Pericolosità in campo aperto e da oltre l’arco, atletismo e piedi rapidi in difesa nell’uno contro uno. Jamal Jones è il nuovo volto, il primo, della Dinamo Sassari. Un giocatore che rispecchia le idee e quanto ricercato dalla coppiata Bucchi-Pasquini per la stagione 2022-2023. Un giocatore chiamato a un ulteriore step di crescita e che a Sassari potrebbe trovare l’ambiente giusto per farlo.
Dalla G League all’Europa
Jones è un’ala piccola classe 1993 di Searcy, nello stato dell’Arkansas, città dove ha mosso i primi passi cestistici. La carriera universitaria, divisa tra tre differenti istituti – Ole Miss, abbandonato per motivi disciplinari, Lee (in Texas) e infine Texas A&M – ha condotto il giocatore verso il draft dell’allora D-League, la lega di sviluppo della NBA, in cui venne scelto dai Delaware 87ers, team affiliato ai Philadelphia 76ers. C’è voluto un po’ di tempo prima che l’Europa diventasse l’obiettivo numero uno del giocatore. L’avventura in Finlandia, la prima giocata per intero oltreoceano nel 2016, ha però cambiato qualcosa. Ventidue punti di media, primo realizzatore del torneo: numeri valsi una chiamata da Verona, in Serie A2, dove il livello più alto ha consentito comunque al giocatore di dimostrare di avere altri tipi di offerte. La firma con il Paok nel 2018 ne era stata la conferma prima che un infortunio lo costringesse a finire anticipatamente la stagione. L’annata successiva, ancora in terra ellenica con il Ionikos, è risultata quella decisiva perché la continuità nella prima parte di stagione ha attirato le attenzioni del Bahcesehir, club turco di grandi ambizioni. Una società in cui l’ala è rimasta per quasi tre anni confrontandosi con il doppio impegno europeo, prima in Eurocup e poi in Fiba Europe Cup, dimostrandosi sia un giocatore da cui andare nei momenti importanti della gara che capace di rispettare il ruolo all’interno di un gruppo con diversi talenti.
Caratteristiche
Fattori risultati decisivi nella scelta fatta dalla Dinamo Sassari come affermato dal GM Pasquini, che seguiva da tempo il giocatore. Nei tre anni in Turchia, ma soprattutto nella seconda parte dell’ultima stagione giocata con il club più giovane di Instanbul, Jones ha dimostrato di essere migliorato sotto diversi punti di vista, oltre che di essere quel tipo di giocatore di cui Sassari aveva bisogno. Un profilo diverso da quello di Jason Burnell e che potrebbe bene accoppiarsi con il tipo di gioco che la Dinamo andrà ad esprimere, non troppo diverso da quanto visto anche con coach Bucchi in panchina nei mesi precedenti. Jones ha prima di tutto importanti numeri da oltre l’arco (sempre sopra il 50% da tre tra playoff e ultime tre gare di Europe Cup, 36,8% nell’intera stagione). Piedi a terra può fare davvero male: Reggio Emilia ne sa qualcosa, visto che nella gara di ritorno della finale di Fiba Europe Cup era stato proprio lo statunitense a svegliare la Ulker Arena con due triple pesanti a inizio gara. Più confidenza con il tiro e più attaccante rispetto a quanto visto negli ultimi anni con l’ex Cantù in biancoblù, Jones rispetto a Burnell è meno passatore e ha meno istinto per il lavoro sporco e per il rimbalzo. Un fondamentale su cui però le potenzialità esistono vista la verticalità del giocatore, che ama andare in campo aperto e soprattutto sopra il ferro quando le difese o il contropiede lo concedono. Nella propria metà campo Jones può essere una chiave importante. Piedi rapidi e fisicità si coniugano bene, e potrebbero consentire di avere più possibilità di scelte difensive e meno problematicità sui cambi. I miglioramenti nelle letture sul lato debole sono stati evidenti negli ultimi anni, ma rimangono forse l’anello debole del giocatore insieme alla continuità dalla lunetta e a qualche passaggio a vuoto a livello mentale. In Sardegna però la volontà sembra essere quella del salto di qualità da attore principale.
Sfida
La Dinamo può trasformarsi ancora in quel trampolino di lancio tanto desiderato da diversi giocatori. Ma soprattutto il luogo dove mettersi alla prova sia in un campionato italiano sempre più competitivo, almeno per la lotta playoff, che nella prima competizione europea targata Fiba, quella Champions League in cui il presidente Sardara vorrebbe avere un rendimento diverso. Jones non è più giovanissimo ma ha maturato quella giusta esperienza per provare a diventare protagonista all’interno di un sistema ben collaudato e prevalentemente esperto. Una sfida che rappresenta anche una delle ultime opportunità per lasciare il segno nel basket europeo che conta.
Matteo Cardia














