L’ultima volta che si erano incontrati era la notte di Bari, finale playoff e la promozione con il gol di Pavoletti all’ultimo respiro. A distanza di quasi cinque mesi le strade del Cagliari e di Marco Guida si sono incrociate nuovamente, con il fischietto di Torre Annunziata che è stato designato per la sfida contro il Genoa alla Unipol Domus, terminata sul punteggio di 2-1 per i padroni di casa. E, al contrario dell’ultimo precedente, è stato tutt’altro che un pomeriggio positivo per l’arbitro campano.
Gol annullato e comunicazione
Ritmi alti, ma gara sostanzialmente corretta nei primi minuti. Così per Guida poco lavoro, anche se al 10′ deve richiamare Dossena dopo il fallo del centrale rossoblù su Gudmundsson: intervento con il genoano che si era già liberato del pallone e l’ex Avellino che si salva da un cartellino giallo che non sarebbe stato scorretto. La prima ammonizione arriva al 28′ ed è un errore di Guida, troppo fiscale nel punire l’intervento sì falloso di Malinovskyi su Oristanio, ma senza che ci fossero gli estremi per la sanzione disciplinare. Vero è che l’ex Atalanta “pizzica” con uno step on foot la punta del piede dell’avversario, ma non tutti i cosiddetti pestoni sono da punire con il giallo e in questo caso non c’erano gli estremi per il cartellino. Cartellino che invece manca, così come la punizione, quando Goldaniga salta anticipando Dragusin all’altezza della linea di centrocampo, ma sul contrasto aereo il difensore del Cagliari ha il braccio decisamente largo e colpisce con il gomito il collega romeno del Genoa. Ammonizione per imprudenza che sarebbe stata probabilmente la decisione più corretta, ma Guida non ha nemmeno concesso la punizione. Al 40′ arriva il vantaggio dei padroni di casa firmato da Luvumbo, ma il fischietto di Torre Annunziata annulla per un fallo dell’angolano ai danni di Vasquez. Decisione che ci sta, attaccante e difensore si incrociano e sembra esserci un contatto che porta alla conseguente caduta del messicano, tanto che il VAR Paolo Mazzoleni conferma quanto visto da Guida. Il problema, però, è nella modalità con la quale l’arbitro mostra la propria decisione. Quando Luvumbo e Vasquez si incrociano, il direttore di gara si porta il fischietto alla bocca per poi lasciare proseguire l’azione. Una volta che Luvumbo mette il pallone in rete, Guida fischia e indica il centrocampo come ad assegnare il gol, salvo poi subito dopo spostare il braccio in direzione del punto d’impatto per poi indicare la direzione della punizione in favore degli ospiti e, con ampi gesti, segnalare il no per far intendere l’annullamento della rete. La sensazione è che Guida abbia prima lasciato correre, poi rivedendo l’azione nella sua mente abbia deciso di punire Luvumbo per il contatto con Vasquez facendo però confusione nell’indicare la punizione. Non avrebbe senso dal punto di vista del protocollo lasciar correre per tenere aperta l’opzione VAR perché, su questi contatti e la loro intensità resta valida sempre e comunque la decisione dell’arbitro in campo e dunque Guida sbaglierebbe a non scegliere sulla base di ciò che ha visto. In sostanza gol che appare giustamente annullato, meno corretta l’evoluzione del processo decisionale. Infine proteste del Cagliari quando, al termine dell’unico minuto di recupero della prima frazione, l’arbitro classe ’88 non fa battere il calcio d’angolo ai padroni di casa: scelta corretta, non essendoci state situazioni durante il periodo extra che potessero portare a un allungamento.
Rigore mancante e metro alterno
La ripresa è più tirata e Guida non sembra reggere dal punto di vista della concentrazione. Metro molto largo, ma spesso e volentieri in maniera eccessiva. Al 50′ è regolare il gol del primo vantaggio del Cagliari, Viola è in gioco sul pallone servito da Oristanio così come il blocco a inizio azione del numero 10 su un avversario non punibile. Un minuto dopo è altrettanto regolare il pareggio del Genoa: sul cross dalla destra Gudmundsson entra in contatto con Goldaniga, ma si tratta di reciproche scaramucce con il difensore che nemmeno protesta una volta subita la rete. Al 52′ inizia la partita nella partita tra il fischietto campano e Luvumbo. De Winter trattiene vistosamente il numero 77 rossoblù, l’arbitro lascia correre sbagliando. Al contrario è corretto non sanzionare il contatto tra Oristanio e Malinovskyi due minuti dopo, è l’attaccante scuola Inter a rallentare la propria corsa e lasciarsi cadere senza che l’avversario faccia nulla per fermarlo, anzi. Al 56′ grave errore di arbitro e VAR quando sorvolano entrambi sulla netta spinta di Dragusin a Luvumbo in piena area del Genoa. Vero è che generalmente l’entità delle spinte non è parte dei compiti del VAR, ma con Guida coperto dalla schiena di Dragusin e con le due mani del difensore che in maniera piuttosto netta spostano l’attaccante senza interessarsi del pallone appare il classico chiaro ed evidente errore del direttore di gara. Non regge nemmeno un eventuale discorso sul vantaggio – prima Zappa e poi lo stesso Luvumbo vanno al tiro a botta sicura – perché non essendosi concretizzato Mazzoleni al video avrebbe dovuto richiamare alla OFR il collega in campo. Poco dopo arriva il raddoppio del Cagliari: azione che parte da una spallata energica di Jankto su Gudmundsson, ma è bravo in questo caso Guida a lasciar correre visto anche il metro utilizzato fino a quel momento. Al 71′ doppio cartellino, ammoniti sia l’islandese del Genoa che Goldaniga, protagonisti di reciproche scorrettezze dopo alcune spinte con il pallone uscito dal campo. All’86’ De Winter abbatte Petagna in area, Guida sembra fischiare il rigore per il Cagliari ma l’assistente contestualmente alza la bandierina per un precedente fuorigioco di Azzi a inizio azione, posizione irregolare confermata dal VAR e che annulla quello che sarebbe stato un netto fallo del genoano. Al 91′ netta spinta di Dragusin su Petagna davanti all’assistente sotto la tribuna, nessun fischio e giallo per l’attaccante ex Monza per le plateali proteste. Ammonizione giusta, ma punizione netta che manca. Così come al 93′ è Viola a finire sul taccuino di Guida sempre per proteste dopo che il direttore di gara, inspiegabilmente, sanziona un presunto fallo del numero 10 su De Winter che, di fatto, scivola da solo nel tentativo di proteggere palla. Ripartenza pericolosa del Cagliari fermata e beffa del cartellino. Infine, dopo aver rischiato un minuto prima, giustamente sanzionato Scuffet con il giallo per perdita di tempo al 97′, mentre altro errore con Viola vittima un minuto dopo quando Sabelli lo abbatte all’altezza della bandierina del calcio d’angolo senza che Guida fischi il netto fallo
Matteo Zizola.














