Una conduzione spesso lineare nella gestione dei duelli, ma due errori grossolani e un dubbio finale per un giudizio non del tutto positivo. Marco Di Bello della sezione di Brindisi ha commesso due leggerezze – in questo non aiutato dagli assistenti – inficiando una prestazione per il resto sufficiente nel pareggio tra Cagliari e Como arbitrato dal fischietto pugliese.
Metro e disattenzione
Poco lavoro per il VAR, con le prime giornate utili anche a capire la soglia d’intervento degli assistenti al video. Chiamato in causa però già al 3′ per il netto fuorigioco di Belotti – poi confermato dal VAR Matteo Gariglio di Pinerolo – in occasione del vantaggio del Como poi correttamente annullato. Non era in posizione irregolare a inizio azione Cutrone, poi autore dell’assist al compagno oltre Yerry Mina, penultimo difendente del Cagliari. Al 10′ seconda occasione che vede Luvumbo finire a terra dopo una palla contesa con un avversario. In questo caso è Barba a trattenere l’attaccante rossoblù che, però, fa altrettanto per poi lasciarsi cadere. Metro che sarà più o meno lo stesso per tutta la gara, con Di Bello a premiare più chi resta in piedi piuttosto che chi si lascia cadere cercando la punizione. Ne faranno le spese, oltre Luvumbo, anche i vari Mina, Cutrone, Cerri e Lapadula a più riprese. Al 12′ il primo cartellino del match, corretto il giallo mostrato a Braunoder dopo un intervento volontario su Azzi per fermare una possibile azione pericolosa d’attacco del Cagliari. Al 13′ errore grossolano del direttore di gara e del suo assistente che non vedono la rimessa irregolare battuta da Azzi e che porterà all’occasione di Luvumbo. Ben oltre la tolleranza il gesto dell’esterno italo-brasiliano, rimessa che Di Bello avrebbe dovuto invertire. Primo cartellino per i padroni di casa, al 17′ l’entrata in ritardo di Prati in occasione di una palla contesa con Strefezza con il centrocampista rossoblù che arriva lungo e si scontra con l’avversario. Giusta l’ammonizione. Al 18′ entrata in ritardo su un pallone alto da parte di Mazzitelli che colpisce Marin con il gomito sotto il collo, giusto il fallo fischiato da Di Bello che altrettanto correttamente non mostra il giallo al giocatore del Como. Situazione che va tenuta a mente per la decisione nel finale di gara con protagonisti Nico Paz e Deiola nell’area del Como. La sfida scorre senza particolari problemi per il fischietto classe ’81 fino al 41′ Moreno entra in ritardo su Azzi. Lo spagnolo colpisce anche il pallone, ma la scivolata è dura e imprudente e il toccare anche la sfera non un lasciapassare. Tantomeno per l’ammonizione giusta con la quale Di Bello sanziona il terzino di Fabregas.
Errore e dubbio
La ripresa parte senza particolari sussulti per l’arbitro di Brindisi, solo al 59′ il primo episodio che giustifica un richiamo verbale quando Cerri spinge Mina a palla lontana e Di Bello lo catechizza. Animi ben tenuti a bada dal direttore di gara. Qualche minuto prima era arrivato il pareggio del Como e, pur se non rivista al classico replay – come in occasione del gol annullato a Belotti – appare chiara la posizione regolare di Cutrone con Marin che sul palo opposto lo tiene in gioco. Al 63′ arriva il secondo giallo per il Cagliari, è Marin a essere punito per una trattenuta su Cerri. Il fischietto pugliese lascia prima correre, poi torna sui propri passi e valuta da ammonizione la scorrettezza del romeno. Fallo ai limiti della SPA – non sembrava quella del Como una potenziale azione d’attacco – ma probabilmente viene punita la natura della trattenuta. Al 78′ l’errore più importante nella prestazione di Di Bello, quando – poco aiutato dagli assistenti e con il VAR con le mani legate – non vede il retropassaggio volontario di Barba verso Reina che, per evitare un autogol, recupera il pallone con le mani senza essere punito con il calcio di punizione indiretto. Infine verso la fine del quinto dei sei minuti recupero altro episodio dubbio dentro l’area del Como. Su una palla contesa Nico Paz salta verso Deiola colpendolo con il gomito – relativamente basso – all’altezza del collo. Un’entrata simile per certi versi a quella di Mazzitelli su Marin nella prima frazione – e punita con la punizione – pur se la velocità nel caso di quest’ultimo episodio era più elevata. Decisione complessa, giusto che non intervenga il VAR non essendoci gli estremi del chiaro ed evidente errore. Con l’intensità degli interventi lasciata all’arbitro di campo, nel bene e nel male, e con il mancato intervento del VAR che teoricamente non sarebbe dovuto arrivare nemmeno in caso di concessione del rigore.
Matteo Zizola