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Juventus-Cagliari e rigori: l’analisi di Open VAR sull’operato di Marinelli e Paterna

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Due rigori, un’espulsione e il VAR decisivo per l’assegnazione dei tiri dagli undici metri. Era così inevitabile che la gara tra Juventus e Cagliari di ieri 6 ottobre, terminata sul punteggio di 1-1, finisse al centro di Open VAR, il programma di DAZN in collaborazione con l’Associazione Italiana Arbitri nel quale vengono mostrate le immagini di alcuni episodi selezionati con l’audio tra la sala di Lissone e l’arbitro a corollario. In studio presente il vice commissario della CAN A Andrea Gervasoni, assieme agli ex calciatori e opinionisti dell’emittente televisiva Luca Toni, Massimo Ambrosini e Marco Parolo, quest’ultimo peraltro presente a Torino come commentatore tecnico.

Tra regolamento e dinamica

Le immagini partono dal primo episodio, il rigore concesso alla Juventus per fallo di mano di Luperto durante un’azione da calcio d’angolo. L’audio conferma che il direttore di gara, Livio Marinelli, non ha visto alcun tocco del difensore rossoblù, assegnando dunque la rimessa dal fondo per il Cagliari dopo il colpo di testa di Gatti: “Attaccante, per me attaccante, fondo”, le parole dell’arbitro della sezione di Tivoli. A questo punto parte l’analisi accurata del Var Daniele Paterna insieme all’AVAR Valerio Marini che si concentrano subito sul possibile tocco con la mano del centrale ex Empoli: “Un’altra immagine per Luperto”, si sente dalla sala VAR, e quindi “questa mano, questa mano”, indica Paterna ai collaboratori nella sala di Lissone. Qui Marinelli chiede a Paterna se è tutto ok, con il VAR che chiede tempo. Dopo diverse analisi sulle immagini a disposizione per capire se effettivamente Luperto ha colpito con la mano o meno, fino a certificare che sì, il contatto tra pallone e dita del centrale è realmente avvenuto. Così arriva la comunicazione del VAR a Marinelli sul possibile calcio di rigore, con la On Field Review pronta, ma in attesa dell’ulteriore controllo dell’APP, ossia dell’Attacking Possession Phase. Stabilita la regolarità della battuta del corner, con la sfera che non è uscita nella traiettoria, l’arbitro prima comunica la situazione ai giocatori in campo e poi, richiamato, si porta verso il monitor a bordo campo. “Punto di contatto chiaramente punibile” dice Marinelli rivolto alla sala VAR davanti all’immagine proposta, per poi aggiungere “fammi vedere l’azione in dinamica, mandamelo solo a velocità naturale, senza essere rallentato”. Ed è qui che manca la vera analisi dell’episodio, perché intanto la richiesta del direttore di gara di velocità naturale non viene accolta e poi, soprattutto, perché l’azione nella sua interezza non viene presa in esame né dal VAR né dal fischietto laziale. Manca in sostanza la visione d’insieme, ossia il perché Luperto abbia il braccio in posizione punibile, situazione che nasce dallo scontro aereo con Gatti e Adopo per la contesa della sfera. E le parole di Gervasoni in studio confermano la sensazione di una decisione più burocratica che calcistica: “Da regolamento rientra nella casistica del fare se stessi più grandi, la mano sopra la testa…voglio far notare come Marinelli chieda la velocità in dinamica, il 100%, perché vuola la restituzione del movimento in dinamica del difensore del Cagliari, perché il calcio non è fermo immagini, per vedere perché il giocatore del Cagliari ha la mano sopra la testa. Valutata, ritiene il movimento non congruo e quindi opta per la punibilità”. Parere che viene però contestato dagli ex calciatori in studio, partendo da Parolo: “Il movimento è congruo in base all’azione che è andata a verificarsi. È vero che prende la mano, ma è un colpo di testa debole e che sta andando fuori dalla porta (aspetto che però non conta nella punibilità, n.d.r.), avvantaggi troppo l’attaccante in queste situazioni nel cercare il calcio di rigore. Ci sono troppe dinamiche che possono aiutare l’attaccante che va a colpire su un calcio d’angolo per o guadagnare il gol o un calcio di rigore. Ampli troppo lo spazio d’intervento”. Al parere dell’ex centrocampista della Lazio si aggiunge quello di Ambrosini: “Questo è un rigore che va contro la dinamica calcistica, questa è una cosa che non esiste per me al mondo. Il braccio può essere non congruo quanto vogliamo, ma sta correndo all’indietro…capisco (che sia punibile, n.d.r.) quando tu ti proteggi con le mani inconsciamente quando uno sta crossando, ma cosa deve fare questo ragazzo qua? Cioè, prende la palla con la mano cascando e la palla sta…dai…ci vuole una cosa, che magari agli arbitri non è richiesta, che è un’interpretazione calcistica, che magari amplia la soggettività della decisione…qualunque tipo di osservatore ti dice che questo è un rigore, un tocco che non ha nessuna valenza, nessun vantaggio nei confronti del calciatore”. Spiegazioni che, in generale, confermano quanto riportato nella nostra moviola sulla gara di Torino.

Piccoli dettagli

Il rigore assegnato al Cagliari a pochi minuti dal termine è il secondo episodio preso in esame della sfida dell’Allianz Stadium. In questo caso è interessante sentire l’audio che riporta la reazione di Marinelli in presa diretta appena dopo il contatto tra Piccoli e Douglas Luiz: “No, no, no! Calcio di rinvio, è fermo il difensore, è fermo il difensore, non calcia il difensore, per me il difensore è fermo, si scontrano ma non è calcio di rigore”, sono le prima parole del direttore di gara, a conferma che la sua prima sensazione è quella di uno scontro di gioco senza né negligenza né imprudenza da parte del centrocampista bianconero. Dalla sala VAR arriva la classica comunicazione del check in corso, per poi iniziare a visionare le immagini dalle diverse telecamere a disposizione. Intanto per “capire chi fa cosa”, come rilevato da Paterna nella sala di Lissone, per poi arrivare abbastanza brevemente alla conclusione che “sì, il calcio glielo dà, lui ancora il pallone lo può giocare”. Così, prima di richiamare Marinelli alla On Field Review, il VAR passa al setaccio l’APP, verificando la regolarità dell’azione che porta all’episodio incriminato (nessuna posizione irregolare e, soprattutto, è rimasto in campo il pallone durante il duello tra Zappa e Cambiaso) e infine confermando che Piccoli “qui lo anticipa e lui gli dà un calcio da sotto”. Il resto è normale svolgimento della review in campo, con l’arbitro richiamato al video, le immagini mostrate e il rigore concesso senza dubbi dopo aver richiesto, essendo questa volta accontentato, la visione in dinamica a velocità normale. In studio Gervasoni conferma la bontà della decisione, aggiungendo anche un appunto sulla successiva espulsione di Conceição: “Secondo rigore corretto perché Marinelli descrive il difendente fermo, invece lui calcia e colpisce l’attaccante. Secondo me l’errore in questa gara è la seconda ammonizione per simulazione, perché il giocatore cade dopo essere stato toccato, in maniera non punibile perché comunque non è rigore, ma la simulazione secondo noi è un provvedimento eccessivo”.

Matteo Zizola

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