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Dinamo Sassari, via al nuovo corso tra ritmi alti e voglia di emergere

Massimo Bulleri durante Dinamo Sassari-Brescia | Foto Luigi Canu
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La fine, ma anche l’inizio. Nella chiusura di un roster si nasconde l’avvicinarsi dell’inizio della stagione, il primo passo verso il futuro che si è provato a immaginare, verso quella pallacanestro che si vuole esprimere. Quella appena nata, completata dalla firma del giovane Enrico Casu, è una Dinamo Sassari delle prime volte, ma anche con il solito vecchio obiettivo di cui si è persa un po’ l’abitudine. È la prima Dinamo vera e propria di Massimo Bulleri, figlia delle sue volontà cestistiche e delle sue esperienze ed è la prima Sassari costruita grazie al lavoro del direttore sportivo Mauro Sartori. Ma è anche un Banco che deve di nuovo entusiasmare, riprendere quel filo interrotto che può essere determinante per le sorti di una stagione. Ancora di più in un prossimo campionato che come quello terminato a maggio scorso non farà sconti.

Novità e fattori già conosciuti

Cinque nuovi stranieri, un parco italiani quasi del tutto rinnovato. Si è ripartiti dalle motivazioni, così come aveva già lasciato intendere il presidente Stefano Sardara nella conferenza stampa che ha dato il via a una nuova fase della Sassari biancoblù e confermato da Sartori nei giorni scorsi su La Nuova. Nessun passo indietro, ma un rilancio dell’idea di poter dare spazio a giocatori che dalla Sardegna non vogliono fare solamente una puntino sulla propria mappa, ma una tappa importante della propria carriera. Passando però dai risultati. E per far capire che questo fosse possibile, il nome da cui si è ripartiti è stato quello di Rashawn Thomas. Profilo capace di imprimere fiducia tra il pubblico, ma soprattutto di poter far capire cosa l’isola possa dare in più sotto differenti aspetti. Oltre che un giocatore chiave per andare verso un basket in cui l’energia e la velocità saranno gli ingredienti principali e in cui ogni elemento – almeno in quello che sarà il parco stranieri – sembra avere tra le mani e nelle gambe più soluzioni a livello offensivo. I profili di Johnson e Marshall sono due esempi importanti da questo punto di vista: entrambi buoni tiratori dall’arco, entrambi capaci di attaccare il ferro, entrambi apparentemente dotati di quella volontà di prendersi responsabilità anche in situazioni di isolamento che non nuoce soprattutto in situazioni di rottura. Un dualismo che si può rivedere anche nella coppia di piccoli Buie-Beliauskas, con il secondo che potrebbe essere utilizzato più da guardia, giocatori differenti per struttura e per scuola, ma entrambi buoni passatori – soprattutto il primo – e realizzatori, con grande fiducia dai 6.75. La possibilità di avere più soluzioni nell’arsenale è visibile negli spot di quattro e cinque, dove le caratteristiche tra le coppie Thomas-Mezzanotte e Glynn-Vincini, sembrano ben bilanciate tra loro. L’impressione, guardando alle scelte fatte, è che buona parte di quanto visto nella parte finale della scorsa annata sotto la guida dell’ex playmaker di Cecina si potrà rivedere. Ritmi alti e gioco in transizione, favorito anche dalla scelta di lunghi più mobili, la scelta di avere due trattatori di palla contemporaneamente in campo a costo di abbassare il quintetto, ma soprattutto l’aggressività richiesta su ambo i lati del campo: un pacchetto che può già delineare una via per il futuro prossimo sassarese.

Tra carta e calendario

Tutto resta chiaramente momentaneamente sulla carta. Così come quelle che potrebbero essere le criticità. In primis, cinque sesti degli stranieri vivranno in Italia il proprio primo anno. Per Marshall, Johnson e Glynn – anche se il centro ha un’esperienza maggiore data anche dagli ultimi sei mesi vissuti in Grecia – sarà la prima annata in cui avranno importanti responsabilità in una delle leghe di più alto livello in Europa, oltre che con la certezza del doppio impegno in Europe Cup. Forse anche per questo Sassari ha fatto scelte precise per la panchina. Mezzanotte, ma soprattutto Ceron e Zanelli hanno diversi anni di esperienza in Italia e possono assicurare, specialmente l’ex Treviso e Scafati, un backup di salvataggio al bisogno. In più, dal punto di vista fisico, la squadra potrebbe pagare qualche centimetro in meno distribuito nei vari ruoli, con alcuni giocatori – Buie su tutti – che andranno più protetti rispetto ad altri. Se sarà il parquet, come al solito, a far capire se gli incastri sono quelli giusti, la creazione dell’amalgama dal punto di vista umano e umorale sarà altamente fondamentale. Farlo più in fretta possibile potrebbe essere un aspetto cruciale, se ci si ferma a osservare il quadro generale con un calendario in mano. Perché se è vero che partite semplici non ne esistono, dall’altra parte, al di là dell’incrocio ravvicinato con Milano e Bologna, nelle prime sei giornate di campionato Sassari incontrerà Varese, Cremona, Cantù e Udine. Due concorrenti per mettersi al sicuro dalla corsa salvezza in buona parte della scorsa stagione e due neopromosse, anche se società storiche. Con punti in palio che potrebbero rappresentare fieno in cascina importante per la classifica, ma soprattutto per gli umori di una squadra ancora tutta da scoprire.

Matteo Cardia

 

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