Quello con il tempo è un faccia a faccia continuo. È spesso lui a dettare le regole del gioco, anche se stavolta la Dinamo Sassari è riuscita spesso ad anticiparlo. Solo in un punto preciso del parquet però la società biancoblù non è riuscita a battere sul tempo Crono e le avversarie. Quel pitturato in cui la società sassarese cerca la conferma di Miro Bilan ma in cui potrebbe in realtà dover virare su un altro profilo.
Vecchio stampo
Si sapeva sin dalla fine della stagione sportiva 2021-2022 che la conferma di Miro Bilan sarebbe stata la più difficile da realizzare. Non per il rapporto con la persona, che ha sempre dimostrato di essersi affezionato alla città e all’Isola, ma per l’importanza di un giocatore i cui numeri possono fare gola a squadre con altri budget e tipi di roster. Anche se magari il protagonismo e il minutaggio possono cambiare, la differenza la fanno l’età e la consapevolezza che i contratti più pesanti con il passare del tempo (sì, sempre lui), possono diventare sempre di meno. E per non rischiare di avere rimpianti il professionista i calcoli li deve fare. Bilan è un prototipo di lungo vecchio stile, di quelli che non se ne trovano più. Che con il piede perno ha un rapporto tutto suo, fatto di equilibri difficili da comprendere per uno spettatore che ne osserva da vicino la stazza, e che con la forza fisica preferisce fare a sportellate servendosi della pazienza più che salire prepotentemente sopra il ferro. Un centro balcanico, nel senso che le mani sono quelle di un giocatore che della cura dei fondamentali ha fatto la sua forza, anche per mettere in ritmo i compagni. Ne sanno qualcosa Bendzius ma anche Burnell, che soprattutto nel primo anno a Sassari ha sfruttato bene le capacità da direttore d’orchestra aggiunto del classe 1989. La Dinamo ha aggiunto tanto nel perimetro rispetto a quello che aveva già nel quintetto base, ha giocatori che dell’uno contro uno possono farne linfa vitale e altri che sugli scarichi possono fare davvero male. Manca la ciliegina sulla torta. Quel lungo che basta nel pitturato e possa dare prospettive di gioco differenti rispetto a un Diop che rispecchia, anche grazie a qualche uscita da ala grande, il prototipo del lungo più mobile e atletico, con buone mani anche dalla media. Anche se dall’arrivo di Bucchi e dall’approdo del croato a metà stagione, causa scioglimento del Prometey, il lungo di formazione italiana ha imparato tanto vicino al ferro.
OpportunitÃ
Le opportunità non sono per sempre. Bilan ha ancora un paio di giorni per arrivare alla decisione finale, anche se dalla Grecia l’affare con il Peristais viene dato già per fatto. Prima delle ufficialità è però lecito aspettarsi di tutto. Nonostante il club greco – che ha annunciato Spanoulis come allenatore, una delle guardie che hanno segnato l’ultimo ventennio di pallacanestro europea – sarà uno dei club componenti della Basketball Champions League proprio come la Dinamo, la differenza la fa tutta l’economia della carriera. E a influenzare la scelta c’è anche Misko Raznatovic, agente sia di Bilan che dello stesso Spanoulis che si prepara alla sua prima avventura da head coach in una squadra senior. Senza il centro nativo di Sebenico la Dinamo dovrà fare differenti calcoli. Sono pochi i centri con le caratteristiche del classe 1989 ed è per questo che la società biancoblù potrebbe puntare comunque su un profilo di esperienza, confermando il trend nella scelta dei giocatori del quintetto e non solo, che possa permettere a Diop di continuare la sua crescita, ma soprattutto dal sicuro apporto a rimbalzo, fondamentale cestistico cruciale nella crescita della squadra durante l’ultima stagione giocata. Ma probabilmente un giocatore che non andrebbe a richiamare tutte le caratteristiche del croato.
Aver confermato tanti giocatori e aver inserito quasi tutte le pedine mancanti dal mercato, assicurandosi due giocatori fisici e pericolosi offensivamente come Dowe e Jones già prima della fine di giugno è stato il primo affare sassarese. Il tempo è stato fino a ora preso d’anticipo, le concorrenti pure. Spetta a Bilan ora decidere fino a quando far scorrere le pesanti lancette che determinano il momento giusto per conoscere il suo futuro.
Matteo Cardia














