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Il Leon ritrova il suo habitat: Nández, il Cagliari e una Serie A da difendere

Nahitan Nandez durante Torino-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Il mercato può trasformare le intenzioni, cambiare traiettorie o costruirne di nuove. C’è però la possibilità che le carte presentate all’inizio della sessione possano non differire e che le intenzioni vengano rispettate. “Resto fino alla fine” aveva detto Nahitan Nández dal ritiro in Valle d’Aosta, confermando quello che era già stato lasciato trapelare da dichiarazioni al miele e non solo. Restare per almeno un altro anno, continuando a vestire la maglia del Cagliari in quella Serie A che è apparsa come luogo ideale per la propria voglia di lasciare il segno. Una voglia vista anche a Torino, in un ritorno in massima serie che ha visto il Leon indossare la fascia da capitano.

Disponibilità
Settantatré minuti giocati alla prima uscita di campionato, in un ruolo cucito minuziosamente da Claudio Ranieri per un Nández che ha dato segnali di crescita e confermato quella disponibilità al sacrificio già nota da tempo. Una crescita soprattutto sotto il punto di vista fisico, con quindici minuti in più giocati rispetto alla gara contro il Palermo di poco più di una settimana prima. Con il Leon ancora alla ricerca della forma migliore, quella in grado di far spalmare le energie nell’intero minutaggio di una gara dopo un’estate passata inizialmente ai box causa infortunio nella finale playoff contro il Bari ancora da far digerire al proprio corpo. Alto sulla destra a supporto insieme a Luvumbo del falso nueve Oristanio, con la licenza di spingere sul suo lato a cercare di stressare la difesa granata. Ma soprattutto pedina fondamentale nel guidare la prima fase di pressione rossoblù, con il duplice obiettivo di mantenere il baricentro più alto e dare un segnale sotto il profilo psicologico alla squadra. Una missione di cui Juric non è parso al corrente, con il tecnico granata che si è trovato a fare i conti con un guastatore inatteso. Rischiando anche di subire un gol dal classe ‘95 che solo una prodezza di Milinkovic Savic ha fatto sì che non si trasformasse nel momentaneo 0-1.

Orizzonti
Quantità e qualità. Un mix testimoniato dalla corsa continua, dalle occasioni create ma anche dai passaggi chiave fatti registrare (2 il valore in entrambe le statistiche, numero più alto tra i rossoblù). Tuttavia, contro il Torino alle due variabili si è unita anche la capacità di leggere con meno frenesia le differenti situazioni, in una serata in cui le responsabilità, considerata l’esperienza in più sulle spalle rispetto a diversi compagni, erano aumentate. Un passo in avanti quasi naturale, per un Nández che per anzianità in rossoblù oltre che per le capacità tecnico-tattiche potrebbe vedere accrescere ulteriormente l’importanza della propria figura nello spogliatoio degli isolani. In una Serie A attesa e riconquistata dopo una stagione complessa in B, giocata con in testa la volontà di riportare il Cagliari dove i tifosi volevano. Una massima categoria che anche il Leon sembra avvertire come il proprio habitat. E che dopo la risoluzione dei problemi legali in patria potrebbe rendere anche l’opportunità di vestire nuovamente la maglia della nazionale uruguaiana, con Bielsa che potrebbe guardare anche al suo nome, già valutato quando sedeva sulla panchina del Leeds, per il nuovo corso della Celeste. Sentimenti e non solo, che per il momento lasciano sullo sfondo una situazione contrattuale ancora in divenire e dove le distanze restano. La consapevolezza dei tempi stretti da ambo le parti non esclude sorprese in un anno che deciderà le sorti del giocatore. La situazione non sembra tuttavia avere il potere di far mutare quel ruolo da attore protagonista che il numero 8 rossoblù si è impegnato a far capire di voler recitare. Perché qualsiasi cosa accada, il futuro passa da una Serie A da difendere.

Matteo Cardia

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