Pochi episodi, ma con una percentuale di difficoltà elevata che ha reso l’arbitraggio complesso. Genoa-Cagliari, partita valevole per la tredicesima giornata di Serie A e terminata sul punteggio di 2-2, ha avuto nel direttore di gara Simone Sozza della sezione di Seregno un indubbio protagonista. Non solo, ma anche il VAR ha messo più di una volta la propria firma nel pomeriggio del Ferraris. Una prestazione vicina alla sufficienza quella del fischietto lombardo, ma che ha lasciato qualche dubbio nelle poche occasioni decisive.
Regolamento e calcio
Il primo tempo di Marassi è tutto in due episodi, il primo in apertura di gara e il secondo quando si avvicinava il riposo. Poco, ma non senza problemi per Sozza. Partendo dal 6′, quando su un’azione da calcio d’angolo in favore del Cagliari Mina stacca su Thorsby colpendo il pallone di testa. Immediate le proteste dei rossoblù di Davide Nicola che reclamano un tocco con il braccio del centrocampista norvegese, ma il direttore di gara lascia correre. Con il Genoa in zona d’attacco e la palla nel frattempo terminata fuori, Sozza ferma la ripresa del gioco per il classico silent check con il VAR Valerio Marini di Roma 1 e l‘AVAR Luigi Nasca di Bari. Dopo quasi due minuti dall’episodio arriva il richiamo alla On Field Review per Sozza che assegna dopo aver visto le immagini il calcio di rigore in favore del Cagliari. Rigore che da regolamento appare ineccepibile, ma che richiama a quello assegnato proprio contro gli ospiti nella trasferta di Torino contro la Juventus. In quel caso Luperto fu sbilanciato nella contesa – regolare – con Gatti, per poi con il braccio alto toccare la sfera con il dito. In questo è Mina a sbilanciare correttamente Thorsby che, per normale dinamica, allarga il braccio in un movimento naturale, ma a oggi punibile. Un rigore dunque senza troppe discussioni nei fatti, ma che fa storcere il naso filosoficamente per come va contro la natura del gioco e il movimento normale di un difendente. Il secondo episodio della prima frazione accade nuovamente nell’area del Genoa quando Zortea prova a un cross sul quale Bani respinge prima di testa e poi con la mano. Corretta la decisione di Sozza di non punire l’intervento del difensore di casa per due motivi: il primo è la cosiddetta autogiocata, con Bani che indirizza da sé il pallone sulla sua mano, mentre il secondo è la posizione proprio dell’arto, con il difensore che al momento del tocco è appoggiato al terreno. Poco prima altri dubbi sul primo tentativo di Zortea respinto da Matturro, ma il genoano colpisce con la spalla e comunque con il braccio attaccato al corpo.
Rigorino
La ripresa tra maggiore fisicità e la tensione che sale regala più episodi da gestire per Sozza. Il primo al 59′ quando arriva il 2-1 del Genoa firmato da Miretti. L’azione si sviluppa sulla destra d’attacco per i padroni di casa e Thorsby vince il duello con Luperto, con quest’ultimo che cade a terra. Timide proteste del difensore ex Empoli che però, come visto correttamente dall’arbitro, scivola senza che l’avversario commetta alcuna infrazione. Al 66′ il primo cartellino dell’incontro, è Marin a ricevere il giallo per un’entrata in ritardo su Miretti. Decisione facile per Sozza così come al 79′ quando è Martin a finire sul taccuino dell’arbitro per un intervento fuori tempo su Luvumbo. All’86’ l’episodio che ha trovato le lamentele nel post partita dell’allenatore del Genoa Patrick Vieira, ossia il secondo rigore assegnato al Cagliari per un presunto fallo di Martin su Piccoli. Altra situazione simile alla sfida dei rossoblù contro la Juventus, quando fu in quel caso Douglas Luiz a commettere un’infrazione sull’attaccante ex Lecce. Piccoli, su un pallone vagante, sembra arrivare prima dell’esterno spagnolo che, per dinamica, tocca il piede dell’avversario. Un classico rigorino sul quale il VAR non può intervenire – il tocco pur se leggero c’è – e che vede Sozza decidere immediatamente per il fallo influenzato probabilmente da una dinamica abbastanza standard. Dubbi che restano, perché è vero che rigori di questo tipo sono ormai all’ordine del giorno in Serie A, ma con l’indicazione ormai da tempo di non fischiare situazioni di questo tipo con tocchi leggeri. In pieno recupero, forse per stanchezza o forse per il clima generato dal 2-2, Sozza perde in concentrazione e commette un errore abbastanza grave quando estrae il rosso all’indirizzo di Viola. Il numero 10 del Cagliari entra in ritardo su Badelj, ma senza toccare la gamba dell’avversario se non di striscio, con il ginocchio piegato e a una velocità non elevatissima. Il VAR Marini richiama giustamente Sozza all’OFR e il cartellino da rosso diventa giallo, con la stretta di mano tra Viola e il direttore di gara dopo la decisione. Infine quarta ammonizione della sfida, quando Mina ferma Messias per evitare un’azione pericolosa, tipico cartellino da SPA. La partita si chiude con le proteste del Genoa per un tocco con il braccio di Viola che effettivamente c’è, ma assolutamente involontario e con l’arto in posizione congrua, oltre al dubbio sulla posizione dentro o fuori dall’area.
Matteo Zizola