Prima Daniele Orsato a Bologna e poi Daniele Doveri contro l’Udinese, due profili di esperienza scelti dal designatore Gianluca Rocchi per le sfide del Cagliari. Contro l’Atalanta a Bergamo è toccato invece al giovane Ermanno Feliciani, alla seconda presenza stagionale in Serie A, la settima in totale. Per il fischietto classe ’91 una direzione improntata allo stile europeo, con un episodio su tutti a lasciare più di un dubbio.
Dominio
Un primo tempo gestito con tranquillità e senza difficoltà per il direttore di gara della sezione di Teramo, favorito dalla supremazia totale dei padroni di casa con i rossoblù di Ranieri remissivi e poco cattivi. Al 22′ passa in vantaggio l’Atalanta con De Ketelaere, ma la rete viene annullata per il fuorigioco a inizio azione di Lookman, autore dell’assist per il belga. Posizione confermata dal VAR con Azzi che sul lato opposto rischia di tenere in gioco l’attaccante nigeriano. Il gol arriva dieci minuti dopo, questa volta è De Ketelaere a servire Lookman per la rete nerazzurra, con l’ex Milan che parte in posizione regolare abbondantemente dietro Dossena. Poco prima della rete del vantaggio bergamasco giusto il giallo mostrato a Deiola, reo di aver trattenuto Ederson bloccando così una promettente azione d’attacco (SPA). Al 37′ inizia la battaglia personale di un nervoso Luvumbo quando, dopo un contrasto con Zappacosta e angolo guadagnato, l’angolo dà un buffetto all’avversario senza che Feliciani vada oltre il richiamo verbale. Ammonizione che non può non essere comminata dall’arbitro al 41′ con Luvumbo che più per proteggersi che per volontà netta spinge Kolasinac verso l’accorrente Musso: giallo per imprudenza comunque corretto.
Tra rigore e protocollo
L’episodio centrale arriva nella ripresa. Prima c’è spazio per il giallo al 53′ all’indirizzo di Djimsiti per un intervento in ritardo su Azzi, corretto il cartellino sia per imprudenza che per SPA. Al 55′ Feliciani richiama Kolasinac dopo le veementi proteste del difensore per un presunto fallo di Nández non ravvisato né dall’arbitro né dall’assistente, gioco pericoloso che però sembra essere più del bergamasco che del rossoblù. Un minuto dopo l’episodio chiave sul quale anche Ranieri ha avuto modo di commentare nel post partita. Siamo al 56′ quando Luvumbo entra in area dalla destra, va verso il fondo e viene atterrato da De Roon vicino alla linea di porta. Feliciani lascia correre e dopo silent check con il VAR Abbattista viene confermata la decisione. Il contatto appare netto e meritevole del calcio di rigore, l’olandese va dritto su Luvumbo e non tocca il pallone. L’unico aspetto che lascia aperta la mancata concessione è che l’angolano cerca l’avversario più che andare verso la sfera, ma il movimento appare congruo con l’azione e non tale da giustificare il mancato fischio. Mani legate però per il VAR per due motivi che rispondono così in maniera negativa alle parole di Ranieri: in primis l’entità dell’intervento di De Roon che resta a discrezione dell’arbitro in campo, in seconda battuta l’assenza di chiaro ed evidente errore essendoci basi – seppur minime – a giustificare la decisione del fischietto di Teramo. Al 62′ protesta invece l’Atalanta per un presunto tocco di braccio di Dossena in area, ma la palla impatta sull’ascella con il difensore in posizione congrua e la sfera che arriva dopo un rimpallo ravvicinato. Infine manca una punizione in favore del Cagliari all’89’, netto il fallo di Scalvini su Luvumbo ma Feliciani comanda una semplice rimessa laterale.
Matteo Zizola