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È arrivato Sant’Elia: personalità, tecnica e record, con Caprile il Cagliari è al sicuro

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Dal ballottaggio alla certezza, dalle difficoltà ai sorrisi, dagli errori al record. Tutto in una notte, quella di San Siro, quella del pareggio del Cagliari contro il Milan che ha visto tra i protagonisti il nuovo numero uno di Davide Nicola. Un nome un destino, perché chiamarsi Elia e vestire la maglia rossoblù, per poi diventare metaforicamente santo nella serata del Meazza, chiude un cerchio che si era aperto con il suo arrivo in Sardegna. Sono solo novanta minuti, la strada è ancora lunga e la conferma più complessa della singola prestazione, ma per Caprile non poteva esserci esordio migliore.

Fattore
Quanti punti può regalare un portiere in classifica? O ribaltando la domanda, quanti ne può far perdere? Difficile trovare una formula matematica per avere la risposta, ma tra la maggiore sicurezza che un estremo difensore può dare ai compagni e la capacità di ridurre al minimo gli errori sicuramente avere un portiere affidabile può cambiare il destino finale e spostare una squadra dalla zona rossa – e dunque retrocessione – alla salvezza. Volendo trovare un precedente in casa Cagliari si può ricordare la stagione 2007-2008, quando l’arrivo in prestito a gennaio di Marco Storari, assieme a Jeda e Andrea Cossu, spostò gli equilibri della corsa dei rossoblù per la permanenza in Serie A dopo le prestazioni tutt’altro che incoraggianti di Marco Fortin e Vincenzo Marruocco. Così in questo campionato, allo stesso modo, le difficoltà prima di Simone Scuffet e poi di Alen Sherri hanno convinto il Cagliari a sposare la linea di Nicola. Ossia puntare su Caprile, imbastendo e portando a termine lo scambio con il Napoli e riuscendo a portare l’estremo difensore ex Empoli alla corte del suo ex allenatore, con Scuffet a fare il percorso inverso. Pronti via e subito l’exploit: undici parate contro il Milan, le più complicate quelle su Abraham e Pulisic, più tante altre che hanno dato una sensazione di sicurezza e portato stabilità a una retroguardia spesso sull’orlo del precipizio. Personalità nelle uscite alte e basse, comunicazione costante, grinta: queste le qualità portate in dote da Caprile, in attesa dello scontro salvezza contro il Lecce per dimostrare che la prestazione di San Siro non è stata un fuoco di paglia. Senza dimenticare il motivo principale che lo ha reso desiderio numero uno di Nicola, ossia la capacità di combinare l’essere un portiere che para (mai scontato) all’abilità con i piedi. Tredici i lanci positivi nella gara contro il Milan, il migliore tra tutti i giocatori scesi in campo. Oltre ai 21 passaggi positivi, terzo tra i rossoblù dietro Antoine Makoumbou (29) e Adam Obert (22)

Record e futuro
Quanti punti può regalare un portiere affidabile è anche tema per il futuro. Con il prestito dal Napoli che prevede il diritto di riscatto in favore del Cagliari. Otto milioni di euro la cifra stabilita ed è nel rapporto tra possibile investimento e valore del giocatore che si giocherà la partita delle decisioni. Perché questa prima parte di stagione degli uomini di Nicola, così come la scorsa con Claudio Ranieri al timone, ha dimostrato l’importanza di avere dalla propria parte un estremo difensore di garanzia. Già uomo record, con 11 parate contro il Milan che lo vedono al secondo posto stagionale nei cinque maggiori campionati europei dietro soltanto alle 13 di Mads Hendersen del Leicester contro l’Arsenal. E recordman anche nella storia della Serie A in coabitazione con il Memo Ochoa e Ionut Radu, capaci degli stessi numeri con le maglie di Salernitana e Cremonese. Infine miglior giocatore in Europa nell’ultimo weekend secondo i parametri di WhoScored, 9,2 di valutazione, unico a scollinare sopra il 9 nella top 11 del portale specializzato. Difficile pensare che possa essere un caso, basti ricordare le prestazioni di Caprile proprio contro il Cagliari nella passata stagione. Alla Unipol Domus, quando i suoi interventi – con l’apice del rigore parato a Nicolas Viola – permisero ai toscani di uscire imbattuti dalla sfida. O al Castellani, quando solo Jakub Jankto fu capace di batterlo regalando tre punti d’oro ai rossoblù. Se poi si pensa al recente passato dei numeri uno in Sardegna arriva la conferma di quanto un portiere possa incidere. Non solo il duo Scuffet-Sherri, ma anche lo stesso friulano che prese il posto di Boris Radunovic dopo i tanti errori del serbo nelle prime gare di campionato della scorsa stagione. O ancora l’attuale portiere del Bari in Serie B, a volte determinante in positivo e altre, al contrario, in negativo. O l’Alessio Cragno post infortunio, quello dell’annata culminata con la retrocessione di Venezia nella quale quasi mai fu capace di raggiungere i suoi standard che lo portarono fino alla maglia azzurra. E come dimenticare i problemi dello Storari bis con Massimo Rastelli in panchina, prima che Rafael riuscisse a riportare il sereno tra i pali. Insomma, non basta una partita per santificare Elia Caprile, ma se il buongiorno si vede dalla notte di Milano il Cagliari può sentirsi al sicuro. E quegli otto milioni per il riscatto, in fondo, non così eccessivi.

Matteo Zizola

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