fabbian nel primo tempo. Infine inutili le proteste di Strelec all’82’ per un possibile rigore. Altare e Barreca stringono verso la palla, prendono posizione correttamente e tagliano fuori l’attaccante di proprietà dello Spezia senza commettere alcun fallo.
Matteo Zizola