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IQ ed esperienza: Sokolowski può essere l’equilibratore della Dinamo Sassari

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“È un robot, una macchina”. Coach Igor Milicic dopo la semifinale della Coppa Italia poi vinta dalla sua Ge.Vi. Napoli parlava così di Michal Sokolowski. Un giocatore voluto sotto il Vesuvio da quel coach che lo aveva potuto già avere con lui in Polonia, al Wlocklawek, poi brevemente al Besiktas e soprattutto in una nazionale in crescita capace nel 2022 di entrare tra le prime quattro squadre d’Europa. Il ruolo, in tutti i fronti, è stato sempre lo stesso. Quello dell’equilibratore, del giocatore che con la voce, con i movimenti e con i gesti poteva essere la longa manus del tecnico. In una carriera ormai lunga però e dopo anni da parte di un duo che non si dissolverà completamente, Sokolowski ha scelto un’altra strada. Quella che nella prossima stagione lo condurrà a Sassari, dove un altro tecnico proveniente dai Balcani come Nenad Markovic proverà a dargli compiti simili, ma anche importanti responsabilità.

Capacità

Per capire l’importanza di Sokolowski nell’ultima Napoli vista in campionato bisogna guardare al minutaggio. In una squadra in cui era il quintetto base, con l’aggiunta di Pullen, a spartirsi maggiormente i 40’ sul parquet, l’ala polacca risulta il giocatore che restava più a lungo in campo: 33.3 i minuti in media giocati, diventati 37 in Coppa Italia, dove i supplementari vissuti con Reggio Emilia in semifinale influenzano leggermente un dato che fa comunque comprendere quanto negli equilibri napoletani il giocatore contasse. Sia offensivamente che difensivamente. Il polacco poteva rubare meno l’occhio rispetto a elementi come Ennis, Pullen o il più che positivo Zubcic di inizio annata, ma era il filo invisibile che teneva in piedi un equilibrio labile guardando ai giocatori citati e alle necessità, soprattutto dei due piccoli, di avere tanti possessi a disposizione. Sokolowski si è trasformato nel collante decisivo che permetteva di avere soluzioni ulteriori per sé e per i compagni. Il polacco non è un giocatore con esplosività tale da creare con continuità dal palleggio, ma la scelta non è da escludere a priori. Il tiro con i piedi per terra rimane però l’opzione più consistente, insieme a quella delle situazioni da post-up, a cui si aggiungono le letture che permettono buoni movimenti senza la palla. Il lavoro fatto spalle a canestro o quello spesso visto sullo Spain pick&roll da bloccante del difensore del lungo – soluzione spesso utilizzata e spesso vincente a Napoli – sono invece la prova dell’attitudine a mettere il gruppo al primo posto. Discorsi che valgono anche in difesa, lato su cui l’attenzione, la fisicità e la conoscenza del gioco fanno sì che il gap atletico possa essere in parte colmato. Sokolowski può sì soffrire giocatori dal primo passo più rapido rispetto al suo, ma è un elemento che può difendere sia contro i pari ruolo che contro le ali grandi – Shields e Mirotic sono stati i due giocatori di cui si è preso cura nella finale di Coppa Italia – e lontano dalla palla ha più volte lasciato buone impressioni. Può dare, quindi, un mix di aggressività e di alta concentrazione che potrebbero essere determinanti per la Dinamo, soprattutto guardando al rientro di Bendzius che in carriera non si è mai distinto per la difesa nonostante gli evidenti passi avanti nella parte finale di stagione 2022-2023. 

Cambio

Sokolowski va a prendere il posto che nell’ultima stagione era di Charalampopoulos. I due giocatori non sono poi così tanto differenti. La doppia dimensione di entrambi, la fisicità e la capacità di correre in transizione, la propensione al rimbalzo, il tiro dall’arco. Giocatori polivalenti, che si possono sposare bene con ali grandi perimetrali (Zubcic nell’ultimo anno a Napoli), in cui però la differenza è stata sostanzialmente una nell’ultima Serie A: la costanza. Motivo per cui Sassari ha deciso di guardare altrove rispetto al greco e di puntare su un giocatore maturo che sarà chiamato a confermarsi e forse anche a produrre qualcosa in più a livello offensivo pur con un minutaggio che potrebbe essere più spalmato nell’arco della gara. Il fattore fisico sarà uno degli aspetti da curare di più. Il polacco dopo una stagione faticosa dovrà raggiungere Milicic per il Pre-Olimpico con la Polonia che inizierà il 3 luglio prossimo. I possibili Giochi di Parigi allungheranno ulteriormente l’annata, mentre nel frattempo Sassari comincerà a preparare l’inizio della preparazione al campionato. La cura del fisico e delle tempistiche di lavoro sarà fondamentale per avere un giocatore in grado di avere l’impatto atteso. Non si parla del giocatore perfetto, ma di quello in grado di fare più cose sul parquet. Motivo per cui quello fatto da Sassari potrebbe essere un colpo importante, sotto il punto di vista prettamente del campo ma anche dello spogliatoio. Ora, per Sassari, manca solo il tassello della guardia titolare. Prestanza fisica, capacità da handler e da realizzatore. Con la destrezza di creare dal palleggio che sarà fondamentale, insieme ai centimetri in più rispetto a Bibbins, per avere quell’equilibrio che già con Sokolowski la Dinamo ha sulla carta cominciato a creare.

Matteo Cardia

 
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