L’amarezza e la delusione per la mancata partecipazione dal Tour de France, non sono totalmente cancellate ma il Fabio Aru visto nella quattro giorni in Romania ha ridato morale e fiducia a tutti i suoi tifosi che l’hanno seguito anche in questa avventura.
Dopo il prologo di 2,5 km fatto in maniera tranquilla (vista anche la pericolosità del tracciato cittadino), il villacidrese si è letteralmente preso la scena nella seconda giornata: l’arrivo di Paltinis (15,4 km al 5,2% medio) ha visto il portacolori della Qhubeka-Nexthash scattare varie volte e mettersi in testa al gruppo più volte per fare l’andatura, ma le pendenze forse troppo dolci e un Aleotti in grande crescita, l’hanno relegato al secondo posto. “Volevo vincere, ho provato a fare del mio meglio- le parole del Cavaliere dei Quattro Mori al termine della tappa- sono qui a questa corsa per fare del mio meglio. Faccio i complimenti ad Aleotti comunque, ma domani ci riproverò ancora”. Detto fatto. Nella seconda frazione il sardo ha provato il tutto per tutto nella salita di Balea Lac che portava ai 2031 metri della località montana. Scatti, controscatti e una poca collaborazione con quelli che gli hanno tenuto le ruote, non sono stati sufficienti per riprendere il francese Guerin che si è aggiudicato la tappa su Aleotti che ha così blindato la vittoria finale.
Nella tappa finale, nonostante la relativa facilità del percorso, Aru si è comunque voluto testare su una delle poche difficoltà (4ª categoria) della frazione, non riuscendo a fare la differenza. Per lui un secondo posto finale che dà morale come ha anche sottolineato Sans Vega, DS del team sudafricano al Sibiu: “Siamo certamente venuti qui per salire sul gradino più alto del podio e ci siamo andati vicini ogni giorno: Fabio è stato davvero impressionante, ha lottato per vincere ogni giorno e la squadra lo ha supportato. Possiamo essere orgogliosi di come abbiamo affrontato la corsa, con vero spirito Ubuntu”. Premesso che la concorrenza non era certo altissima, il Sibiu Tour può comunque essere un punto di ripartenza per il 31enne di Villacidro, più per l’atteggiamento in corsa che il risultato in sé. Il finale di stagione con tanto di Vuelta a España potrebbe riservare qualche altra soddisfazione.
Matteo Porcu