La doppia sfida playout tra Lanusei e Sant’Elena (vinta da quest’ultima, con la retrocessione degli ogliastrini) chiude la stagione 2022/2023 del campionato di Eccellenza, almeno a livello regionale. Il Budoni, secondo in classifica si è infatti aggiudicato la possibilità di salire in serie D attraverso gli spareggi nazionali: appuntamento al 28 maggio/4 giugno con la sfida al Boreale; chi vince, l’11 e il 18 giugno sfiderà la vincente tra Zenith Prato ed Ellera Calcio. Nell’attesa, ecco a voi il pagellone delle 19 squadre del nostro massimo campionato regionale, un tuffo dentro le 36 partite che da agosto ad aprile ha movimentato i campi di tutta Sardegna. Tenetevi forte, siamo pronti a partire!
Latte Dolce: voto 10
È il voto massimo e non poteva essere altrimenti: i nuovi campioni regionali hanno disputato una stagione fantastica, chiusa come meglio non potevano. Giusto un paio di numeri per celebrare la loro stagione: 87 punti frutto di 27 vittorie, 6 pareggi e solo 3 sconfitte; miglior attacco con 88 gol segnati e seconda miglior difesa con 31 gol subiti. Tanti i giocatori in rete, ben 14 con il capocannoniere Scognamillo a 14 reti, seguito a ruota da Cabeccia con 13, un’enormità se considera il ruolo del capitano. I numeri non bastano però a certificare un progetto che non ha mai conosciuto problemi, nonostante la retrocessione dolorosa dalla serie D la scorsa estate. La società capitanata da Roberto Fresu e Vittorio Tossi non si è persa d’animo, mantenendo al timone della squadra mister Giorico, confermando alcuni dei reduci della scorsa stagione come Cabeccia, Piga, Saba, Marcangeli e soprattutto costruendo una rosa con i ritorni eccellenti da un lungo girovagare come Russu, Congiunti, Tuccio e Scognamillo. Gli arrivi di Kaio Piassi e Padovani Celin sono stati la ciliegina sulla torta, una torta gustosa fatta di 36 partite con molti alti e pochissimi bassi. Uno di questi poteva indirizzare la stagione: la sconfitta a Budoni (con annesse polemiche) e il successivo pareggio di Gavoi avevano creato un solco di 4 punti dai galluresi, teoricamente incolmabili. Teoricamente appunto: da quelle due partite sono arrivate 8 vittorie consecutive, con una calendario teoricamente più complicato degli avversari, hanno consentito ai sassaresi di riuscire nel sorpasso e festeggiare a San Teodoro la promozione in D. Che dovrà essere programmata come fatto la scorsa estate per l’Eccellenza, per mantenere con efficacia la categoria.
Budoni: voto 9.5
Mezzo punto in meno per il Budoni, che potrà essere un 10 pieno se, attraverso gli spareggi nazionali, raggiungerà l’obiettivo stabilito in estate, ovvero riconquistare la serie D, un campionato perso nella stagione 2019/2020. Anche per il Budoni è stata una stagione superlativa, lo dicono i numeri e lo dice lo straordinario testa a testa con il Latte Dolce: 85 i punti per i galluresi, frutto di 27 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte con il secondo miglior attacco (80 gol segnati) e la miglior difesa (29 gol subiti). La stagione è stata inoltre impreziosita dalla conquista della Coppa Italia regionale, la prima per la società del patron Sanna, conquistata ai rigori contro il Carbonia. Va detto: ci si una stagione così dal Budoni, che mettendo a disposizione un arsenale economico impressionante ha fin da subito costruito una rosa fortissima, pescando anche oltre Tirreno. E quando una squadra può permettersi giocatori del calibro di Satta, Assoumani, Scioni, Greco, Villa, Santoro e Meloni beh, le altre squadre hanno ben poco da fare. Squadra che inoltre ha potuto contare su altri innesti a dicembre, con la piccola parentesi dei fratelli Tissone, gli arrivi molto più concreti di Ortiz, Lamacchia, Spano e Raimo, che hanno allungato ancor di più la rosa. Una piccolissima macchia nel percorso del Budoni è rappresentato dalla gestione del vantaggio accumulato dopo la vittoria nel big match: quei 4 punti potevano e dovevano essere gestiti meglio, considerando che, calendario alla mano, il Budoni aveva un percorso più agevole: i pareggi contro Iglesias, Carbonia e Lanusei hanno invece di fatto consegnato il titolo al Latte Dolce, che non ha più sbagliato. Ma tutti noi speriamo che il Budoni possa giocare alla grande gli spareggi, per riconquistare quella categoria in cui i galluresi hanno dimostrato di poterci stare serenamente.
Ghilarza: voto 8
Voto alto per il Ghilarza, e non poteva che essere cosi: la squadra ottimamente gestita da Cirinà è sempre stata nelle zone alte della classifica, conquistando la miglior posizione di sempre in Eccellenza per il club frutto di 57 punti, altro record. Una stagione in crescendo come ci è abituati la squadra del Guilcer in questi 2 anni di gestione dell’allenatore ex Torres e Taloro, che parte in sordina ma poi alla distanza esce fuori. L’unica pecca, ma comune a molte squadre, è quello di non aver conquistato i playoff: il terzo posto sarebbe stato oro, con la semifinale che avrebbe giocato in casa contro la Ferrini. Il ritmo però imposto dalle due battistrada è stato impossibile da emulare, annullando di fatto la post-season. È comunque un anno da ricordare per il Ghilarza, che ha costruito la rosa con i punti fermi della scorsa stagione come capitan Chergia, Chessa, Rancez, Atzei e soprattutto Caddeo, bomber implacabile con i suoi 23 gol, a cui sono stati aggiunti pochi (ma buoni) giocatori, con la conferma del classe 2003 Orro e l’arrivo del 2005 Aru, diventato uno dei fuoriquota più promettente della categoria. La continuità dovrà essere il punto fermo anche del Ghilarza della prossima stagione, a partire dal tecnico, se si vorrà continuare su questa strada ben tracciata nelle scorse stagioni.
Ferrini: voto 7.5
Nonostante i 57 punti e il pari merito con il Ghilarza, per la Ferrini Cagliari il voto è leggermente più basso. Figlio soprattutto di una prima parte di stagione non nelle corde di Camba e soci: la serie di 10 partite senza vincere, dal 3-0 contro la Tharros al 4-1 subito contro il Bosa, avevano fatto precipitare i rosso blu in zone pericolose di classifica, nonostante una rosa confermata in blocco, con Galasso, Boi, Bonu, Usai, Aresu, i due Argiolas, Camba e Podda, che la scorsa stagione diedero uno strappo importante a inizio stagione con la testa della classifica gestita per tutto il girone d’andata. Andamento diverso invece quest’anno, ma si è ripartito sui punti fermi per riprendere la scalata ma non solo: gli arrivi di Manis e Figos nel mese di dicembre è stato un toccasana: i due “vecchietti” hanno tirato la barca su dalle sabbie mobili, con il primo sempre al top come portiere che ha dato sicurezza al reparto, e il secondo è stato il giocatore dei gol pesanti, degno sostituto della coppia Podda-Camba. La svolta a inizio girone di ritorno, con una classifica via via più lineare e degna del livello della squadra gestita da mister Pinna, arrivando fino al terzo posto finale, che purtroppo non è valso il playoff. Siamo sicuri che anche la prossima stagione la Ferrini sarà ancora una volta una delle protagoniste, come ormai capita da parecchie stagioni.
San Teodoro-Porto Rotondo: voto 8
Una delle grandi sorprese della stagione, decisamente impronosticabile alla vigilia, una vigilia turbolenta con la fusione tra le due realtà galluresi, che ha consentito al paese di San Teodoro di respirare nuovamente aria d’Eccellenza, dopo averla persa nella stagione 2018/2019. Questa fusione poteva creare dei problemi, soprattutto a inizio stagione, e difatti la squadra non ha partecipato alla Coppa Italia per avere più tempo per prepararsi alla stagione. Stagione oltremodo positiva, sull’onda lunga di quello che fece il (solo) Porto Rotondo la scorsa stagione: una salvezza miracolosa considerando che a metà campionato la squadra allenata da mister Marini era agli ultimi posti della classifica. Quest’anno invece non ci sono stati mai problemi di classifica, anzi: forte del rendimento casalingo (ben 12 vittorie consecutive in casa) i viola hanno scavalcato la graduatoria, veleggiando per diverso tempo in terza posizione, con la possibilità di colmare il gap con le prime due ma non riuscendo nell’impresa e subendo una leggera flessione finale: i 56 punti sono comunque un bottino notevole, per una squadra che rispetto alla scorsa stagione ha cambiato relativamente poco: dentro il blocco con Deiana-Melis in porta, Varrucciu e Muzzu in difesa, Piemonte e Saggia a centrocampo e la coppia del gol Mulas-Ruzzittu, a questi sono stati aggiunti pochi innesti ma di qualità, su tutti Molino, che si è ottimamente destreggiato tra la trequarti e la mediana, poi Malesa, fresco vincitore del campionato con l’Ilvamaddalena. Da non dimenticare poi l’apporto dei fuoriquota, Casula e Delogu su tutti. Sicuramente un ottimo campionato che non può che rappresentare la base su cui fondare la squadra anche nella prossima stagione di Eccellenza.
Taloro Gavoi: voto 7
Voto pienamente positivo per il Taloro Gavoi, che si conferma ancora una volta la più solida realtà del panorama sardo, stabilmente in Eccellenza da oltre vent’anni. Stagione positiva per la squadra condotta da mister Fadda e capitanata da bomber Roberto Mele, non paragonabile alla scorsa certo ma senza alcun dubbio i rossoblù hanno dato filo da torcere, risultando ancora una volta squadra difficile da battere. Ne sa qualcosa il Budoni, battuto nel girone d’andata al Maristiai; ancor di più il Latte Dolce, che non ha mai strappato i 3 punti ai gavoesi: pareggio sia all’andata che al ritorno, e in particolare quest’ultimo poteva costare caro ai sassaresi. Continuità e solidità le chiavi della squadra di Fadda, che ha potuto contare sul gruppo storico con Mele, Falchi, Delussu, Fois e Pusceddu, a cui sono stati aggiunti dei giovani interessanti come Luppu, Lapia e Dettori, creando un bel mix che ha portato il Taloro stabilmente nelle posizioni di vertice. E sarà continuità nella stagione 2023/2024, con l’obbiettivo di mantenere la categoria come sempre e puntare sempre al massimo.
Ossese: voto 5
Stagione nettamente sotto le aspettative per l’Ossese, partita come una delle possibili favorite insieme a Budoni e Latte Dolce ma conclusa con un anonimo settimo posto, assolutamente non in linea con le aspettative di una squadra che da quando è salita in Eccellenza ha sempre veleggiato nei primi posti, con l’exploit della scorsa stagione con la vittoria della Coppa Italia, il percorso nella fase nazionale e il secondo posto a un solo punto dall’Ilvamaddalena campione. Tanti, troppi problemi in questa stagione, nonostante un mercato soddisfacente, con le conferme di Cherchi, Madeddu, Gueli e Chelo e gli arrivi pesanti di Bilea, Demurtas e il ritorno a casa di Demartis: gli infortuni a ripetizione che hanno colpito tutti i reparti (in particolare quello difensivo) e soprattutto la “bomba” di metà stagione, con le dimissioni di mister Loriga, artefice della cavalcata della scorsa stagione e l’avvicendamento con Marco Sanna, che dopo un inizio promettente non è riuscito a dare continuità alle prestazioni della squadra, calando alla distanza. La prossima stagione sarà l’anno zero per i bianconeri, che vorranno riprendere la marcia per conquistare la serie D.
Carbonia: voto 7.5
Stagione positiva per il Carbonia, mezzo punto in meno perché i minerari sono arrivati a un passo, anzi a un minuto dalla conquista della Coppa Italia regionale: il rigore di Meloni al 120’ ha strozzato l’urlo dei ragazzi di mister Mingioni per una vittoria che avrebbe significato tantissimo, per più ragioni. Il Carbonia doveva reagire dopo l’amara retrocessione della scorsa stagione dalla serie D, ed è ripartita da zero: tecnico giovane, alla prima esperienza da allenatore dopo quelle precedenti come preparatore atletico e rosa formata da giovani, pescati da altre squadre o cresciuti in casa. La formula è risultata vincente, perché nonostante l’andamento altalenante a inizio stagione, piano piano l’amalgama di tutti gli elementi hanno portato la squadra biancoblu a essere temuta da tutti, per la freschezza atletica e la capacità di lottare dal primo all’ultimo minuto: ne sanno qualcosa le prime della classe, che non hanno mai conquistato il pieno di punti (3 il Latte Dolce, solo 2 il Budoni frutto di 2 pareggi). Due nomi su tutti: Andrea Porcheddu, 17 gol stagionali, vero faro della squadra; Nicola Muscas, classe 2005, 9 gol in stagione e terminale offensivo molto efficace. Ripartire dall’allenatore e da questi giocatori significa essere una delle possibili candidate alla vittoria finale, e siamo sicuri che il Carbonia vorrà togliersi tante soddisfazioni nella prossima stagione.
Bosa: voto 8
Voto molto alto per il Bosa di mister Salvatore Carboni, partito per conquistare una tranquilla salvezza e autore di una stagione oltre ogni aspettativa: lo racconta la posizione in classifica, lo raccontano i punti ma lo raccontano anche le partite giocate. Squadra completa, costruita attorno al blocco ormai storico (Sechi, Mattiello, Ledda, Spano e Di Angelo) ai quali sono state aggiunte delle scommesse abbondantemente vinte. Due su tutti: Jeffrey Imoh e Ablaya Faye, i due attaccanti classe 2000 e 2004 che sono stati la vera arma in più dei rossoblù: colpisce in particolare la prestazione del primo, autore di ben 22 gol in tutto il campionato, spina nel fianco di ogni difesa avversaria con la sua velocità e la capacità di sentire la porta. Non di meno il secondo, che ha segnato meno gol (appena 5) ma da subentrato è sempre risultato pericoloso. Una grande stagione per dare stabilità a una squadra che ormai da anni viene un po’ snobbata, ma che con la dedizione e il lavoro riesce sempre a centrare l’obbiettivo.
Calangianus: voto 7
Sufficienza piena per il Calangianus, prima delle neopromosse al campionato e autore di una stagione regolare, con un inizio difficile ma con una seconda parte decisamente positiva. E quella prima parte pesa parecchio, perché probabilmente parleremo di una stagione importante per i giallorossi, di ritorno in Eccellenza dopo 5 stagioni. Gli arrivi di Forzati, Ongania, Ferrari, Savage e inizialmente di Spano (poi passato al Budoni) potevano anche far pensare a qualcosa in più della tranquilla salvezza, ma i 7 punti nelle prime nove partite hanno spostato l’attenzione: a farne le spese è stato l’allenatore, con l’esonero di Melino e l’arrivo di Terrosu. E il cambio ha dato nuova linfa vitale al Calangianus, che ha approcciato diversamente, diventando squadra solida e molto difficile da battere, uscendo dalla zona calda e veleggiando nella parte sinistra della classifica, con la salvezza raggiunta con diverse giornate d’anticipo, fondamentale per mantenere la categoria e dare continuità al lavoro della società gallurese, cosi da creare i presupposti per cercare di migliorare la prossima stagione.
Tharros: voto 6
Sufficienza per la seconda delle neopromosse dal campionato di Promozione Regionale: qualche rammarico per come si è sviluppata la stagione, perché l’onda lunga del ritorno in Eccellenza ha portato la società a effettuare degli sforzi economici importanti, con le conferme di giocatori del calibro di Andrea Sanna e Atzori, e l’arrivo di giocatori di primo piano come Tetteh, Calaresu, Grinbaum e durante la stagione anche di Simone Pinna, ex Cagliari e Olbia. La stagione è però stata altalenante, con una prima parte positiva, diverse vittorie che avevano portato i biancorossi nei primi posti della classifica, ma piano piano la squadra ha subito il ritorno delle avversarie, arrivando pericolosamente nei bassifondi, subito respinti con le ultime buone prestazioni e la salvezza con due giornate d’anticipo. Sicuramente ha influito gli avvicendamenti in panchina, ben 3 nel corso della stagione: Firinu è stato l’artefice della promozione salvo dare le dimissioni all’alba della stagione, con l’arrivo di Murru; ma anche l’ex Guspini è stato successivamente sostituito da Nulchis, che ha concluso la stagione. Le idee non mancano, ma per ambire alle vette della classifica occorrerà più continuità, e immaginiamo che sarà cosi nella prossima stagione.
Iglesias: voto 6
Altra sufficienza su cui è da fare qualche ragionamento. Perché al pari della Tharros, anche l’Iglesias era partita con bel altre intenzioni, quelle di stare almeno nella prima parte della classifica. E anche la rosa è stata costruita in modo da rispecchiare quella volontà: usato sicuro con Toro, Mancusi, Lepore, Marci e Fanni, tutti reduci dalla vittoria del campionato di Promozione, a cui si sono aggiunti giocatori di valore come Figos, Virdis, Illario e Kouadio. Nonostante l’incoraggiante inizio, con la squadra che veleggiava a metà classifica, il cambio di allenatore che ha inizialmente stravolto l’andamento, con l’uscita di Cuccu e l’ingresso di Marongiu; ma questo cambio ha paradossalmente dato più problemi: la striscia di 8 sconfitte consecutive, e l’addio di tanti giocatori potevano far precipitare la situazione; mister Marongiu è stato però capace di infondere certezze e tranquillità, con una squadra rinnovata; gli arrivi di Bringas, Capellino, Guddo, Raponi e soprattutto Sariang hanno dato certezze, con la squadra che ha ripreso il cammino, con la salvezza conquistata con qualche giornata d’anticipo. E come per gli oristanesi, anche per i minerari le idee non mancano, ma occorre più tranquillità per poter programmare una stagione con obbiettivi via via più importanti.
Li Punti: voto 7
Da dove deriva questo voto? Semplice, analizziamo la stagione dei sassaresi dividendola in 2 parti: prima parte da 3 pieno, seconda parte da 10 in pagella. Se ci aggiungiamo la salvezza diretta, mezzo voto in più. Perché la salvezza diretta, per la squadra del quartiere di Sassari, alla diciottesima giornata sembrava uno scherzo: 9 punti in classifica dati da 9 pareggi e zero vittorie, troppo poco per una squadra che stava ricalcando la stagione 2021/2022, con la salvezza ottenuta al playout contro il Guspini. Probabilmente il 7-0 subito contro l’Ossese e le dimissioni (poi respinte) di mister Salis hanno fatto la differenza a livello mentale, cosi come il mercato invernale, che ha portato Alvarez, Coulibaly, Secchi, giocatori decisivi che hanno innalzato il livello che non era male già all’inizio, con Fini, Olmetto, Val Pablo, Cardone e Lemiechevski. Il resto è letteralmente storia: nelle successive 20 giornate sono arrivate ben 10 vittorie, con 3 pareggi che hanno regalato 33 punti e la possibilità di conquistare la salvezza diretta, addirittura scavalcando la Villacidrese all’ultima giornata e mantenendo la distanza di sicurezza sul Lanusei. Festa grande per una squadra che in due stagioni ha dovuto affrontare tante insidie, e crediamo che l’obbiettivo per la prossima stagione sia quello di ottenere finalmente una salvezza tranquilla.
Villacidrese: voto 6
Sufficienza anche per la squadra di mister Mannu, che globalmente ha fatto peggio rispetto alla scorsa stagione (47 punti contro i 41 di quest’anno) ma l’obbiettivo per la società del Presidente Marroccu era quella di mantenere la categoria, obbiettivo ampiamente centrato. E dà più valore a una programmazione che ha segnato un cambio di passo rispetto alla scorsa stagione: più spazio ai talenti locali, ai giocatori fatti e costruiti in casa, pochi innesti da altre realtà. E cosi, partendo dal gruppo “storico” come Ardau, Bruno, Cirronis, Lilliu e Muscas, il gruppo è stato completato da alcuni giovani interessanti come gli ex Cagliari Carboni e Pittau, ma soprattutto dalla colonia argentina, capeggiata da Ryduan Palermo, figlio del celebre attaccante del Boca Martin. Tale padre, tale figlio: questo calza a pennello se parliamo del centravanti classe 96, che soprattutto nella prima parte di stagione è stato devastante, immarcabile per i difensori avversari. A fine stagione sono 23 i gol in campionato, 24 in totale, numeri da record per chi era alla prima esperienza in Italia. Ma non dimentichiamo neanche Quiriti, Llanos e Caballero, autori di una stagione positiva. Cosi come Diego Alfarano, esterno offensivo classe 2000 diventato decisivo in poco tempo, con gol e assist. Per la Villacidrese quindi una buona stagione, con fondamenta solide utili per programmare con serenità la stagione prossima.
Lanusei: voto 3
Il voto più basso e crediamo di aver ragione nel definire la stagione degli ogliastrini totalmente negativa: facile, la retrocessione in Promozione non può essere vista positivamente, ancor di più se consideriamo che questa è la seconda retrocessione consecutiva dopo quella della scorsa stagione dalla serie D, dopo tanti anni di quarta serie con il punto più alto nella stagione 18/19, quando il Lanusei si giocò la serie C fino allo spareggio di Rieti contro l’Avellino. Un vero peccato, con le premesse totalmente diverse dal cammino stagionale: squadra affidata a un ex come Masia, un gruppo di giocatori di livello come Carboni in mezzo al campo, Manis in porta nella prima parte di stagione, Peana e Bellu in difesa, Paulis, Mainardi in zona più avanzata. Fin dall’inizio tante, troppe difficoltà, con risultati negativi, tanti pareggi e sconfitte rocambolesche, che hanno portato gli ogliastrini dalla zona playoff sempre più in basso, fino alla zona playout, persa a favore di uno strepitoso Li Punti. E qui l’epilogo, con il doppio confronto perso contro il Sant’Elena e un ritorno nel campionato di Promozione. Da cui siamo sicuri il Lanusei vorrà subito allontanarsi, ma servirà una programmazione più definita e scelte migliori, cosi da ritornare nel massimo campionato regionale.
Sant’Elena: voto 5
È vero, il Sant’Elena è salvo, ha conquistato i playout vincendo lo spareggio contro la Nuorese e ha avuto la meglio sul Lanusei nel doppio confronto. Ma difficilmente possiamo vedere come positiva una coda finale che probabilmente non doveva neanche esserci, senza dimenticare che al 90’ di Carbonia-Sant’Elena, i quartesi erano praticamente in Promozione. Una squadra costruita con tanti nomi, uno su tutti Ragatzu, senza dimenticare Vignati, Minerba, Silva, Floris e Caboni; aggiustamenti di rilievo nel corso della stagione, con Sanna, Porcu, Mancusi e Littarru. Nonostante i tanti giocatori importanti, la stagione è stata negativa, con la squadra prima di Agus e poi di Piras incapace di esprimere a pieno le proprie potenzialità, con il rischio dopo 2 stagioni di tornare in Promozione, quasi concretizzato in quel di Villaperuccio. Il gol di Rotaru nel recupero ha acceso la speranza, che poteva concretizzarsi all’ultima giornata solo con il pareggio tra Monastir e Nuorese: detto fatto, e percorso del Sant’Elena molto simile a quello del Porto Rotondo nella stagione 2018/2019, quando vinse lo spareggio contro lo Stintino e il playout contro il Tonara. Scampato il pericolo, per i biancoverdi si può pensare alla stagione 23/24, con la consapevolezza degli errori fatti in questa stagione per non ripeterli ulteriormente.
Nuorese: voto 4
In casa Nuorese il voto della stagione è totalmente negativo, nonostante una coda finale che ha dato qualche possibilità ai barbaricini. Il pareggio di Monastir ha però dato una chance in più al Sant’Elena, che non si è fatta sfuggire nello spareggio di Abbasanta. Un vero peccato per una delle società più nobili della Sardegna, con un passato anche in Serie C, ma le avvisaglie che la stagione sarebbe stata in salita ci sono state fin dal principio: il terremoto di inizio anno, le dimissioni del Direttore Sportivo De Luca e l’addio di un gran numero di giocatori poteva già allora mettere la parola fine sul percorso della Nuorese in questo campionato, con le successive dimissioni del presidente Soddu, ma la forza di volontà dei dirigenti ha permesso di poter continuare la stagione: nuovo allenatore, squadra nuova e giovanissima, capitanata come sempre da Fabio Cocco, con alcuni ragazzi in mostra come Di Nardo e Demurtas. Le difficoltà sono rimaste, la squadra è mancata in continuità dal punto di vista dei risultati fino alle ultime giornate, con una sterzata importante che ha permesso ai verdazzurri di sperare nel piazzamento playout, vanificato dal pareggio di Monastir con la conseguente sconfitta nello spareggio. La prossima stagione sarà quella rinascita, con la squadra che avrà bisogno di tutto il supporto del popolo nuorese per riportare la Nuorese nel posto che merita.
Monastir: voto 4
Altra insufficienza, questa volta per i campidanesi del Monastir, retrocessi al termine di una stagione estremamente complicata. Fa specie ancor di più considerando quello che questa squadra aveva fatto la stagione scorsa, con i playoff sfiorati e la sensazione di essere una delle migliori squadre del campionato per intensità e gioco. Ma quando si cambiano cosi tanti giocatori è chiaro che l’amalgama iniziale può essere difficile da ottenere: è successo proprio ai biancoblu, che hanno dovuto salutare tanti giocatori come Arzu, Saias, Magnin, Savage, Ghiani e Fangwa e ripartire dai pochi reduci dell’annata scorsa, come il capitano Melis e Aramu. L’andamento è stato altalenante per tutta la stagione, con la prima parte caratterizzata da pochi risultati positivi e tanti gol subiti, nonostante un buon gioco espresso; l’aggiustamento in corso d’opera con alcuni innesti ha dato vitalità, qualche risultato positivo in più ma sempre senza quella continuità che avrebbe fatto comodo per centrare la salvezza. Si dovrà ripartire quindi dalla Promozione, con una programmazione diversa che probabilmente sarà indirizzata a un pronto ritorno nel massimo torneo regionale.
Arbus: voto 4
Voto basso e stagione negativa per l’Arbus, fanalino di coda del campionato di Eccellenza con i soli 25 punti conquistati. Troppo pochi per pensare alla salvezza, alla quale i granata non hanno mai rinunciato: le buone prestazioni non sono mai state seguite da una continuità di risultati tale da permettere alla squadra allenata prima da Floris e poi da Incani di centrare la salvezza o almeno una posizione utile per i playout. Squadra che ha comunque saputo presentare alcune individualità interessanti come il bomber Galloni, autore di ben 14 reti, ma anche Corda, Pedoni, Scanu e Concas. Si ripartirà dal campionato di Promozione, con la possibilità di ricostruire dalle fondamenta, a partire dall’assetto societario fino all’aspetto puramente tecnico, con un progetto che possa riportare il più velocemente possibile i granata in Eccellenza.
Stefano Piras