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Fiducia o scelte forti: la Dinamo Sassari al primo bivio della stagione

Un momento di Dinamo Sassari-Tortona | Foto Luigi Canu
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Arriva un tempo per tutto. Anche per riflettere e per decidere dentro una stagione che per il momento sta facendo vedere un lato di sé che non era possibile immaginare alla vigilia. Sconfessare le idee non è mai semplice, anche se la Dinamo Sassari, dallo staff tecnico alla sua dirigenza, sanno che non è impossibile che accada. “Momenti come questo ti fanno pensare, ci si pone delle domande che è inevitabile farsi“, ha affermato coach Piero Bucchi al termine della gara persa con Tortona 74-94. Ogni opzione ha però il suo peso e la bilancia sarà da ben calibrare prima della gara di Varese del 5 novembre che si preannuncia fondamentale.

Ritmo

Quello contro la squadra di Ramondino è stato il primo impegno ufficiale in stagione in cui la Dinamo ha avuto a disposizione tutti i giocatori scelti in estate, tra nuovi arrivi e conferme. A quasi un mese dall’inizio del campionato, Bucchi ha potuto vedere la sua squadra tutta insieme, finendo però per avere un quadro completo sulle conseguenze delle problematiche avute in estate e oltre. Una squadra in cui si nota l’assenza di un Bendzius, non solo per i punti nelle mani del lituano, ma anche per gli effetti che avrebbe avuto sull’impatto degli altri giocatori. E che per cercare di rispondere alle difficoltà passa molto dai tentativi in solitaria e meno dalla coralità, causando quelli che sono dei veri e propri alti e bassi dell’attacco sassarese, con i secondi che superano i primi. Motivo per cui è normale che sotto analisi sia finito soprattutto un Whittaker che per impatto sulla squadra è lontano parente di quello osservato a Wurzburg. La difficoltà nel mettere in ritmo i compagni, nel creare vantaggi dal palleggio e avere un segno continuo in difesa è evidente. Non è semplice per un playmaker avere a che fare con una squadra che aggiunge pezzi in ogni settimana o quasi, ma se il direttore d’orchestra non riesce a mettere in pratica quello che presenta lo spartito, lo spettacolo rischia di essere rimandato spesso. La poca pericolosità dall’arco della squadra – 32,7% da tre, dato distante dalle percentuali degli ultimi anni – è una conseguenza anche delle prestazioni ondivaghe dello stesso Whittaker, ma ha degli effetti negativi sullo stesso giocatore che per incidere avrebbe bisogno di attaccare il ferro con una certa continuità e che invece di spazi ne trova pochi, perché gli avversari possono riempire l’area con più tranquillità rispetto al passato vista le carenze dai 6,75.

Difficoltà

Se offensivamente Sassari patisce maggiormente anche gli up and down di Tyree e la poca verve di Charalampopoulos, limitato benissimo in post nell’ultima uscita da Weems e compagni, è anche perché non ha modo di accendersi in transizione, cosa di cui invece avrebbe estremamente bisogno. Il frutto naturale di una difesa poco aggressiva e collaborativa, la miccia mai accesa di una Dinamo che avrebbe bisogno di maggiore esplosività. Una delle motivazioni per cui Sassari a oggi presenta, insieme a Brindisi, la peggior differenza tra punti fatti e subiti (-63). Ridurre tutto ai tre giocatori che dovrebbero avere più incisività e soprattutto sui due americani che avrebbero maggiori responsabilità in un attacco che segna poco sarebbe però sbagliato. La Dinamo potrà uscire da questo momento, qualunque siano le decisioni che Bucchi e Pasquini prenderanno, solo se ogni componente del roster farà un passo in avanti. Prima di tutto sotto il punto di vista dell’energia, aspetto visibile maggiormente nel proprio lato del campo e a rimbalzo. E a cui nessuno si può sottrarre, neanche una panchina che paga le difficoltà del quintetto base nel creare un certo tipo di ritmo a cui aggiungersi o da cambiare, ma che al momento garantisce un minor apporto – al di là di Diop e di un Cappelletti in crescita – rispetto a quanto ci si potesse aspettare.

Scelte

La squadra sembra vivere in un momento in cui alla caduta di un tassello ne segue un’altra. Un domino all’interno della gara a cui Sassari per ora non riesce a opporre resistenza. Salvo problemi alla schiena per Gentile, Bucchi avrà però una settimana di lavoro con la squadra al completo in vista della gara di Varese. Una squadra, quella lombarda, anch’essa in difficoltà causa diversità dalla scorsa stagione e a pari punti in classifica. Difficile, non impossibile, che Sassari prenda decisioni drastiche nell’unico lasso di tempo lungo prima della piccola pausa natalizia. Gli impegni ravvicinati tra campionato e Bcl caratterizzeranno infatti le prossime settimane, con l’impegno del 7 novembre contro Ludwigsburg che dirà tanto sui destini europei. Sassari si trova così di fronte a un bivio: pazientare e sfruttare una settimana di lavoro differente per dare l’opportunità di reagire ai fischi e ai dubbi a tutti i componenti del roster; oppure decidere in anticipo, sperando che la scelta non si riveli un boomerang. Un momento delicato che non cambia però il fine desiderato: quello di cancellare un’ultima brutta pagina per cambiare il verso di una stagione partita male.

Matteo Cardia

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