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La Moviola di Palermo-Cagliari | Maresca tra luci e ombre, ma sufficiente

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Il famoso Cagliari-Lazio che interruppe i sogni di gloria dei rossoblù di Maran, la sconfitta pesante contro l’Udinese con conseguente epurazione in salsa uruguaiana e ora il 2 a 1 di Palermo a chiudere un cerchio fatto di una sola vittoria, un pareggio e dopo il Barbera dieci sconfitte. È il totale di Fabio Maresca come arbitro del Cagliari, diventato ancora più deficitario dopo il risultato del Derby delle Isole.

Rigore no, rigore sì

Seconda stagionale in cadetteria per il fischietto di Napoli, dodicesima con il Cagliari in campo, presenza numero 73 in Serie B. La sfida di Palermo inizia tranquilla, poi tra il 25′ e il 35′ due episodi che faranno discutere. Il primo quando Lapadula al minuto 25 cade in area dopo una spinta di Bettella sulla schiena. Spinta che, però, oltre a essere leggera avviene fuori dai sedici metri con il numero 9 rossoblù che cade dentro l’area avversaria. Manca dunque la punizione e il giallo per SPA al difensore rosanero che blocca un’azione d’attacco promettente e non una chiara occasione da gol. Dieci minuti dopo l’episodio chiave del match. Stulac, appena dentro i sedici metri del Cagliari, cade dopo un contatto con Nández e Maresca non ha dubbi nel concedere il rigore. Contatto netto, unico dubbio la ricerca del fallo da parte del giocatore del Palermo. Nández, però, mantiene la gamba alta e in posizione innaturale, non fa nulla per ritrarla e commette una grave ingenuità che sembra essere giustamente punita dal direttore di gara. Rigore sì fiscale, ma sostanzialmente corretto. In mezzo arriva l’ammonizione per Altare al 29′, netto il fallo su Di Mariano a fermare un’azione promettente, e in chiusura di prima frazione quella a Nedelcearu al 4′ di recupero per perdita di tempo.

Gialli e recupero

La ripresa si apre come il primo tempo con un’ammonizione. È Capradossi a finire sul taccuino di Maresca dopo aver fermato Brunori ai venticinque metri dalla porta di Radunovic, decisione automatica e corretta. Al 64′ l’arbitro della sezione di Napoli grazia Nández dopo un intervento in ritardo su Bettella, un giallo sarebbe stato probabilmente lecito. Giallo che arriva al 66′ per Gomes del Palermo, reo di aver trattenuto Luvumbo per la maglia bloccando una ripartenza pericolosa. Al 72′ proteste del Palermo per un presunto fallo di Makoumbou su Di Mariano in area rossoblù. Maresca lascia correre con ampi gesti, decisione giusta mentre restano dubbi sull’ammonizione mostrata al rosanero un minuto dopo e figlia della situazione. Prima del giallo a Di Mariano arriva quello per Dossena, reo di aver fermato Saric al limite dell’area. Siamo al 73′ e il cartellino è da manuale. Infine gli ultimi episodi con protagonista Pavoletti, prima che al 98′ finisca sul libro dei cattivi anche Luvumbo per aver fermato a palla lontana la corsa in contropiede di un avversario. Il centravanti livornese viene punito due volte per altrettanti interventi su Pigliacelli, il primo ingiustamente – è il portiere a sbagliare l’uscita – mentre sul secondo è lui a spingere Nedelceanu sull’estremo difensore avversario. Il gol del 2 a 1 finale, convalidato dopo rapido check con il VAR Marini che certifica la posizione regolare dell’attaccante rossoblù, arriva al 6′ dei 9 minuti di recupero concessi da Maresca, una scelta importante ma corretta e che diventa un corso e ricorso storico tra il fischietto napoletano e il Cagliari. Prestazione con luci e ombre quella dell’arbitro classe ’81, ma sostanzialmente sufficiente.

Matteo Zizola

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