Premiato dal presidente del Cagliari Tommaso Giulini, bacchettato assieme al VAR dal tecnico rossoblù Walter Mazzarri. Basterebbe la differenza di valutazione del suo operato a spiegare la prestazione dell’arbitro Simone Sozza nel pareggio tra Cagliari e Napoli.
Sufficienza con riserva
Sarebbe dovuto essere Mariani della sezione di Aprilia a dirigere il posticipo del lunedì tra rossoblù e partenopei. È stato invece Simone Sozza di Seregno a prenderne il posto, coadiuvato al VAR da Paolo Valeri di Roma. E non sono mancate le polemiche nel post partita, con un episodio su tutti a prendere la scena in casa Cagliari. Sozza, 34 anni e uno degli arbitri emergenti in Serie A, ha condotto una gara tutt’altro che facile. Tanto agonismo, tanti scontri, ma nel complesso il direttore di gara è stato ben accettato dai giocatori in campo a dimostrazione di un arbitraggio abbastanza positivo. Nonostante l’azione principe che ha fatto storcere il naso a Mazzarri dopo il fischio finale.
Rischio Joao
La gara scorre via con pochi fischi e pochi dubbi per tutto il primo tempo, nonostante qualche episodio meritorio di attenzione. Come al 19′ minuto, quando il Napoli protesta per lo scontro aereo tra Di Lorenzo e Altare, con il difensore partenopeo che sarà costretto ad abbandonare il campo dopo pochi minuti. Situazione sfortunata, la differente fisicità più che la cattiveria portano al testa contro testa tra i due giocatori. Giusto non sanzionare con il giallo il difensore rossoblù. Al 23′ resta a terra Petagna dopo uno scontro a metà campo con Lovato. Il replay evidenzia il braccio del difensore del Cagliari colpire sul collo l’avversario, ma si tratta di un normale contatto di gioco figlio della presa di posizione del rossoblù nell’anticipo sull’attaccante del Napoli. Forse la punizione in favore di Petagna sarebbe stata corretta, ma visto il metro utilizzato da Sozza fino a quel momento è comprensibile l’aver lasciato correre. L’episodio più importante del primo tempo vede protagonista Joao Pedro. È per il capitano rossoblù il primo giallo della gara e il rischio corso dal brasiliano è abbastanza alto. Intervento duro su Rrahmani, con entrambe le gambe in direzione dell’avversario e velocità elevata. Il classico fallo da “arancione“, con alcuni elementi che giustificano l’ammonizione – le gambe sono sì unite e in avanti, ma non tese – e altri che avrebbero fatto altrettanto con il rosso. Escluso per questo motivo un possibile intervento del VAR, fortunato Joao Pedro a cavarsela con il semplice giallo. La seconda ammonizione arriva poco dopo ai danni di Malcuit. Siamo al 42′ ed è netto l’intervento del terzino del Napoli su Dalbert. Entrata in ritardo, cartellino doveroso sia per la natura del fallo sia per aver interrotto un’azione d’attacco promettente del Cagliari (la cosiddetta SPA).
Cartellini e proteste
La ripresa si apre con il primo vero errore di Sozza. Al 49′, a pochi metri dall’area del Napoli, Joao Pedro prende il tempo a Demme e recupera un pallone pericoloso, per poi essere fermato dell’avversario che cadendo raccoglie la sfera con entrambe le mani. Per Sozza c’è fallo in attacco del numero dieci rossoblù, ma a parte una mano a sfiorare la spalla di Demme non sembra esserci alcuna irregolarità del brasiliano, anzi una punizione in favore del Cagliari per l’intervento con le mani del tedesco sarebbe stato più corretto. Un minuto dopo manca il giallo per Goldaniga, il cui intervento sulla caviglia di Mertens – in ritardo e vigoroso – avrebbe meritato la sanzione con il cartellino. Al 64′ arriva l’ammonizione per Koulibaly per un fallo su Joao Pedro simile nella dinamica a quello di Goldaniga su Mertens. Corretta la decisione di Sozza, anche se il direttore di gara avrebbe potuto applicare la regola del vantaggio – il Cagliari era in proiezione offensiva pericolosa – e sanzionare il difensore successivamente. Al 71′ proteste rossoblù per un altro scontro tra Koulibaly e Joao Pedro, con la richiesta del secondo giallo e conseguente espulsione per il senegalese. Giusto fischiare la punizione, ma non ci sono gli estremi per un cartellino ai danni del difensore.
Proteste e VAR
L’episodio che ha fatto discutere nel post partita avviene al 73′ con il punteggio di uno a zero per il Cagliari. Su un angolo dalla sinistra calciato da Marin la sfera arriva sul lato opposto dove Altare e Mario Rui entrano in contatto. Il difensore rossoblù appoggia leggermente la mano sul collega portoghese che, a sua volta, con il braccio alto colpisce il pallone con le dita. Sozza fischia un fallo di Altare su Mario Rui scatenando le proteste del Cagliari con Mazzarri in testa. Due gli elementi da valutare nell’occasione. Intanto ha ragione l’allenatore rossoblù quando, nel post partita, parla di una maggiore esperienza di Mario Rui rispetto ad Altare. La spinta di quest’ultimo, se c’è, è lieve e irrilevante, il terzino del Napoli accentua enormemente il contatto vistosi superato dal pallone. Ha invece meno ragione Mazzarri quando si lamenta del mancato intervento del VAR Valeri. Il contatto tra i due giocatori, per quanto leggero, c’è e in questi casi la decisione resta di totale competenza del direttore di gara. L’intensità di una spinta è una valutazione che non lascia nessun margine al VAR, lo stesso sarebbe accaduto qualora Sozza avesse fischiato il calcio di rigore e il Napoli avesse chiesto l’on field review per la spinta su Mario Rui. In sostanza sono legittime le proteste del Cagliari per l’episodio in sé, meno per la decisione del VAR di lasciare al campo l’ultima e definitiva sentenza. Al 78′ c’è infine spazio per una protesta da parte del Napoli per un braccio di Dalbert in area rossoblù. Giusto non punire l’intervento del brasiliano che, in uno scontro con il compagno Altare, tocca sì la sfera con il braccio, ma avendo lo stesso completamente aderente al corpo e in posizione assolutamente congrua.
Matteo Zizola