Non è facile salire su un treno in corsa. Figurarsi se quel treno rischia di rimanere senza destinazione. Gerald Robinson però sembra non essersene mai preoccupato. Anche se il macchinista Piero Bucchi ha rallentato per averlo a bordo, il play-guardia statunitense ha capito che in campo avrebbe dovuto guidare lui la squadra verso la riscoperta di un obiettivo a cui arrivare. E ora la Dinamo Sassari sembra andare spedita verso il suo scopo chiamato playoff.
Scelte
Arrivato a Sassari ufficialmente il 28 novembre scorso, Gerald Robinson ha impiegato poco tempo per prendere le redini di una squadra rimasta troppo tempo senza guida in campo. Perché Anthony Clemmons, arrivato a fine estate per sostituire il partente Marco Spissu, non è mai riuscito a essere quel playmaker di cui il gruppo aveva bisogno visti anche i punti di forza. Un compito non semplice da assolvere, soprattutto dopo anni passati a essere più un realizzatore che un passatore. Il rapporto mai definitivamente sbocciato con coach Demis Cavina ha fatto sì che le strade si dividessero presto, dando vita al tentativo di rimettere in piedi le cose provando a contare sulle soluzioni interne Logan e Gentile. Se inizialmente la risposta è stata positiva, sono bastate poche giornate per capire che la Dinamo aveva bisogno di qualcun altro per dare soprattutto al Professore la possibilità di ritornare al proprio mestiere principale. Il cambio in panchina ha fatto il resto, con Bucchi che dopo il suo arrivo ha messo una buona parola sul giocatore già avuto alla Virtus Roma e che aveva iniziato la stagione a Chinmitz, in Germania, con ottime cifre: 10.6 punti a partita accompagnati da 6.0 assist e 1.3 rubate. Il buyout pagato al club tedesco si è dimostrato fino a qui il miglior investimento fatto da Sassari in stagione: perché al di là del meno nel bilancio, il segno più in campo si è visto eccome.
Apporto da record
Dopo l’approdo del numero 4 nell’isola, la Dinamo ha ridato vita alla propria classifica. Cinque vittorie e tre sole sconfitte, due arrivate contro squadre come la Virtus Bologna e la Germani Brescia. Dieci punti fondamentali nella corsa insperata verso le Final Eight di Coppa Italia, poi raggiunte grazie alla classifica avulsa e alla vittoria di Brindisi su Napoli. Brindisi, che è stata l’ultima vittima di un play-guardia diventato determinante da subito, come dimostrato dai 21 punti contro la Virtus Bologna, la prima partita disputata in maglia biancoblù. Contro la squadra di Vitucci però Robinson è entrato nei libri di storia della Dinamo Sassari e della Serie A. Venti punti, quindici assist, trentanove di valutazione. Cifre da capogiro che hanno sorpreso tutti, probabilmente anche il giocatore stesso che nella notte del 30 gennaio ha superato il record di 13 assist detenuto da Travis Diener in maglia Banco, superato Cinciarini nel massimo stagionale di palloni distribuiti in Serie A e fatto segnare anche il suo record personale in LBA. La valutazione è invece la terza nell’annata 2021-2022, con davanti solo le cifre fatte registrare da Parks (50) e Pecchia (48). Per medie generali, Robinson a oggi è il secondo miglior realizzatore del campionato, solo dietro a Della Valle, con 17,8 punti a partita ma anche il secondo miglior assist-man, 8.9 a gara, a cui si aggiungono anche 2.3 palle rubate ogni 40′. Sarà difficile per il nativo di Nashville mantenere certi ritmi ma il contributo di Robinson va al di là delle semplici cifre e i compagni di squadra ne sono i principali testimoni.
Non solo numeri
Prima dell’arrivo di Robinson, la Dinamo faceva tanta, troppa fatica ad attaccare il ferro. Molti palleggi, poca concretezza offensiva così come poca condivisione durante i possessi. Così le prestazioni offensive anche di giocatori noti più per le loro doti offensive che per il resto, come Bendzius, sono calate. Ma anche le prove dei lunghi, già in difficoltà, ne hanno tratto conseguenze negative. Perché cercare il canestro con decisione significa attirare aiuti e creare spazi e possibilità di movimento per gli altri. È in questo modo si aprono almeno tre opzioni differenti, vitali per un attacco che non può vivere su di un’unica soluzione: tiro dell’attaccante, ricerca dello scarico sull’arco, nuovo attacco sul recupero difensivo avversario. Tre situazioni che nella prima parte di stagione, insieme all’isolamento in post basso per Burnell e Mekowulu su tutti, si sono viste poche volte. L’arrivo di Robinson e il suo primo passo hanno consentito alla squadra di avere queste possibilità, oltre al fatto di giocare con più fiducia il pick&roll. Sono così aumentate le percentuali da due della squadra, che per largo tempo è stata ultima tra le squadre di LBA, fino al 50% rotondo dal campo. Ma sono anche cresciuti gli assist a partita, oggi 18,2 e Dinamo quarta in campionato, e le statistiche personali di alcuni giocatori. Eimantas Bendzius è quello che ha usufruito di più dei cambiamenti apportati da Bucchi e soprattutto dalla presenza di Robinson in campo: il prodotto di Tennessee ha capito in poco tempo come armare l’arco del lituano, che dal suo arrivo è sempre andato in doppia cifra ritrovando spazi e tranquillità. A far ben sperare però è anche l’intesa con Mekowulu, spesso cercato dall’ex Chenmitz anche per volare sopra il ferro, come visto più volte nelle ultime uscite.
Leadership, punti, assist. Gerald Robinson ha cambiato le speranze e il gioco della Dinamo. E il viaggio verso i playoff, ora, sembra sempre più possibile.
Matteo Cardia














