Prestazione tutto sommato positiva quella di Michael Fabbri, arbitro designato per la sfida tra Lecce e Cagliari, terminata sul punteggio di 1-0 per i padroni di casa. Un cartellino rosso dopo aiuto del VAR, dialogo per abbassare la tensione, qualche imprecisione fisiologica, ma in generale un arbitraggio abbondantemente sufficiente.
VAR e rosso
Inizio di gara senza sussulti dal punto di vista disciplinare, il primo episodio al 20′ quando il Cagliari protesta timidamente per un presunto tocco con il braccio di Gaspar su conclusione di Piccoli. Nessuna irregolarità, il difensore del Lecce colpisce con il corpo. Tre minuti dopo il primo cartellino giallo, lo riceve Zappa che trattiene Banda fermando una potenziale azione promettente d’attacco dei padroni di casa. Al 32′ Pierret rischia dopo aver tirato la maglia ad Azzi, ammonizione che non arriva per il vantaggio concesso e poi concretizzatosi, decisione corretta di Fabbri. Al 36′ scontro a metà campo tra Deiola e Ramadani, il pallone a metà viene toccato dal rossoblù con il centrocampista del Lecce che lo colpisce: il fischietto di Ravenna fischia la punizione a favore dei padroni di casa, errore comprensibile per la dinamica dell’azione. Al 44′ l’episodio più importante della gara: Dorgu interviene con la gamba tesa cercando di colpire il pallone, ma dopo averlo sfiorato impatta sulla caviglia di Prati. Intervento duro, sfortunato, ma comunque con vigoria sproporzionata e dunque da espulsione in quanto, come da regolamento, “eccede nell’uso della forza necessaria e mette in pericolo l’incolumità di un avversario”. Fabbri estrae il giallo, venendo richiamato dal VAR Daniele Chiffi correttamente. Dopo aver visionato il primo fermo immagine, senza nemmeno guardare la dinamica, il fischietto romagnolo opta subito per il cambio di sanzione estraendo il rosso nei confronti di Dorgu. Nell’occasione espulso anche il Team Manager del Lecce per proteste.
Secondo tempo
La ripresa si apre con il giallo per Lapadula che entra in ritardo su Ramadani. Proteste del Lecce che chiede l’espulsione del numero nove, ma il VAR non richiama Fabbri. Decisione al limite e giusto il mancato intervento di Chiffi, l’entrata del nazionale peruviano è imprudente ma non con vigoria sproporzionata. Entra in gioco anche l’elemento della fortuna, al contrario dell’episodio Dorgu nel caso di Lapadula non c’è impatto con la gamba tesa sull’avversario che viene colpito lateralmente. Al 58′ svista dell’assistente che non ravvisa l’uscita del pallone sul controllo di Krstovic vicino alla linea laterale, con la concessione di un calcio d’angolo dopo il tocco di Luperto. Al 65′ ammonito Falcone per perdita di tempo, mentre al 70′ è Marin a finire sul taccuino di Fabbri dopo un fallo da SPA sull’attaccante montenegrino. Al 79′ non è punibile il tocco di mano di Felici su rinvio di un difensore giallorosso – aderente al corpo, distanza ravvicinata – mentre all’87’ protesta Luvumbo per un presunto contatto da rigore di Pierotti ai suoi danni. Nulla di irregolare, il giallorosso prende il tempo al numero 77 del Cagliari e non ci sono gli estremi per la concessione della massima punizione. Giusti, infine, i sette minuti di recupero concessi e poi allungati ulteriormente causa cambio del Lecce.
Matteo Zizola