Una pausa lunga sinonimo di un riposo necessario dopo lo sforzo massimo fatto per affrontare una delle Final Eight di Coppa Italia più complesse della storia della Dinamo Sassari. Una settimana per ricaricare le pile in vista di un trittico di partite cruciali per conquistare un posto di rilievo nella griglia playoff di Serie A.
Obiettivo
Alzi la mano chi dopo le sei sconfitte consecutive in campionato tra ottobre e novembre, oltre a un ultimo posto nella FIBA Champions League, avrebbe creduto nella qualificazione alla Coppa Italia ma soprattutto a una Sassari capace di rimettersi in piedi e candidarsi per un posto tra le prime otto della classe. Probabilmente, nella sala immaginaria, in pochi avrebbero mosso il proprio braccio verso l’alto, ben consci di una situazione mai vissuta prima e che faceva preoccupare per una zona retrocessione mai vista così vicina. Poi però sono arrivati tre fattori a cambiare le cose: il primo è stato Piero Bucchi, il secondo Gerald Robinson e il terzo il livello del campionato. Perché in LBA le squadre competitive sono sempre di più, sul piano del gioco e non solo. L’ esempio perfetto è Tortona, arrivata a giocarsi il secondo trofeo della stagione fino alla finale contro l‘Olimpia Milano. Ma anche Napoli, Pesaro e Varese, con le ultime due in netta ripresa rispetto all’inizio dell’anno, hanno dimostrato di poter vincere su tutti i campi così come Brescia, Trieste, Brindisi e Trento, ormai certezze nel quadro della Serie A. Il maggior equilibrio nelle sfide, i risultati propri e quelli altrui hanno portato la Dinamo ad avere il tempo per reinserirsi – dopo la pausa Nazionale di novembre – tra i piani alti della classifica e a guadagnare l’inaspettato a fine girone d’andata. Ma è proprio il bilanciamento tra le forze in gioco, con anche la Reyer Venezia sulla via del ritorno dopo qualche aggiustamento fatto grazie al mercato, che obbliga il Banco a non guardarsi più indietro ma solo avanti.
In carreggiata
Perché dopo essersi rimessa sulla giusta rotta, la Dinamo ora ha il dovere di provare a proseguire verso la meta sperata. Il riposo ottenuto dopo le F8 è stato necessario per recuperare quelle forze esaurite tra positività al Covid e lo sforzo per arrivare in parvente buona condizione a Pesaro. Il virus ha debilitato giocatori chiave come Robinson e Bendzius, che ha anche dovuto rinunciare alla convocazione della Lituania, ma soprattutto ha tolto ritmo a tutto il gruppo, costretto a pochi allenamenti nelle ultime settimane. Gruppo che riprenderà a lavorare sul parquet giovedì 24 senza però coach Bucchi, impegnato con l’Italia da vice di Sacchetti fino a lunedì 28. A guidare i lavori saranno Baioni, Gerosa e Boccolini, con il preparatore atletico biancoblù che avrà il compito soprattutto di restituire l’ala lituana in buone condizioni al proprio capo allenatore. Il 6 marzo contro Trento inizierà una settimana importante in termini di scontri diretti in vista dei playoff. E che avrà ancora più valore dopo i successi di Venezia e Varese che hanno portato entrambe le squadre a quota 16, proprio come Sassari. Contro un’Aquila rafforzatasi grazie all’arrivo della guardia ex Varese Dominique Johnson, la Dinamo dovrà cercare di ripetere la gara giocata all’andata, in cui riuscì a limitare con la propria difesa Reynolds e a tenere in equilibrio la lotta a rimbalzo, esprimendo offensivamente un buon basket soprattutto grazie alla prova di Robinson. Mercoledì 9 sarà poi il turno di Trieste, nel recupero della diciannovesima giornata di campionato: una prova importante sotto il punto di vista mentale, contro una delle difese migliori del campionato. A chiudere la settimana la partita interna contro Tortona, la neo-promossa dalle grandi aspirazioni, e che dopo la Coppa Italia non vuole fermarsi. All’andata, nella gara che fu l’ultima di coach Cavina in Sardegna, finì 95-89: un +6 che i biancoblù dovranno provare a ribaltare per avere una sicurezza in più al termine della corsa.
Matteo Cardia














