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Manuel Fischnaller, attaccante della Torres | Foto Alessandro Sanna

Fischnaller: “Voglio tornare in B con la Torres, qui come a casa”

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In occasione della nuova puntata Serie C…entotrentuno è intervenuto come nostro ospite l’attaccante della Torres Manuel Fischnaller. Dopo le prime sei giornate di campionato in cui, nonostante la tanta corsa e la grande grinta messa in campo, non era riuscito a trovare il primo gol in maglia rossoblù, nell’ultimo turno (il settimo) del girone B della Serie C contro la Lucchese ha messo a segno la rete del vantaggio. Di seguito le parole del calciatore altoatesino.

Sul gol segnato contro la Lucchese

“Sono contento per il gol anche se ho lasciato sul campo quasi una gamba (ride ndr). Mi sono solo spaventato perché con quel colpo mi ha colpito un nervo e per un po’ non sentivo la gamba. Però solo una botta. L’importante però è aver vinto, è stata una domenica veramente bella”.

Ambientamento

“Abito proprio nel centro di Sassari, si sente che in città c’è interesse per la Torres. C’è tanto entusiasmo e positività attorno a questa squadra. A noi fa piacere vedere questo sostegno, i tifosi ci stanno dando una grande mano. Penso che sia sempre emozionante entrare al Vanni Sanna”.

Obiettivo

“Nessuno di noi si aspettava un inizio del genere della Torres, non siamo partiti per vincere il campionato, il nostro obiettivo era quello di affrontare ogni partita come una gara importante. Si è creato un bel gruppo e una bella alchimia sia con la tifoseria che con la città. Tutto questo ci sta permettendo di fare delle belle cose, continuiamo a cavalcare quest’onda e non fermiamoci qua. Noi daremo il massimo, poi vedremo dove arriveremo”.

Sul gruppo

“La differenza la sta facendo il gruppo, anche in Coppa Italia contro l’Olbia hanno giocato quelli con meno minutaggio sulle gambe e non si è notato un calo. In settimana andiamo a mille all’ora, poi ovviamente anche i risultati aiutano. Arriverà qualche sconfitta o qualche pareggio, in quel momento si vedrà la vera forza del gruppo. Però ho delle sensazioni positive, in squadra c’è tanto entusiasmo”.

Sulla scelta della Torres

“Avevo tante squadre interessate durante questa estate, però la Torres è quella che mi ha incuriosito più delle altre. Non ho preso subito la decisione di venire a Sassari, ma ho capito che dentro di me la scelta era già fatta. Mi hanno trasmesso il loro entusiasmo e la voglia di far crescere il progetto. Ho trovato tante somiglianze con quello che ha fatto il Sudtirol, la squadra della mia città”.

Sul ruolo

“Non so dire se preferisco fare la prima o la seconda punta, sono un giocatore di movimento. Mi piace andare incontro al pallone, muovermi nello spazio senza dare punti di riferimento alle difese”. 

Sui tanti sardi in squadra

“I sardi in squadra ci stanno dando una grossa mano, ci fanno capire l’importanza di vestire questa maglia, il senso di appartenenza alla città. Trovo tante similitudini con il mio paese, anche noi altoatesini siamo molto attaccati alla nostra terra, come i sardi alla loro. Questo mi fa molto piacere”.

Sul girone B della Serie C

“Sulla carta è quello più difficile, con tante società dalla grande storia. Le favorite rimangono comunque Cesena, Perugia, Pescara, ma anche la Virtus Entella è una squadra fortissima. Sono tutte squadre difficili da affrontare, come per esempio la Carrarese. Parlando con alcuni compagni che giocano con i toscani, mi hanno detto che a Carrara vogliono vincere il campionato. Loro e la Lucchese sono le squadre che ci hanno messo maggiormente in difficoltà, però noi siamo stati bravi a soffrire e sfruttare le occasioni buone. In questo momento soprattutto a livello mentale e di presenza in campo siamo una spanna sopra tutte le altre. Io in questo momento non ho paura in campo di prendere gol, vedo nei miei compagni la voglia di soffrire e dare tutto per questa maglia”.

Sulla tanta concorrenza in squadra

“La viviamo meglio noi che l’allenatore (ride ndr). Siamo tutti bravi giocatori, dalle caratteristiche differenti. Scotto viene molto incontro, gli piace giocare il pallone, mentre Diakite è più fisico e fa sentire la sua presenza. Poi c’è Ruocco che è un dribblatore eccezionale. In più Sanat e Mastinu che hanno grandissime qualità tecniche. C’è tanta concorrenza, ma la voglia è quella di fare il bene comune della squadra. Senza dimenticare Menabò, questa è la sua prima esperienza in Lega Pro, ha avuto difficoltà a capire la dimensione del campionato ma in allenamento sta dando delle risposte importanti, sta dimostrando che anche lui può dare un grosso aiuto”.

Sulla sua carriera dalle tante squadre e compagni importanti

“Sono andato alla Juventus a gennaio, dopo aver giocato in C2 a 17 anni. Non potevo dire di no ai bianconeri, sono partito da Bolzano e mi sono ritrovato in una realtà completamente diversa. C’erano tanti giocatori fortissimi come Immobile, Iago Falque e Pinsoglio, tra l’altro nel convitto dove abitavo c’era anche Liviero. Immobile aveva già dimostrato che poteva fare in carriera veramente qualcosa di importante, in amichevole faceva dieci gol a partitella. Aveva una voglia di arrivare devastante. Poi c’è stato anche il periodo post Juventus in cui sono tornato al Sudtirol. In nazionale c’era Francesco Rocca, lui non prendeva giocatori dalle big ma calciatori che giocavano con continuità nella Serie C. Quella con la maglia azzurra è stata bellissima per me. In Nazionale Verratti è stato il giocatore più forte con cui ho giocato. Riceveva palla in mezzo a sette e ne veniva fuori sempre alla grandissima. Ho giocato anche con El Kaddouri, anche lui una classe sopraffina, oggi gioca al Paok Salonicco”.

Su cosa gli è mancato per fare il salto di qualità

“Ero in comproprietà tra Reggina e Sudtirol, siamo andati alle buste e il Sudtirol mi ha comprato. Avevo interessi da tante squadre, ma sono rimasto lì. Quella è stata la mia stagione più bella ho fatto 16-17 gol. L’anno successivo mi ha comprato l’Alessandria che voleva a tutti i costi salire in B. Non ci siamo riusciti. Ho provato in tutti i modi ad arrivare in Serie B, ma un po’ per colpa mia, un po’ per colpa del calcio in generale non ci sono riuscito. Però sono contento di quello che ho fatto, il mio sogno è quello di tornare in cadetteria, ci credo e lo farò sempre. Io sono voluto venire alla Torres per tornare in Serie B. Ogni calciatore deve avere un sogno e un obiettivo grande su cui puntare”.

Sulla preparazione atletica

“Sono uno che durante le vacanze non riesce a star fermo, in qualche modo devo allenarmi. D’estate preferisco mettere muscoli sulle gambe perché durante la stagione non c’è mai molto tempo tra una partita e l’altra. Lavoro molto sugli sprint, sui balzi per irrobustire il muscolo. Poi durante la stagione lavoro sul mantenimento del tono muscolare. A livello fisico la resistenza si fa in ritiro con le corse lunghe”.

Su Leandro Greco, suo compagno al Sudtirol e attuale allenatore dell’Olbia

“Come giocatore Greco non si discute, la sua carriera parla per sé. Quell’anno in cui abbiamo giocato assieme si vedeva già la sua inclinazione nel fare l’allenatore. Dava tanti consigli tattici, si notava la sua passione per il calcio e la volontà di allenare. Secondo me ha tutte le capacità per arrivare in alto, avendo giocato a calcio capisce l’ambiente dello spogliatoio. Tatticamente ha esperienza perché è stato di fianco a grandi allenatori. L’Olbia ha fatto una buona scelta nel dargli la possibilità, alla lunga si vedrà la sua identità di gioco. Ha fatto bene anche a sposare il progetto gallurese, è partito da zero con tanti giovani e ha tanti margini per lavorare. La sua squadra, lo ha dimostrato anche contro di noi, la volontà di voler sempre giocare”.

Sul prossimo impegno di campionato contro il Perugia

“Sarà una sfida molto difficile, loro hanno tanta qualità, sono partiti per ritornare in Serie B. Tutti ora vogliono battere la Torres e anche loro non saranno da meno. Noi dovremo essere bravi a saper soffrire, siamo consapevoli di essere una buona squadra e di poterci giocare le nostre carte su ogni campo”.

Su Sassari e sul futuro del progetto Torres

“Conoscevo Sassari, la Torres è una squadra storica chi segue il calcio conosce i rossoblù. Sul progetto? Ci vuole tempo, faccio l’esempio del Sudtirol. Questa società ha la stessa mentalità, sono partiti da zero, sta dando alla città una squadra forte che col tempo porterà la Torres in alto”.

Andrea Olmeo

TAG:  Serie C Torres
 
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