Ripartire dalle certezze, quelle che lo erano diventate perché in grado di raddrizzare una stagione iniziata non nel migliore dei modi e più funzionali all’idea di squadra che anche in futuro avrebbe potuto far bene. La Dinamo Sassari durante l’ultima estate ha fatto chiaramente questa scelta. Prima il nucleo italiano rimasto intatto, poi Bendzius, i giovani Diop e Treier e infine il tentativo di tenere Bilan, poi fallito. Nel mezzo la conferma di un giocatore diventato il fulcro delle idee sassaresi, quel Gerald Robinson capace di iscriversi nei libri dei record del club e di diventare imprescindibile per i biancoblù.
Difficoltà
Da quel 20 giugno scorso, quando l’annuncio del rinnovo annuale arrivò dopo alcune settimane il play-guardia nativo di Nashville ebbe il tempo di riflettere sul proprio futuro, il quadro immaginato per la stagione 2022-23 era lo stesso rispetto a quella dell’annata appena terminata. Assicurandosi le prestazioni dell’ex Pesaro e Virtus Roma, la Dinamo avrebbe avuto ancora un giocatore in grado di scardinare le difese con il proprio primo passo e creare gli spazi per i compagni sul perimetro, capace di adattarsi alle caratteristiche di lunghi diversi sul pick&roll, di segnare e di mettere in ritmo gli altri quattro giocatori sul parquet con lui. E anche di dare il proprio contributo in difesa, nonostante alcune amnesie, con più di due palle rubate a partita. Parte di quanto detto è stato messo però presto nel cassetto dei desideri. Perché l’imprevisto dell’infortunio a inizio preparazione ha bussato alla porta e per Robinson è cominciato un digiuno dal campo durato quasi un mese, che l’ha portato direttamente a immergersi nel basket delle partite ufficiali, quelle che danno poco tempo per rifiatare fisicamente e mentalmente, quelle in cui anche la pressione gioca le sue carte.
Attesa
Eppure, la prima gara contro Tortona era stata una delle sue. Quasi sorprendente per il modo in cui le gambe erano girate nella semifinale di Supercoppa, in cui insieme a Bendzius era stato decisivo per l’ingresso in finale (18 e 6 assist). Una partita in cui Robinson aveva dato comunque alcune avvisaglie di idee offuscate in regia vista la poca abitudine a stare in campo con una squadra comunque diversa (5 palle perse). Proprio il capitolo dei possessi persi è quello che potrebbe mettere in luce di più le difficoltà dell’ex Chemnitz, che in Champions League in due partite ha una media di 4.5 palloni lasciati per strada, e che anche nell’ultima uscita contro Trento ha toccato quota 5 perse. Era chiaro che rispetto all’inizio dell’avventura in biancoblù le cifre si sarebbero abbassate, come già capitato nei playoff, ma i numeri – visti comunque gli 11,3 punti e i 5 assist di media fatti registrare finora in Serie A – spiegano solo parzialmente le difficoltà messe in luce dal campo e per cui l’unica soluzione sembrano tempo e pazienza. L’uno contro uno di Robinson è vitale per la squadra e per il giocatore stesso, che si esalta nel momento in cui può creare dal palleggio situazioni di vantaggio per sé e per gli altri. Proprio dal superamento del proprio avversario nascevano e nascono a tratti oggi le situazioni di cui soprattutto giocatori come Bendzius possono approfittare. Il primo a saperlo è coach Bucchi, che finora non ha mai rinunciato a lui nel quintetto base tra Lba e Bcl. E che probabilmente aspetta e lavora anche perché Robinson torni a divertirsi di più, visto che il sorriso e la tranquillità del giocatore erano una degli ingredienti segreti degli equilibri della passata annata. Le settimane piene di allenamento, come quella che sta trascorrendo, non possono che far bene al playmaker statunitense. Che proprio nella passata annata debuttò con la maglia di Sassari contro la Virtus Bologna, anche se sul campo delle V Nere, sorprendendo tutti per il rapido ambientamento. Chissà che la sfida di Sassari contro la squadra di Scariolo di sabato 29 ottobre al PalaSerradimigni, possa essere di buon auspicio per un giocatore di cui i biancoblù hanno estremamente bisogno per cambiare definitivamente marcia su tutti i fronti.
Matteo Cardia














