Due scontri salvezza consecutivi che dovranno dare risposte sui progressi del Cagliari di Davide Nicola. Prima la trasferta di Marassi contro il Genoa di Alberto Gilardino, poi la gara casalinga contro il Verona di Paolo Zanetti. Dopo il pareggio contro il Milan che ha confermato le buone sensazioni date dalla sconfitta contro la Lazio, i rossoblù sono chiamati a una svolta che dia seguito a quella sul piano del gioco, portando a casa anche i punti che sono mancati recentemente. Pavoletti e compagni non vincono una partita di Serie A dal 20 ottobre contro il Torino, dopo il 3-2 casalingo di fronte ai granata sono infatti arrivate tre sconfitte di fila e il pareggio contro i rossoneri prima della sosta per le nazionali.
Lente offensiva
La prossima sfida contro il Genoa non dovrà dare soltanto risposte chiare per la classifica, in un classico scontro diretto dal doppio valore. I dubbi sul Cagliari, infatti, arrivano non appena si guardano le prestazioni a seconda degli avversari incontrati. Da una parte le ottime impressioni quasi sempre lasciate contro squadre sulla carta superiori – Roma, Napoli, Juventus, Torino, Lazio e Milan – e dall’altra le difficoltà incontrate contro chi appartiene alla stessa categoria dei rossoblù, quella dei club del cosiddetto lato destro della classifica. Il pareggio contro il Como in casa, le sconfitte contro Lecce, Empoli e Udinese. Fino a due partite atipiche, quelle contro il Bologna in casa e contro il Parma in trasferta, squadre che hanno specificità che danno ulteriori conferme sui problemi del Cagliari quando chiamato ad affrontare avversari di una certa tipologia. Il filo conduttore appare chiaro: gli uomini di Nicola hanno messo in campo prestazioni positive per gioco davanti a squadre più propositive, mentre hanno avuto maggiori problemi contro avversari più chiusi e più aggressivi. O comunque teoricamente più abbordabili, ma che per caratteristiche creano difficoltà alla filosofia dell’allenatore rossoblù. In questo contesto anche i dati mostrano in maniera chiara quanto la prossima sfida contro il Genoa sia da prendere con le dovute attenzioni. Una squadra con statistiche che rispecchiano la classifica negativa che pur avendo raccolto dieci punti come il Cagliari, ha mostrato fragilità superiori a quelle dei rossoblù di Nicola. Partendo dall’IPO (Indice di Pericolosità Offensiva), dato raccolto dal SICS, che vede il Genoa al penultimo posto con un valore di 32,83 di media a partita. Come proporzione, il Cagliari è al nono posto con 52,91, una differenza importante che non si riflette sulla classifica. Genoa che, se possibile, ha polveri più bagnate di quelle della squadra di Nicola, con un attacco capace soltanto di segnare 9 gol in dodici partite contro i 12 di Pavoletti e compagni, mentre le reti subite sono 22 per entrambe le squadre. Se il Cagliari segna meno di quanto produce – dodicesimo per tiri a partita – ecco che il Genoa non solo ha difficoltà realizzative, ma anche di semplice produzione offensiva, sedicesimo per tiri realizzati in tutta la Serie A con una media di 9,33. Il gruppo di Gilardino fatica in quasi tutti i dati: diciassettesimo per passaggi chiave (18,67, il Cagliari è tredicesimo con 21,64), ultimo per dribbling (10,67 contro 15,55), diciassettesimo per triangolazioni (2,25, Cagliari settimo con 3,45) e infine, restando ai valori offensivi, quattordicesimo per palle laterali (12,42 contro un Cagliari ottimo terzo con 15,73). Solo un dato vede la squadra di Gilardino sopra la media generale della Serie A, peraltro quello che ha messo in difficoltà maggiormente Nicola nella prima parte di stagione: il Genoa è infatti nono per recuperi offensivi con 16,42 a partita, contro Pavoletti e compagni al quindicesimo posto per palle perse difensive, due statistiche che si intrecciano in maniera pericolosa.
Difesa
Passando ai dati che riguardano l’altra fase, quella difensiva, il Genoa è un gradino sopra al Cagliari per IRD (Indice di Rischio Difensivo), un sedicesimo posto con 57,33 contro il diciassettesimo dei rossoblù di Nicola con 58,82. Considerando che, mediamente, si segna un gol in Serie A ogni 30-35 punti di IPO, ecco che per la squadra di Gilardino arrivano spesso, come confermato dai dati, due gol subiti a gara. Nonostante le difficoltà, però, i liguri concedono meno tiri dei prossimi avversari (13,08 e tredicesimo posto contro 13,91 e diciottesimo), meno passaggi chiave (26,58 contro 32,09) e perdono meno palloni difensivamente (14,92 contro 18). Conferma di una squadra che sì produce poco in chiave offensiva, ma che è anche ben strutturata in quella difensiva e che diventa così un pericolo per il calcio di Nicola fatto di uomo su uomo misto a controllo delle linee di passaggio. Considerando i problemi del Cagliari nel convertire in gol l’alta mole di occasioni, ecco che trovare maggiore cinismo contro un avversario che concede meno diventerà la chiave. Avversario che sembra vestire perfettamente i panni di quello peggiore possibile per il Cagliari per tipologia e caratteristiche, poco disposto a concedere spazi e molto chiuso, proprio ciò contro cui i rossoblù hanno faticato maggiormente nelle prime dodici giornate. Non è un caso che le due vittorie siano arrivate contro Parma e Torino, due squadre che concedono, così come le belle prestazioni si siano viste di fronte ad avversari sulla carta superiori. Sempre sulla stessa falsariga anche gli ultimi tre parametri, con il Genoa che sì subisce molti dribbling – quattordicesimo con quasi 15 di media – ma che ha valori migliori della media del campionato sia nelle triangolazioni subite (3,42) che nelle palle laterali subite (13,25). Tra gli aspetti positivi per Nicola c’è la quasi certa assenza di Koni De Winter tra le fila genoane. Il difensore belga, infatti, è il migliore degli avversari in praticamente tutti i parametri individuali, dai duelli vinti fino ai recuperi, passando anche per i passaggi chiave. Oltre a quello generale, in una gara che vede il Cagliari partire con statistiche praticamente migliori in tutto rispetto agli avversari e che dovrà dimostrare, prima di tutto, una consapevolezza mentale che deve seguire la buona impressione lasciata contro il Milan, ma contro un Genoa che esprime un calcio diametralmente opposto a quello dei rossoneri.
Matteo Zizola