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Dinamo Sassari | Tra certezze e scommesse: ora manca solo il dopo Bilan

Stefano Sardara e Piero Bucchi, presidente e allenatore della Dinamo Sassari | Foto Luigi Canu
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Doveva essere l’estate della chiusura di un’era importante per la Dinamo Sassari. La fine dell’epoca biancoblù targata Stefano Sardara, quella più vincente a livello di trofei messi in bacheca, non solo in Italia. Invece, un solo anno è bastato per cambiare le carte in tavola. Per portare comunque diverse novità e sterzate in corsa che hanno trasformato anche il futuro. Un futuro che la Dinamo, sul campo e fuori, ha quasi definitivamente delineato.

Ripartenza
Non era scontato restare in sella. L’ultimo anno è stato prima quello delle complessità, per poi diventare quello della reazione sul parquet e della ripresa sugli spalti con la riapertura definitiva dei palazzetti. Una decisione, quella del presidente Sardara, forgiata dalle difficoltà iniziali ma anche delle nuove scelte azzeccate, su tutte quella di coach Piero Bucchi. Senza dimenticare però una necessità di condividere gli sforzi, con il figlio Francesco sempre più al centro del progetto. Sassari è ripartita così dalla solidità delle fondamenta della propria casa. Una dimora che parte degli inquilini che rimarrà conosce bene e una situazione che ha permesso al General Manager Federico Pasquini di provare a muoversi in fretta sul mercato. Qualcosa di riuscito per nove dodicesimi di un roster che è quasi completo nella rotazione a dieci pensata da coach Bucchi. E che ha dato un vantaggio al gm e non solo verso la stagione 2022-2023.

Voglia di restare
Il primo tassello fondamentale la Dinamo Sassari l’ha messo già più di un mese fa, firmando Eimantas Bendzius fino al 2025. Un’intesa nata già prima della fine dei playoff, formalizzata da un foglio bianco esposto in uno degli ultimi incontri pubblici della squadra. Una scelta di vita da parte del lituano, che soprattutto nella seconda parte di stagione ha dimostrato di essere molto più di un tiratore letale, sacrificandosi a rimbalzo e guidando mentalmente la squadra verso il traguardo dei playoff prima e della semifinale scudetto poi. Senza contare poi le firme precedenti di Gentile e del sempreverde capitano Devecchi. Tre nomi a cui si sono uniti anche coloro che rappresenteranno la faccia giovane dei biancoblù, Kaspar Treier e Ousmane Diop, chiamati a un ulteriore step di crescita verso una continuità che li renda ancora più protagonisti rispetto all’ultima annata. Ultime, ma non per importanza, le firme di Robinson e Kruslin. La prima è stata probabilmente la conferma più complessa. Una trattativa nuova dopo il primo accordo, diverse squadre pronte a fiondarsi sul giocatore in grado di cambiare le sorti della squadra: poi la decisione e un accordo che legherà ancora una volta la Dinamo e il secondo miglior assist-man dell’ultima Serie A. Quello del croato, invece, è stato un accordo nato dal mix di una scelta di vita del giocatore e dalla convinzione di coach Bucchi di aver trovato il soldato giusto a cui affidare le missioni più delicate in difesa. Un tassello necessario per una squadra che farà dell’offensività ancora una volta la sua arma migliore.

Pericolosità
Perché oltre alle conferme sono arrivate delle scelte precise. E rispondono ai nomi di Jamal Jones e Chris Dowe. Entrambi portano tanta pericolosità sul perimetro, ma anche una buona dose di atleticità ed esplosività. Ed entrambi sono chiamati a una conferma ad alto livello. Sassari ha deciso di puntare fortemente su due giocatori esperti e nel pieno della loro maturità cestistica a livello europeo. Abituati al doppio impegno e pronti, almeno sulla carta, a misurarsi con un campionato italiano sempre più competitivo. Jones porterà più affidabilità dall’arco rispetto a Burnell (sempre più vicino a Brindisi) e dovrà continuare a dimostrare i miglioramenti in difesa visti soprattutto nelle ultime annate, sia nell’uno contro uno che lontano dalla palla, limitando quelle distrazioni che si vedevano soprattutto all’inizio della sua carriera nel Vecchio Continente. Dowe, invece, arriva con il compito di fornire una maggiore fisicità nello spot di uno ma anche una buona dose di imprevedibilità in attacco. Caratteristiche che Sassari ha conosciuto quando l’ha trovato da avversario in maglia Prometey.

Pitturato
Jones, Bendzius, Kruslin, Dowe, ma anche Robinson, Gentile (che tornerà a giocare da guardia) e Treier. Giocatori, soprattutto i primi quattro, che dal perimetro possono essere letali e fornire a Sassari quella consapevolezza nel tiro dall’arco che è sempre stato nel dna biancoblù. L’arrivo di Dowe, ma soprattutto la nuova firma dell’ex Chemnitz, giocatore in grado di attaccare il ferro e di attirare le difese verso il centro dell’area lasciando più respiro dai 6,75 per i compagni, hanno seguito un copione che porta dritto verso una squadra caratterizzata da una forte impronta perimetrale. E che proprio per questo non può prescindere dall’arrivo di un lungo capace di portare quello che a Sassari oggi manca: il gioco spalle a canestro da una parte, la protezione del ferro e la sicurezza a rimbalzo dall’altra. Un profilo che diverrebbe quasi perfetto se nell’identikit si trovassero anche buone capacità da passatore. Il mercato dei lunghi è probabilmente quello più complesso. Quella del centro è una specie in via d’estinzione, un po’ come quella del playmaker puro. Non è facile, quindi, trovare l’incastro giusto, malgrado l’opportunità di impiegare un budget importante come quello già messo a disposizione per provare a trattenere Miro Bilan, giocatore che sarebbe stato ideale ma che non si può replicare. Il GM Pasquini è negli Stati Uniti per provare a sfruttare, dopo tempo, la Summer League di Las Vegas. Non è da escludere però la carta del mercato europeo, in cui la Dinamo potrebbe proseguire sulla linea tracciata nella campagna acquisti fino a questo momento. Non c’è comunque fretta in casa biancoblù e il rifiuto della proposta di Artur Gudaitis, come riportato da Spicchi d’Arancia, lo conferma.

Matteo Cardia

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