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Dinamo Sassari, tra matematica e bisogni: a Napoli esiste un solo obiettivo

Un momento della sfida tra Dinamo Sassari e Pesaro | Foto Luigi Canu
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La matematica è una scienza a tanti antipatica. Appare certa, sembra porre dei limiti, ma in realtà ha anche il potere di lasciare degli spiragli aperti. La Dinamo Sassari con la matematica in questo finale di stagione ha dovuto e ci dovrà fare amicizia. Perché i playoff passeranno da lì, dai propri risultati e da quelli altrui. Insomma, da quei numeri che della pallacanestro hanno sempre fatto parte, prima ancora che le statistiche diventassero parte integrante della passione per la palla a spicchi.

Finale

A Napoli i numeri conteranno ancora una volta. La matematica non pone in un’eventuale sconfitta l’esclusione dai playoff, ma sicuramente la porta per l’accesso alla post-season si farebbe socchiusa. Dopo la gara del PalaBarbuto in calendario resteranno infatti appena tre sfide per confutare l’ordine dato dall’aritmetica. Dinamo e Napoli hanno avuto dei cammini diametralmente opposti, sono squadre diverse rispetto a quando si incontrarono ormai sei mesi fa, nel primo turno di campionato. Napoli è partita fortissimo, giocando un basket di alta intensità, fatto di tanti possessi e di tanto uno contro uno che fino alla Coppa Italia vinta a Torino ha fatto divertire molti. Poi però si è spenta raccogliendo un successo nelle ultime sei sfide, fino a finire fuori dalla zona playoff. Sassari ha vissuto di alti e bassi per tanto tempo, ha poi avuto una crescita nella seconda parte di annata ma soprattutto dopo la pausa delle Final Eight. Entrambe ora hanno così gli stessi punti in classifica, 24, ed entrambe hanno bisogno di un successo per non vedere scappare le dirette concorrenti per i playoff che al momento si chiamano Tortona e Trento. Squadre a cui deve guardare soprattutto Sassari, che contro Napoli paga anche la momentanea differenza canestri a sfavore (-21). Insomma, la strada è in salita, ma quella che si giocherà domenica alle 19.30 è una finale che la Dinamo può e deve giocarsi come affermato da Ousmane Diop ai microfoni di Dazn.

Chiavi 

La chiave della gara sarà ancora più di altre volte la difesa. Sassari ha bisogno di ritrovare quella aggressività, qualsiasi sia l’approccio difensivo scelto soprattutto sui blocchi sulla palla, che è fondamentale per non far prendere fiducia ai giocatori di Napoli. La Gevi segna oltre 85.8 punti di media a partita, ma nelle ultime tre sfide giocate in casa, di cui due perse, ha sempre almeno raggiunto quota 90 punti. Appare così più chiaro il perché tutto possa prendere forma dall’impatto difensivo spalmato sui 40’. Le caratteristiche della squadra partenopea aumentano le responsabilità individuali dei giocatori. Con una particolare attenzione che andrà posta sul perimetro contro giocatori come Ennis e Pullen, senza lasciar da parte però Sokolowski, Zubcic e Brown, i giocatori più utilizzati da Milicic, con lo statunitense che avrà voglia di riscattarsi dopo la pessima serata al tiro a Masnago. Le difficoltà al tiro da tre punti nelle ultime settimane (25.4%, inficiato dal 40.6% toccato nella sconfitta con Milano), hanno fatto crescere l’apporto offensivo di Owens, giocatore che come Diop, anche se in modo differente, fa dell’energia la sua arma principale. Se Napoli ha diversi interpreti che possono creare in solitaria dal palleggio, Sassari avrà il compito di provare nuovamente a sfruttare la sua coralità, la sua capacità di muovere bene il pallone per cercare il tiro migliore. E provare così a mettere sui binari giusti una gara in cui Napoli tenterà probabilmente di non far terminare gli attacchi biancoblù vicino al ferro, lì dove i sassaresi fanno meglio. Servirà dunque pazienza e specialmente la prontezza nel leggere le diverse situazioni per far male a degli avversari che in campionato hanno concesso abitualmente tanto (terza peggior difesa in campionato con oltre 86 punti subiti, che diventano poco più di 84 contando solo le partite interne). Senza lasciarsi andare al nervosismo che nel finale di partita contro Pesaro ha condizionato gli uomini di Markovic. Markovic che oltre a una risposta del gruppo rispetto all’ultima domenica, si aspetta una conferma soprattutto da McKinnie. L’ex Golden State ha cambiato definitivamente faccia e contro Napoli avrà la chance di confermare i passi in avanti fatti nell’ultimo periodo. Può essere il giocatore in grado di far girare l’inerzia di una gara che si preannuncia spinosa grazie alla possibilità di unire i movimenti senza palla e quella di aprire il campo. Al PalaBarbuto la chance di fare un ulteriore step è ghiotta. In caso contrario, resterà poco spazio per i calcoli e tanto tempo per i rimpianti.

Matteo Cardia

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