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Emozioni, ricordi e bisogno di punti: i numeri di Torino-Cagliari

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Una sfida per rompere un equilibrio quasi perfetto, una partita per guadagnare punti e fiducia. Torino e Cagliari si affrontano in un nuovo lunch match della domenica, stavolta il 27 febbraio, in una gara che potrebbe consentire ai rossoblù di uscire momentaneamente dalla zona retrocessione. 

Analogie e precedenti

A sfidarsi saranno ancora una volta due allenatori simili nei tratti distintivi dei propri caratteri, Ivan Juric e Walter Mazzarri. Una somiglianza che sfocia anche sul campo. Un calcio giocato spesso speculare, un’avventura a Torino per entrambi – è il tecnico toscano ad aver portato i granata alla loro miglior posizione in campionato nell’era dei tre punti, settimo posto nel 2018-2019 –  e ora anche l’ammirazione in comune per un ragazzo lanciato dal primo e valorizzato dal secondo, quel Matteo Lovato che oggi comanda la difesa isolana dopo essere stato scoperto a Verona dal serbo. All’andata la sfida terminò in pareggio, con un 1-1 segnato dalla rete di Joao Pedro in rovesciata dopo il vantaggio di Sanabria. Tra le due squadre l’equilibrio nel bilancio complessivo dei risultati è vicino, con i granata leggermente in vantaggio: 25 le vittorie torinesi in Serie A, 23 i pareggi e 21 i successi per il Cagliari. In terra piemontese però i rossoblù hanno raccolto solo 7 volte i tre punti, messo il segno sulla X per 10 e sono tornati a mani vuote in Sardegna per 17. Tuttavia, negli ultimi nove incontri all’Olimpico di Torino il quadro rispecchia quello generale: tre vittorie per parte e tre pari, con il Cagliari che ha sporcato però per solo due volte la striscia positiva del Toro. Perché in totale, negli ultimi quattordici incontri, il club di Cairo è riuscito a conquistare un risultato utile per dodici volte, segnando oltretutto 27 gol.

Miglioramenti

Il Torino arriva al lunch match dopo due sconfitte e due pareggi che hanno fermato la rincorsa al Verona ma soprattutto all’ottavo posto della Roma. La squadra di Juric non vince dal 15 gennaio scorso, 1-2 contro la Sampdoria, e non è mai andata oltre una striscia di più di quattro partite senza i tre punti in stagione. E contro il Cagliari trovare il cambio di rotta non sarà certo facile vista la crescita isolana. Mazzarri sembra aver costruito una squadra a sua immagine e somiglianza: 12 i punti raccolti in un mese, due in più di quelli raccolti nel girone d’andata. Un ritmo che solo Napoli, Milan, Juventus e Verona hanno saputo reggere e superare fino a ora. Il cambiamento degli isolani passa però anche dalla minor sofferenza sulle palle inattive. Il Cagliari rimane la squadra che ha subito più gol su calcio da fermo – 20 – mentre il Torino è quella che ne ha segnati di meno, solo 3: non concedere opportunità su queste situazioni potrebbe essere un altro passo in avanti. Anche se i pericoli esistono, vista soprattutto la presenza di una torre Bremer tra le fila torinesi, che contro il Cagliari ha il miglior score personale – 2 reti sulle 10 complessive in Serie A.

Zona gol

Non ci sarà però solo il centrale brasiliano a creare apprensione per la difesa cagliaritana. Andrea Belotti è ormai tornato totalmente a disposizione del tecnico serbo dopo un primo periodo complesso tra gli strascichi del mercato e i problemi fisici. L’attaccante della Nazionale ha siglato appena tre gol in stagione ma il suo feeling con gli isolani è certo: il Gallo ha preso parte in carriera a ben 11 gol contro il Cagliari, con sei reti e cinque assist, e ha fatto meglio, con 12, solo contro il Sassuolo. Dall’altra parte, Mazzarri dovrà ritrovare il miglior Joao Pedro per mettere in difficoltà la linea comandata da Bremer, il giocatore che ha intercettato più palloni fino a questo momento nei cinque maggiori campionati europei, ben ottanta. Il capitano rossoblù sarà l’uomo più contrastato dalla difesa granata nonostante la piccola inflessione in zona realizzativa dell’ultimo periodo. Soprattutto perché il numero 10 isolano ha preso parte a quattro reti nelle ultime tre sfide al Torino, grazie a tre gol e un assist. Ma non solo, visto che all’italo-brasiliano fa anche gola la possibilità di segnare per la prima volta a una squadra sia all’andata che al ritorno in questo campionato. Ci vorrà però pazienza ma specialmente un lavoro continuo di movimento con e senza palla, per sfiancare una difesa che, in media, non subisce gol prima del minuto cinquantaquattro della partita.

Matteo Cardia

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