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La Moviola di Atalanta-Cagliari | Prontera e VAR assolti nonostante le polemiche

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​Atalanta-Cagliari sarebbe dovuta essere una sfida apparentemente tranquilla, segnata nel risultato, proibitiva come da parole del direttore sportivo del Cagliari Capozucca nel prepartita. Invece i rossoblù di Mazzarri hanno espugnato Bergamo e anche per il direttore di gara Alessandro Prontera è stata una gara tutt’altro che semplice.

Approccio sereno
Tredicesima in Serie A per il fischietto di Bologna, la prima ad arbitrare il Cagliari. Al VAR Di Bello, anche lui coinvolto nelle rimostranze di Gasperini dopo il fischio finale. Eppure la prima frazione della sfida non aveva dato chissà quali grattacapi al direttore di gara. Episodi discutibili non sono mancati, ma nulla di trascendentale. Al 18′, ad esempio, c’è un intervento di Pasalic su Goldaniga. Il nerazzurro pesta il piede del difensore del Cagliari, potrebbe starci il giallo ma per il metro utilizzato fino a quel momento è lecito fischiare senza sanzionare l’atalantino. Giallo che arriva al 24′, giustamente, per Dalbert. Dura l’entrata del brasiliano su Djimsiti, già di per sé meritevole dell’ammonizione, oltre a essere il terzo fallo commesso dal rossoblù su un avversario. Al 35′ arriva il secondo cartellino, questa volta ai danni di Grassi. Superato da Pessina, trattiene il nazionale azzurro evitando un’azione pericolosa. Giallo per SPA (Stop promising attack – fermare un attacco promettente) ​da manuale. Al 37′ protesta Pasalic per un’entrata di Goldaniga a metà campo, ma è un semplice contatto con il corpo con il difensore che prende posizione e di fisico ferma il nerazzurro. Dubbi invece per la decisione di Prontera al 41′ quando è evidente il fallo di Palomino su Grassi al limite dell’area. L’arbitro fa correre per il vantaggio, Pereiro ha infatti un’occasione abbastanza promettente tra i piedi, ma lo stesso uruguaiano aspetta un fischio che non arriva. Vantaggio che non si manifesta, sarebbe stato più corretto tornare sui propri passi, assegnare la punizione dal limite al Cagliari e ammonire Palomino.

Episodi chiave
Tanto in apparente discesa il primo tempo, quanto portatore di polemiche il secondo. Fin dall’inizio con il gol del vantaggio del Cagliari realizzato da Gastón Pereiro. Sono due gli elementi all’attenzione del VAR. In primis la posizione del Tonga sul cross di Dalbert, regolare, e il possibile tocco di Grassi che avrebbe messo quello sì in fuorigioco l’attaccante rossoblù. Nessuna deviazione del numero 27, pertanto Pereiro è in gioco. Il secondo elemento è invece quello che ha fatto infuriare Gasperini nel post partita. Pereiro tocca o no con il braccio il pallone prima di depositarlo alle spalle di Musso? Due replay non chiariscono la dinamica. In uno il rossoblù sembrerebbe sistemarsi – involontariamente – la sfera con il braccio destro prima di calciare in porta. Nel secondo, invece, il tocco con il braccio non c’è. In caso di controllo con il braccio, per quanto casuale, sarebbe stato doveroso annullare la rete visto che ogni deviazione di quel tipo in attacco appena prima del gol deve essere sanzionata. Perché il VAR non ha chiamato Prontera al video? Perché esistendo due immagini che si contraddicono è impossibile stabilire se si sia trattato o meno di un fallo di mano da parte di Pereiro, e pertanto resta la decisione presa in campo dal direttore di gara. La stessa decisione sarebbe stata presa in caso di annullamento del gol da parte dell’arbitro, il VAR avrebbe dovuto confermare quanto visto da Prontera e non avrebbe potuto cambiare la decisione del campo.

Due minuti dopo la convalida della rete è di nuovo Pereiro a essere protagonista. Recupera palla su Djimsiti, si lancia verso la porta dell’Atalanta e, dopo aver superato Musso viene steso proprio dal portiere al limite dell’area. Rosso per DOGSO (Deny Obvious Goal Scoring Opportunity – negare un’ovvia occasione da rete) e Atalanta in dieci. Espulsione che ha elementi a supporto nonostante la presenza di Palomino che avrebbe potuto liberare prima che Pereiro arrivasse sulla sfera. Intanto siamo in posizione centrale, poi il fallo di Musso è netto, infine non è possibile sapere se senza l’intervento del portiere Palomino avrebbe anticipato Pereiro ed evitato la conclusione a porta sguarnita del Tonga. Rosso giusto, soprattutto senza margini di manovra per un intervento VAR.

Finale teso
Da quel punto in poi la gara diventa abbastanza nervosa soprattutto da parte atalantina. Al 61′ giallo per Zappacosta, reo di aver fermato Dalbert e una possibile azione promettente del Cagliari. Al 62′ è Goldaniga a rischiare l’ammonizione quando allontana a gioco fermo il pallone, scatenando le proteste del pubblico. Un minuto dopo arriva invece il cartellino per il diffidato Deiola dopo aver sgambettato Boga sulla fascia sinistra della difesa rossoblù. Dubbio sull’effettivo tocco, l’ammonizione è comunque per aver fermato un’azione promettente e non per l’entità dell’intervento. Al 66′ manca invece il giallo per Zapata che simula in area del Cagliari in maniera abbastanza goffa. Si rialza e non protesta, ma il cartellino sarebbe stato una scelta corretta. Molti dubbi sull’entità del recupero concesso da Prontera. Otto minuti sono sembrati eccessivi nonostante il lungo check VAR in occasione del gol di Pereiro e lo stop per i crampi occorsi a Bellanova. La gara nella ripresa ha sì avuto interruzioni, ma tra tre minuti per i cambi effettuati, lo stop sulla rete rossoblù e quello per l’espulsione di Musso sei, massimo sette minuti sarebbero stati probabilmente accettati anche da Mazzarri. Il tecnico rossoblù ha protestato vigorosamente per la scelta di Prontera, effettivamente abbastanza rivedibile. E a riguardo nessun aumento del tempo aggiuntivo a causa delle due ammonizione comminate a giocatori rossoblù dopo il 90′. La prima per Cragno che, con un raccattapalle a consegnargli un pallone per il rinvio dal fondo, lo ignora preferendo andare a recuperare una sfera ben più lontana. Perdita di tempo evidente e giusto giallo al portiere di Fiesole. Al 92′ accade lo stesso per Goldaniga, prima salvato al 62′ e poi correttamente ammonito per perdita di tempo.

Matteo Zizola

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