Due episodi chiave con protagonista il VAR, una gestione dei cartellini e della gara in generale che non sono apparse delle migliori. È tutto qui il riassunto della direzione di Alessandro Prontera della sfida tra Cagliari e Sudtirol, terminata sul punteggio di 1-1.
Gestione
Il fischietto della sezione di Bologna, lasciando da parte i due momenti clou della partita, non ha lesinato cartellini e richiami anche duri nei confronti dei giocatori in campo. Ma, d’altro canto, non ha in altre circostanze ammonito chi al contrario avrebbe meritato la sanzione. Come accaduto al 5′, quando Masiello ha fermato Prelec sul lato sinistro dell’area bolzanina. Intervento non duro, ma passibile di giallo per aver fermato una promettente azione da rete. Curioso che nell’occasione Prontera, al momento della punizione, segnali con lo spray il metro di distanza che dovrebbero mantenere i giocatori del Cagliari dalla barriera del Sudtirol, ma il regolamento non lo richiede come si può leggere nella regola 13: “Laddove tre o più calciatori della squadra difendente formino una barriera, tutti i calciatori della squadra attaccante dovranno rimanere almeno a un metro dalla “barriera” fino a che il pallone non sia in gioco”. Il muro dei calciatori di Bisoli, però, era formato da soli due elementi. Al 25′ invece appare eccessiva l’ammonizione a Mazzocchi che sì trattiene vistosamente Nández evitando una ripartenza, ma con la difesa schierata e ben dentro la metà campo del Cagliari. Non una SPA dunque, ovvero nessuna azione pericolosa fermata con il suo intervento. Discorso identico quando il giallo viene mostrato ad Azzi per un fallo su De Col, medesima fattispecie e provvedimento esagerato. Nella ripresa subito dopo tre minuti ammonizione per Fiordilino, questa volta decisione corretta di Prontera per un’entrata in ritardo su Lella abbastanza dura. Al 49′ manca una punizione dal limite in favore dei rossoblù, Masiello sposta con esperienza Prelec su un pallone aereo, ma è evidente il gomito sul costato da parte dell’ex Genoa ai danni dello sloveno. Al 51′ ammonito Celli per un’entrata in ritardo su Nández dopo che il direttore di gara classe ’85 aveva lasciato correre per il vantaggio, vantaggio non concretizzato e che non ha sanato quindi l’intervento del difensore. Al 62′ manca un angolo in favore del Cagliari, è evidente infatti la deviazione di Masiello sulla conclusione di Azzi e grave l’errore soprattutto dell’assistente sotto la tribuna. Al 63′ corretto il giallo per Dossena, trattenuta su Odogwu che blocca una promettente azione offensiva. Mentre al 68′ manca la sanzione per Curto che, come Celli in precedenza, entra in ritardo e duramente su Prelec senza che poi il vantaggio concesso si concretizzi.
Immagini, VAR e regolamento
Il primo dei due episodi chiave della sfida della Unipol Domus accade al 10′ in occasione del gol, poi annullato, segnato da Marco Mancosu. Sul cross dalla sinistra di Azzi, a centro area Lapadula è in posizione irregolare, tocca Masiello che successivamente di testa respinge malamente servendo di fatto il numero 5 rossoblù. Il VAR Eugenio Abbattista di Molfetta richiama al monitor Prontera, scelta corretta perché fermo restando la posizione geografica irregolare di Lapadula, la valutazione sulla punibilità spetta al direttore di gara in campo. Il problema nasce però quando viene mostrata al fischietto emiliano solo l’immagine del tocco del numero 9 sul difensore e non l’azione nella sua totalità. Perché se è vero che il regolamento dice che “un giocatore è attivo quando interferisce con un avversario” è altrettanto vero che tale interferenza è da punire se “impedisce di giocare o essere in grado di giocare il pallone ostruendo la linea di visione” o se “contende il pallone” o se “tenta chiaramente di giocare il pallone che è vicino quando questa azione impatta sull’avversraio” o se “fa un’azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone“. Nel caso in esame Lapadula sì viene a contatto leggermente con Masiello, ma poi quest’ultimo sembra avere tutto il tempo, la capacità e lo spazio di giocare la sfera senza che ci sia il minimo impatto da parte del rossoblù. A maggior ragione, andando a leggere la guida pratica AIA, laddove si specifica che il significato di “azione che impatta sull’avversario” è da intendersi “la capacità (anche potenziale) del difendente di giocare il pallone e si applica a quelle situazioni il cui movimento del difendente per giocare il pallone viene ritardato, ostacolato o impedito dal calciatore in fuorigioco“. Tutti dettagli che sembrano far propendere per la regolarità della rete, ma con la discriminante che Prontera ha visto soltanto il contatto di Lapadula con Masiello e non la giocata nella sua interezza. Poco da recriminare invece sulla decisione del direttore di gara di assegnare il calcio di rigore per il tocco con il braccio di Zappa all’83’. La mezza rovesciata di Lunetta trova infatti la deviazione netta del difensore rossoblù con l’arto sinistro largo e in posizione non congrua, doveroso per Abbattista richiamare al monitor Prontera e per quest’ultimo decidere per il tiro dagli undici metri. Giusto anche il giallo ai danni di Zappa come da regolamento in caso di conclusioni dirette verso la porta.
Matteo Zizola