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Dinamo Sassari, tra nuove gerarchie e una profondità del roster da sfruttare

Piero Bucchi durante gara 4 di Banco di Sardegna Dinamo Sassari - Umana Reyer Venezia | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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C’è chi aspirerà sempre a sovvertirle e chi proverà a mantenere in piedi quello che potrebbe essere letto come uno status quo. Anche nella pallacanestro le gerarchie possono avere un proprio peso, nonostante il potere dell’andamento di una partita possa avere più forza in più frangenti di una stagione. Come dimostrato anche nell’ultima stagione da una Dinamo Sassari che ha fatto del collettivo la propria forza principale. Con i biancoblù che però una scala gerarchica potrebbero comunque costruirla nel tempo su cui si svilupperà l’annata 2023-24.

Competitività

La costruzione di un roster più profondo, con potenzialmente undici giocatori in grado di tenere per più minuti il campo, è una prima indicazione di quanto coach Piero Bucchi potrà avere più scelte a disposizione durante le gare. Una scelta che si è sposata con l’idea di ringiovanire la squadra e con quella di provare a ricreare un ambiente in cui i numerosi target personali possano essere la spinta per quello di squadra di confermarsi tra le prime otto della Lba e di andare oltre la fase a gironi in Bcl. Un clima da costruire anche grazie alla competitività che potrebbe nascere all’interno di un gruppo in cui il quintetto titolare potrebbe essere già immaginato, e che vedrà uscire dalla panchina giocatori di esperienza e di prospettiva.

Ipotesi

Whittaker, Tyree, Charalampopoulos, Bendzius, Diop. Potrebbe essere questo il quintetto base di una Dinamo più europea rispetto al recente passato vista anche la presenza di Kruslin e Gombauld in probabile uscita dalla panchina. Un quintetto in cui Sassari avrebbe i due giocatori in grado di trattare con educazione il pallone come desiderato, con l’ex Wurzburg chiamato però a imprimere i giri giusti al motore della squadra. Affidabilità sul perimetro, grazie ai due giocatori che andranno a creare il backcourt e alle due ali, ma anche una dimensione interna offerta soprattutto dall’ex Pesaro e dal centro senegalese. Una struttura che potrebbe dare equilibrio alla squadra, oltre che diversa energia, e che vedrà dall’altra una panchina che per come immaginata potrebbe assicurare un apporto più che rilevante. Cappelletti, nonostante sia chiamato a un esame di maturità, conosce bene il campionato e soprattutto ha già provato le sue qualità in regia che potrebbero essere molto importanti, oltre che nel lungo anche nel breve periodo qualora Whittaker avesse bisogno più tempo per un proprio adattamento. Gentile e Kruslin rappresentano la quota di “usato sicuro”, con il croato che avrà lo stimolo di non far mancare quanto dato nella scorsa annata. Il duello interno Diop-Gombauld potrebbe essere salutare per entrambi i giocatori desiderosi di mostrare la propria forza, mentre chi sarà chiamato a un vero e proprio salto di qualità – in cui sarà importante la continuità – è un Kaspar Treier che dopo una stagione complicata dall’infortunio al gomito potrebbe avere più opportunità per dare una svolta alla propria carriera. L’estone, così come Charalampopoulos ma anche Gombauld e Kruslin, offrirà poi a coach Bucchi l’opportunità di mischiare le carte vista la capacità di ricoprire più ruoli. Caratteristica che potrebbe essere messa in evidenza soprattutto nei momenti in cui le gerarchie dovranno essere messe da parte. Perché al centro, come chiarito più volte da coach Bucchi al termine della scorsa stagione, resterà sempre la squadra. Il noi, prima dell’io. L’unico modo per avere ragione di un numero sempre maggiore di avversari per un posto nei playoff.

Matteo Cardia

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