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La Moviola di Inter-Cagliari: Fourneau controlla, ma l’assistente lo tradisce

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​Gara a lungo semplice, poi improvvisamente diventata complicata anche per le incertezze di uno degli assistenti. Si può riassumere così la prestazione dell’arbitro Francesco Fourneau della sezione di Roma 1, scelto dal designatore Rocchi per la sfida tra Inter e Cagliari terminata sul punteggio di 2-2.

Doppio volto

Il primo tempo scorre senza particolari problemi per Fourneau, i suoi assistenti e il VAR. Al 12′ è regolare il vantaggio dell’Inter, è infatti Mina a tenere in gioco Sanchez sul passaggio verticale di Darmian, preludio all’assist del cileno per Thuram. Al 22′ protesta Dimarco chiedendo un angolo per una presunta deviazione di Obert, ma è corretta la decisione del fischietto romano: è infatti il nerazzurro a toccare per ultimo il pallone prima che esca sul fondo. Al 24′ rischia Di Pardo con un’entrata in scivolata in area del Cagliari per anticipare Bastoni. L’esterno ex Juventus tocca nettamente il pallone e poi, per normale dinamica, entra in contatto con l’avversario. Giusto, dunque, lasciar proseguire. Al 28′ annullato per fuorigioco il gol del 2-0 siglato da Barella, come confermato poi dal sistema SAOT e dalla sala VAR. Sul pallone servito da Dimarco, infatti, l’ex di turno è al di là dell’ultimo difendente, nell’occasione Hatzidiakos. Al 40′ il primo cartellino della sfida quando Prati entra in ritardo su Calhanoglu commettendo il più classico dei step on foot: pestone ad altezza collo del piede, vicino alla caviglia: ammonizione automatica e ineccepibile.
Dopo una prima frazione serena, la ripresa è più difficile soprattutto per le imprecisioni dell’assistente sotto la tribuna stampa, Domenico Palermo della sezione di Bari. Il primo errore grave è al 71′ quando non si avvede del tocco di Frattesi, assegnando l’angolo in favore dell’Inter invece che la netta rimessa dal fondo per il Cagliari, giudicando Sulemana come ultimo a colpire la sfera. Proteste vibranti sia dei calciatori che di Claudio Ranieri, con la beffa del rigore del momentaneo 2-1 che arriverà poco dopo sugli sviluppi dell’azione successiva all’angolo menzionato. Rigore che, appunto, viene assegnato al 72′ per un netto fallo di mano di Mina su colpo di testa sempre di Frattesi: braccio largo, sopra la linea della spalla, corretta l’assegnazione della massima punizione dagli undici metri. Corretto anche non ammonire il difensore colombiano, che verrà comunque sanzionato con il giallo dopo aver disturbato Calhanoglu nei momenti precedenti alla battuta del calcio di rigore. All’81’ altro grave errore di Palermo che concede una rimessa laterale all’Inter, con il Cagliari in proiezione offensiva, giudicando fuori il pallone controllato da Obert che, al contrario, è nettamente sopra la linea laterale.

Il gol di Viola

Minuto 83, pareggio degli ospiti firmato da Viola. Gol giudicato regolare sia dall’arbitro che dal VAR, così come dal Responsabile del Settore Tecnico dell’AIA Matteo Trefoloni nella puntata di Open VAR nel post partita. Cosa dice il regolamento in merito? Ad aiutarci arriva la regola numero 12, nello specifico a pagina 91 del Regolamento del Gioco del Calcio alla voce “Contatti Mani (braccia) / Pallone”.

È un’infrazione (“fallo di mano”) se un calciatore:
* segna nella porta avversaria:
– direttamente con le proprie mani / braccia, anche se in modo accidentale, compreso il portiere
– immediatamente dopo che il pallone ha toccato le sue mani / braccia, anche se in modo accidentale

Nella guida pratica AIA, inoltre, viene specificato che:

“È sempre un’infrazione se un calciatore segna nella porta avversaria dopo che il pallone, in modo accidentale, ha toccato le sue mani / braccia? Non sempre: è un’infrazione solo se la segnatura avviene “immediatamente” dopo il contatto accidentale mentre non lo è se il pallone (passato o condotto) percorre una certa distanza e/o ci sono più passaggi prima che la rete venga segnata o se trascorre un certo intervallo di tempo tra il contatto accidentale e la segnatura”.

È quindi la dicitura “sue mani/braccia” ad essere la discriminante che ha giustificato la mancata chiamata del VAR per la OFR da parte del direttore di gara Fourneau. Una regola che è stata modificata poche stagioni fa, quando si è passati dal concetto di immediatezza a prescindere da chi toccasse il pallone con la mano/braccio – quindi anche chi eseguiva l’assist – a quello di punibilità soltanto di chi segna la rete grazie all’aiuto della mano o del braccio a prescindere dalla volontarietà. Ed è proprio quest’ultimo aspetto a lasciare qualche dubbio, perché se è vero che il pallone per Lapadula appare inatteso, è anche vero che sembra più l’attaccante ad andare verso la sfera che viceversa. In ogni caso, a prescindere da questo dettaglio, non sembra essere materia per il VAR non trattandosi di un chiaro ed evidente errore.

Matteo Zizola

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