Due espulsioni nelle prime ventidue giornate, poi improvvisamente un cartellino rosso a partita nelle ultime tre gare. Il Cagliari ha dovuto fare i conti con l’inferiorità numerica prima contro il Modena, poi contro il Benevento e infine contro il Bari, raccogliendo con l’uomo in meno una vittoria, un pareggio e una sconfitta. E, soprattutto, aprendo il capitolo arbitri, tra le polemiche con conseguente ricorso non accolto dopo la sfida del Braglia e l’acqua sul fuoco di Claudio Ranieri dopo quella del San Nicola.
Segnale
“Ci sono state alcune situazioni poco convincenti che da tempo si stanno verificando, a Modena si sono sommati alcuni episodi anomali e dubbi. Noi paghiamo per quella gara e anche per quella contro il Benevento, resta il desiderio di rigiocare quella contro il Modena“. Così Nereo Bonato nella conferenza stampa dello scorso 8 febbraio, occasione non solo per analizzare il mercato e la situazione generale del Cagliari, ma anche per spiegare la scelta del ricorso – poi rigettato per un difetto di forma – per la gara contro i gialloblù di Tesser persa due a zero. Prima e dopo quella partita, nella quale la prestazione del direttore di gara Perenzoni era finita nell’occhio del ciclone, Lapadula e compagni hanno terminato altre due gare in dieci uomini, contro il Benevento e contro il Bari. Di fronte ai campani, altra sfida citata dal direttore sportivo rossoblù, era toccato ad Altare lasciare anzitempo il campo per doppia ammonizione, mentre nell’ultima uscita in Puglia è stato Lapadula ad abbandonare la partita a 35 minuti dal novantesimo e sempre per doppio cartellino giallo. Non solo, ma anche i rigori provocati da Makoumbou contro il Modena e contro il Bari sono due episodi che hanno fatto storcere il naso, pur se Claudio Ranieri ha ammesso nel post partita del San Nicola che “il rigore c’era”, oltre a puntare il dito sui suoi ragazzi in merito alle ammonizioni ricevute “ingenue che potevamo evitare, per protesta o allontanando la palla” come nei casi proprio di Lapadula – il primo giallo – o di Makombou e Millico nel finale.
Gomiti alti
Fermo restando la penalizzazione subita a Modena con il secondo inesistente giallo nei confronti di Marko Rog, resta da capire se davvero durante l’arco della stagione il Cagliari abbia ragione a sentirsi in debito o se al contrario, come luogo comune del calcio vuole, gli errori si siano di fatto compensati. Partendo dagli ultimi due episodi avvenuti contro il Bari, l’espulsione di Lapadula e il rigore causato da Makoumbou su Maiello, si può andare a ritroso per capire se ci sia stata una certa coerenza o meno in altre occasioni. Il centravanti italo-peruviano ha ricevuto due gialli, il primo per proteste nei confronti di Cheddira e conseguente parapiglia e il secondo per il gomito largo con il quale ha colpito Vicari in una contesa aerea. Cartellino che da regolamento è ineccepibile, ma che in altri casi non ha visto venire applicate la sanzione in egual misura. Sia contro il Cagliari che contro gli avversari dei rossoblù. Il primo esempio in ordine temporale è il giallo mostrato ad Ambrosino del Cittadella nella gara di ritorno al Tombolato. Braccio largo su Dossena e sanzione che ha rispecchiato quella per Lapadula a Bari. Così come sulla stessa falsariga erano arrivati i cartellini per Odogwu per fallo su Altare nella trasferta contro il Sudtirol, per Mazzitelli su Lapadula in occasione del rigore assegnato al Cagliari contro il Frosinone e per Pavoletti su Dell’Orco del Perugia nella vittoria per tre a due contro gli umbri. Al contrario la stessa sanzione – che da regolamento sarebbe stata doverosa – non è stata comminata a Diaw nell’ormai noto Modena-Cagliari quando colpì con il gomito largo e alto Altare, a Nández per un fallo pressoché identico su Gagliolo della Reggina, a Oosterwelde del Parma su Kourfalidis, Rat del Pisa su Lapadula e infine a Curado del Perugia su Pavoletti, con una discrepanza nelle decisioni a volte anche all’interno della stessa partita come in quest’ultimo caso. Ed è qui che il metro arbitrale dovrebbe migliorare sensibilmente, perché questo tipo di interventi non ha discrezionalità e dovrebbe sempre portare al cartellino giallo come da regola numero 12 in quanto si tratta di imprudenza, ovvero quando un calciatore agisce con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario.
Rigore sì, rigore no
Il doppio episodio con protagonista Makoumbou – due rigori molto simili causati prima a Modena su Falcinelli e poi a Bari su Maiello – ha aperto un altro discorso sulla effettiva punibilità dei due falli del franco-congolese. Da regolamento netti, gli avversari anticipano il centrocampista rossoblù che impatta sulla loro gamba invece che sul pallone, e per certi versi simili ad altri episodi che hanno visto sempre il Cagliari protagonista. Senza tornare allo scorso campionato con la massima punizione assegnata a Joao Pedro a Sassuolo per intervento di Frattesi, nella stagione in corso si possono ricordare i rigori di Frosinone – Mazzitelli su Lapadula – e quello di Bolzano contro il Sudtirol – Masiello sempre sul numero 9 – quando in entrambi i casi l’attaccante anticipa il difendente per essere poi steso nel primo con il braccio largo e nel secondo con il ginocchio sul polpaccio. Dalla parte opposta, pur se leggermente differente, simile il rigore causato da Nández su Stulac a Palermo così come quelli di Radunovic su Lungoyi ad Ascoli, di Obert su Partipilo a Terni e infine di Zappa su Frizzolo contro il Perugia. Tutti casi abbastanza simili nella dinamica che hanno trovato decisioni coerenti da parte dei diversi direttori di gara. Altri due episodi della sfida tra Bari e Cagliari hanno suscitato dubbi, i due rigori richiesti da Cheddira prima per un contatto con Lapadula e poi per uno con Dossena. Giustamente non assegnati così come giustamente non sono arrivate ammonizioni per simulazione contro l’attaccante biancorosso. Vero è che la ricerca del contatto lascia spazio al concetto di comportamento antisportivo, ma la furbizia nel provare a mettere la gamba davanti a quella dell’avversario non deve essere confusa con il tentativo di ingannare il fischietto di turno. Episodi peraltro pressoché identici a quelli con protagonista Luvumbo sia contro il Benevento al ritorno che contro il Brescia alla Unipol Domus, secondo il concetto che non tutti i contatti sono da punire con il rigore ma altrettanto non tutti i non rigori sono da punire con la simulazione. Nella fattispecie specifica rientrano anche il tiro dagli undici metri non concesso al Como al ritorno dopo il contatto tra Capradossi e Arrigoni, mentre differenti le richieste di Lapadula contro la Spal nella gara di ritorno in Sardegna. Episodi molto dubbi, con le immagini che però non fecero chiarezza – mettendo fuorigioco il VAR – sull’effettivo anticipo da parte dell’attaccante in un caso su Zanellato e nell’altro su Meccariello. Nella stessa gara più di un dubbio infine l’annullamento del gol di Altare per fallo del numero nove rossoblù sul difensore avversario che provocò la carambola con Alfonso e che non sembrò sanzionabile e, soprattutto, non da intervento del VAR come accaduto.
Dati
Infine uno sguardo ai dati generali del campionato. Il Cagliari è la squadra tra tutte quelle della Serie B ad aver ricevuto meno ammonizioni – 58 in totale – contro le 85 della più “cattiva” – Cittadella. Non solo, ma i rossoblù sono anche tra quelli che hanno commesso meno falli in assoluto, con 351 sono al quattordicesimo posto della speciale graduatoria guidata con 439 dal Perugia e chiusa con 294 dal Palermo. Per quel che riguarda le espulsioni, però, Lapadula e compagni sono ora a quota cinque dopo le ultime tre consecutive nelle ultime tre partite. Guidano la classifica Cittadella e Ascoli con 7, seguite dalla Spal con 6 e quindi dai rossoblù che con 5 sono accompagnati dal Bari e dal Brescia. Il Frosinone dominatore incontrastato del campionato è ultimo, unica squadra a non aver mai ricevuto cartellini rossi nel torneo in corso. Cagliari che tra l’altro è la quarta squadra del campionato per la la miglior media tra falli fatti e cartellini gialli ricevuti – uno ogni 6,05 interventi scorretti – con davanti il Perugia (6,75 falli per subire un’ammonizione), il Modena (6,46) e il Brescia (6,09), con a chiudere la classifica con la media più bassa il Benevento con un giallo ogni 4,29 falli commessi. Gli uomini prima di Liverani e poi di Ranieri hanno subito cinque espulsioni, quattro delle quali per doppia ammonizione e una sola per rosso diretto. Detto di quella con protagonista Rog a Modena, arrivata sul punteggio di uno a zero per gli avversari in una gara poi persa, quella diretta fu subita da Di Pardo a Ferrara per un intervento riconducibile alla vigoria sproporzionata e per il quale la decisione dell’arbitro fu legittima anche se fiscale. Partita poi persa per uno a zero, con rigore del possibile pareggio fallito da Lapadula. Le altre tre espulsioni per doppio giallo sono quelle di Lapadula a Bari già analizzata, quella di Altare contro il Benevento – ineccepibili i gialli per falli su Tello e Acampora – e quella di Obert sempre contro i Sanniti – anche in questo caso senza dubbi. Curiosamente due gare che il Cagliari ha comunque vinto, una delle quali l’unica volta che ha raccolto bottino pieno lontano da casa.
Matteo Zizola