Il testa-coda tra Cagliari e Milan è per il designatore Rocchi una sfida importante tanto da scegliere Marco Di Bello, internazionale, per dirigerla. Tredicesima stagionale per l’arbitro di Brindisi e centotrentacinquesima in Serie A in una gara condotta senza grossi problemi pur se non sono mancate le polemiche
All’inglese
Solo cinque i falli fischiati da Di Bello nella prima frazione, indice di una direzione che ha lasciato correre senza interrompere il gioco per i numerosi contatti prettamente di fisico. Al 5′ però manca una punizione in favore del Cagliari quando Bellanova viene fermato da Leao nella metà campo del Milan. Arbitraggio all’inglese sì, ma il portoghese dopo aver toccato il pallone in scivolata ferma l’esterno rossoblù nella prosecuzione dell’intervento. Con il fischio manca anche il giallo per Leao che ferma un’azione pericolosa del Cagliari. Al 13′ proteste rossoblù nell’occasione che porta Diaz a concludere fuori da buona posizione. L’azione parte da un intervento di Kessie su Marin, appare netta la spinta con il braccio sulla schiena del romeno e, nonostante il metro utilizzato da Di Bello, la punizione è sembrata netta. Al contrario al 17′ è giusto non punire l’intervento di Diaz su Joao Pedro a metà campo dal quale nasce un’occasione per Messias. Il contatto, se c’è, è lieve e non fischiare rispecchia la conduzione della gara fino a quel momento. Al 19′ viene punito un intervento di Goldaniga su Giroud sul lato corto dell’area rossoblù. Il difensore del Cagliari prende il pallone per poi colpire la caviglia del francese, ma il fischio sembra essere eccessivo. Al 23′ altre proteste del Cagliari per il mancato giallo a Theo Hernandez per simulazione. Il terzino rossonero supera Bellanova per poi lasciarsi cadere senza essere toccato, ma si salva dal cartellino rialzandosi immediatamente. Corretta la decisione di Di Bello. Al 28′ è Theo Hernandez a chiedere un fallo di Bellanova che lo sposta fermando un contropiede pericoloso. Il contatto c’è, ma è lieve e l’arbitro pugliese prosegue nella stessa linea adottata fino a quel momento lasciando correre giustamente. Così come al 35′ quando è Dalbert a lamentare la spinta di Tomori, anche se in questo caso la punizione sarebbe stata la decisione più corretta.
Episodio chiave
La ripresa scorre senza particolari problemi anche se Di Bello fischia nei primi cinque minuti del secondo tempo più falli che in tutta la prima frazione. Scorre tutto liscio fino al 77′ quando arriva il primo e unico cartellino della sfida. A riceverlo è Bellanova, reo di un’entrata imprudente su Messias. Il rossoblù arriva in ritardo sull’avversario e lo colpisce alla caviglia, giusta la decisione del direttore di gara e anche la sanzione per l’ex Bordeaux. All’87’ l’episodio che ha fatto storcere il naso a Mazzarri nel post partita. Sull’angolo dalla sinistra d’attacco del Cagliari, Lovato anticipa Maignan spedendo il colpo di testa a lato della porta del Milan. Il portiere rossonero, però, colpisce con il pugno la testa del difensore rossoblù. Per Mazzarri si tratta di un rigore netto, ma episodi di questo tipo vengono normalmente derubricati a semplici contrasti di gioco. È vero che Maignan colpisce Lovato – per quanto di striscio – ma concedere la massima punizione per quell’intervento sarebbe stato troppo. Nessun margine per il VAR Fabbri che, anche in caso di fischio di Di Bello, non avrebbe potuto chiamare l’arbitro alla On Field Review. Clima incandescente dopo il fischio finale con il parapiglia tra le due squadre. Protagonisti Joao Pedro, Maignan, Tomori e Ibrahimovic su tutti, difficile dare dei giudizi anche se le dichiarazioni nel dopo gara di Pioli parlano di presunti insulti razzisti arrivati dagli spalti all’indirizzo del portiere rossonero.
Prestazione senza grosse sbavature per Di Bello, buono il dialogo con i calciatori e buona anche la scelta di lasciar correre quanto possibile. Forse in alcuni casi sarebbe stato preferibile fischiare di più, ma nel complesso non ci sono stati errori particolarmente importanti.
Matteo Zizola