Sembrava impossibile e, in effetti, non ce l’hanno fatta. I Giganti della Dinamo Sassari ci hanno provato fino a quando energie mentali e fisiche hanno corso in fisici indeboliti da dieci giorni di stop forzato causa Covid. Contro una solidissima Milano, costruita a immagine e somiglianza del proprio coach, nei quarti di finale della Coppa Italia è finita infatti 88-68. Un divario importante in una gara in cui però i biancoblù si sono arresi solo dopo aver lottato nei venti minuti iniziali, dimostrando che qualcosa sotto la cenere creata dai contagi qualcosa è rimasto ad ardere. Un segnale fondamentale per il ritorno in campo il 6 marzo prossimo nel delicato match contro Trento.
A testa alta
La squadra di Bucchi ha cominciato il match senza Eimantas Bendzius, rimasto in Sardegna per via di una negativizzazione che tarda ad arrivare. In campo Sassari ha così trovato in Kaspar Treier, che ha sostituito il lituano, il modo di rimanere a galla contro l’inizio forte dell’Olimpia. Le Scarpette Rosse sono infatti partite con il piede sull’acceleratore, colpendo sia dall’arco con Daniels che internamente con i chili e l’esperienza di Melli e Hines. Milano ha toccato subito il +12 sul 18-6 dopo i primi quattro minuti, parziale a cui la Dinamo ha risposto tenendo botta e crescendo alla distanza. Nel secondo quarto Malcolm Delaney ha preso in mano la partita facendo capire di essere in una serata importante. Sassari però, dopo aver toccato il -13, ha reagito, dimostrando ancora una volta il cambio di passo rispetto a inizio stagione. Mekowulu, Logan, Kruslin hanno ricucito lo strappo fino a chiudere il primo tempo ad appena due possessi di distanza (42-37). La pausa lunga però è stata amica della squadra in vantaggio, decisa a chiudere il discorso in fretta: difesa ancora più forte sul perimetro, negazione di ogni linea di penetrazione e cambi su ogni blocco senza alcuna difficoltà . La Dinamo, senza neanche l’opportunità di andare in campo aperto, è così crollata subendo 25 punti e segnando solo 9 punti nel finale del quarto dopo aver incassato un parziale di 15-0. L’ultimo quarto è stato utile da una parte e dall’altra per mettere minuti nelle gambe: chi per continuare il proprio cammino nella competizione e chi, invece, per tornare in Sardegna consapevole che la pausa Nazionale arriva proprio nel momento ideale.
Ripresa
Il meno venti di fine partita lascia l’amaro in bocca più per come la squadra è arrivata a Pesaro che per come è uscita di scena. La Dinamo è stata capace nei primi due quarti di tenere botta a rimbalzo e di trovare comunque le soluzioni in attacco per fare male alla miglior difesa del campionato, che ha asfissiato in ogni modo il gioco interno e reso complessa la ricerca delle spaziature sul perimetro. La partita di Kaspar Treier è stata poi la sorpresa positiva della serata. L’estone, nonostante la perdita di minuti nelle ultime uscite in campionato, sta andando verso la maturazione e ha chiuso la gara con 11 punti e 6 rimbalzi. L’ex Ravenna potrà tornare utile nei momenti importanti della stagione e non solo, visto che le sue caratteristiche fisiche e tecniche permetteranno di avere una carta in più contro le scelte delle squadre avversarie e di aprire maggiormente il campo in attacco. La complessa situazione fisica ha influenzato la partita ed è stata testimoniata soprattutto dalla prova di Gerald Robinson: pochissime forze per attaccare il ferro e poca lucidità nell’attaccare i raddoppi milanesi ma anche tanta fatica nel contrastare Delaney, che ha chiuso la gara con 24 punti, terza migliore prestazione realizzativa di un biancorosso in Coppa Italia. La Dinamo ora avrà il tempo per fermarsi e per riempire il serbatoio delle energie. Il rientro di Bendzius, che con Bucchi viaggia oltre i 17 punti di media, sarà fondamentale, così come il recupero totale dell’ex Chenmitz e quello di Burnell, lucido nella prima parte di gara ma totalmente in affanno negli ultimi venti minuti di partita.
È soprattutto l’atteggiamento visto però quello da cui la Dinamo potrà ripartire, come detto da coach Piero Bucchi in conferenza stampa. Arrivare alle Final Eight non è stato facile, confermare quanto fatto vedere a gennaio neppure ma l’esperienza e la voglia di arrivare del gruppo sembrano non essere sparite. Nella pausa sarà fondamentale lavorare ancora sull’incisività del gioco spalle a canestro e sulla lotta a rimbalzo, in cui i miglioramenti sono tuttavia già evidenti, così come nel contenimento dei giochi a due avversari. Il lavoro in palestra, con l’intera squadra a disposizione, sarà la prima chiave per arrivare pronti a una nuova sfida playoff con Trento e a un periodo cruciale in cui si aggiungeranno le due sfide importanti rinviate contro Trieste e Virtus Bologna.
Matteo Cardia














