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Energia e freddezza: la Dinamo Sassari e le chiavi per superare i propri limiti 

La stoppata decisiva di Vassilis Charalampopoulos durante Dinamo Sassari-Brindisi | Foto Luigi Canu
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L’adrenalina che sale, che si confonde tra la ricezione delle istruzioni che passano dalla testa alle gambe per opporre all’avversario tutte le armi possibili. La riuscita delle intenzioni, le vene che si ingrossano e che sputano fuori le emozioni con lo sguardo rivolto al pubblico. Un urlo di liberazione che viene solo dopo essersi serviti della freddezza e della concentrazione, perché sulla linea del tiro libero quando il risultato è in bilico le pressioni si possono trasformare in limiti che possono fare paura. Sono queste le due facce della pallacanestro, che al cuore comanda di accelerare quando si tratta dell’azione decisiva in difesa, ma che deve necessariamente rallentare quando la partita ti porta sulla linea della carità. Sono state queste le due facce di una Dinamo Sassari che contro Brindisi ha avuto la meglio solo in finale in cui la tensione era palpabile. Una partita che i biancoblù hanno avuto voglia di vincere, andando oltre le difficoltà di una sfida affrontata non in maniera perfetta.

Segnali

Dieci giocatori a disposizione, non accadeva dal 28 ottobre scorso, quando Sassari sfidò Tortona senza riuscire però a opporgli veramente resistenza. È la prima notizia di una serata in cui Sassari con l’84-81 finale fa segnare il terzo successo in quattro partite e tiene a due vittorie di distanza la zona rossa di una classifica che resta comunque corta. I due punti consentono di prendere una boccata di ossigeno e di dare tranquillità a un ambiente che attendeva una reazione dopo la débacle di Brescia, troppo pesante per non lasciare qualche strascico tra gli spalti. Il Banco ha risposto ai dubbi non sfoderando di certo la sua prova migliore, ma senza avere paura delle responsabilità quando era necessario prenderle. Lo ha fatto prima di tutto in attacco, non solo grazie a un Tyree decisivo nell’attaccare il ferro dal palleggio e in lunetta, ma anche grazie ad alcuni tiri pesanti di Treier e di Charalampopoulos. E dopo in difesa, con la scelta di tenere un quintetto basso nel finale che ha dato quanto voluto sui cambi fattisi sistematici, come confermato dalla stoppata dell’ala greca su Jackson che ha fatto alzare in piedi il Palazzetto e regalato i due punti ai biancoblù.

Ritorni

Il rientro di Diop, ma anche quello di Whittaker, sono stati importanti prima di tutto per dare respiro e ampiezza alle rotazioni. E in un finale in cui il punteggio è stato in bilico la differenza nelle gambe e nella testa di chi è rimasto in campo si è avvertita, soprattutto dalla lunetta (con un 26/29 alla sirena risultato determinante). Il centro senegalese ha lasciato il segno più evidente sulla gara, perché ha riportato quell’energia a rimbalzo e in difesa che alla Dinamo erano estremamente mancati. Vero è che con il passare dei minuti la lucidità in alcune situazioni è venuta meno, ma Diop è stato il giocatore capace di indicare la via ai compagni quando la loro luce sembrava spegnersi. Per Whittaker il discorso è stato differente. Qualche intoppo evidente in difesa soprattutto contro Jackson e nel passare sopra il blocco quando necessario, ma altrettanto rilevante è stata anche la volontà di venirne fuori e di cercare di dare maggior fluidità all’attacco, con una fiammata importante nel terzo periodo. Segnali determinanti per mostrare la faccia giusta di fronte alle perplessità nate in una prima parte di stagione finora non all’altezza, ma soprattutto per giocarsi le proprie carte in un momento determinante per capire quali saranno gli obiettivi sassaresi.

Futuro

Perché è vero che la zona rossa è tenuta a distanza di sicurezza, ma il calendario verso la fine del 2023 non è particolarmente amico. Sia per la densità degli impegni, che per il valore degli avversari. Prima ci sarà Stettino, mercoledì 20 dicembre, per capire se Sassari potrà continuare ad avanzare in Bcl come non accade dalla stagione 2020-21. Poi la trasferta di Reggio Emilia sabato 23 e infine il match contro Venezia il 30 dicembre, in un PalaSerradimigni che accoglierà nuovamente Marco Spissu da avversario. Squadre contro cui l’intensità difensiva diventerà un fattore. Per questo, Sassari dovrà fare un passo in avanti nella continuità di quanto offerto nella propria metà campo per restare competitiva, come richiesto da Bucchi in conferenza stampa: sia sul perimetro (troppi i tiri aperti concessi a Brindisi nei primi due quarti) che nel pitturato, dove Gombauld contro i pugliesi ha passato una serata molto complessa. Di certo i segnali di incisività di McKinnie, al di là dei problemi di falli avuti, così come quelli di un Charalampopoulos determinante nei meccanismi sassaresi, fanno ben sperare. Perché l’impressione è che solo con il collettivo Sassari possa affrontare e superare i propri limiti.

Matteo Cardia

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