La sfida infinita si avvicina. Ancora una volta Dinamo Sassari e Reyer Venezia dalla stessa parte del tabellone, ancora una volta a darsi battaglia in una serie playoff che promette di essere intensa sotto tutti i punti di vista, per la terza volta nelle ultime quattro stagioni. Da una parte gli orogranata tornati su alti livelli sotto la gestione di Spahija, dall’altra i biancoblù di Bucchi che nonostante le difficoltà dal punto di vista fisico hanno dimostrato di poter ambire a un posto tra le grandi del campionato. Per un quarto di finale che è tutto meno che scontato.
Condizione
Venezia ha dalla sua una panchina più profonda e l’entusiasmo di arrivare nella fase più calda dell’annata dopo aver innescato le marce alte del proprio motore senza mai quasi dover scalare, perdendo solo un giro a Trento nelle ultime nove gare di regular season. Una marcia quasi incessante che ha permesso all’Umana di superare all’ultima curva per il quarto posto una Dinamo che invece ha dovuto fare i conti con gli sforzi fatti tra febbraio e aprile a livello fisico. Con i problemi nella continuità sui 40′ che hanno a volte reso meno visibili i frutti di un’annata giocata in crescendo. L’ultima gara della stagione regolare è stata dunque decisiva per il piazzamento finale, ma i segnali dati da Sassari al Forum contro Milano sono stati più positivi che negativi. Un bicchiere mezzo pieno da cui prendere forza per affrontare una squadra che per qualità del roster e potenzialità non è molto lontana dal livello di Milano e Bologna.Â
Passato
La sfida di andata aveva messo di fronte due squadre che cercavano ancora di delineare i tratti della propria identità . Il discusso match del Taliercio del 26 dicembre, in cui arrivò anche l’insolita espulsione per coach Piero Bucchi, fu vinto da una Venezia dove in panchina sedeva coach Walter De Raffaele, in una serata in cui sull’86-76 finale pesò estremamente il cattivo rapporto con i tiri liberi dei biancoblù. Al ritorno, il cambio di gestione in Laguna ma soprattutto il cambio di passo sassarese nella prima parte del 2023, ha mostrato invece una Dinamo sicura di sé, capace di punire la Reyer giocando una pallacanestro meno perimetrale rispetto alle abitudini e trovando nel collettivo la forza per prendersi i due punti grazie al 90-81 finale. Scelte offensive che potrebbero essere ricalcate, anche se tutto rimane in dubbio, visto che i playoff sembrano quasi un altro sport e gara uno avrà già un peso specifico non indifferente nella serie al meglio delle cinque gare.
Presenze
Di certo, l’aspetto più positivo per Sassari è che arriva al momento decisivo al completo. Il ritorno di Robinson in campo contro Milano è equivalso al ritrovamento del pezzo mancante di un puzzle solo da terminare, malgrado sia evidente che il nativo di Nashville debba ancora recuperare completamente – purtroppo non per la prima volta in stagione – il feeling con il parquet. Ma in panchina c’era anche Tommaso Raspino, giocatore diventato più di un semplice sparring partner. Mentre nonostante le percentuali non ottime, Jamal Jones ha mostrato ancora segni di crescita. Sassari riprende così la sua forma basilare, con coach Bucchi che potrà anche scegliere di tenere più ampie possibili le rotazioni. Un aspetto non secondario, guardando a quanto accaduto negli ultimi quarti delle partite giocate a Verona o Brindisi. Mentre Venezia da parte sua nell’ultimo match ha ritrovato definitivamente un giocatore fondamentale come Mitchell Watt, e l’ambientamento di Mokoka è sembrato ormai arrivato alla sua fase conclusiva. Una situazione ideale per Spahija, che dal suo arrivo ha visto crescere l’impatto di diversi giocatori.
Possibili chiavi
Anche per questo la serie potrà differire dalla regular season. La mano del croato sulla squadra si è vista infatti nel lungo periodo e ancora di più quando la Reyer ha abbandonato i sogni di gloria in Eurocup per concentrarsi completamente sul campionato. In attacco maggiore libertà , con il gioco in transizione che è maggiormente esplorato così come il puro uno contro uno, mentre le scelte difensive spesso regalano fiducia e responsabilizzazione a diversi elementi. Su tutti un Jordan Parks diventato imprescindibile per l’Umana, specialmente nella propria metà campo. Potrebbe essere lui a prendere in consegna Dowe, con Jones che dall’altra parte invece dovrà essere capace di non fargli prendere ritmo e lavorare bene contro la sua aggressività a rimbalzo. Lavoro di tagliafuori e non solo che sarà fondamentale anche per Eimantas Bendzius: il lituano avrà di fronte un Derek Willis che costituisce un apporto sicuro per i Lagunari, sia dall’arco che sotto i tabelloni. Il nativo di Klaipeda è chiamato a ripetere gli sforzi fatti durante le ultime settimane e andare oltre i propri limiti, specialmente in difesa visto che Venezia potrebbe scegliere di attaccarlo spesso per toglierlo dalla gara. Per la licenza concessa dal proprio coach, il lavoro più importante Sassari dovrà tuttavia farlo sugli esterni avversari, Granger e il figliol prodigo Marco Spissu. L’uruguaiano è il giocatore che può prendersi più libertà nel gestire i possessi, complice la sua esperienza e il suo carisma. Mentre il playmaker isolano sa essere un fattore in attacco per sé stesso e per i compagni, con la sua qualità nel giocare il pick&roll e di crearsi il tiro dall’arco. L’aggressività sui blocchi e sui portatori di palla vista a Milano nella prima parte di gara la Dinamo dovrà anche per questo provare a ripeterla. Dall’attenzione e dalla comunicazione in difesa, fondamentale per il tempismo negli aiuti e soprattutto per il lavoro che andrà fatto su tiratori in uscita come Bramos, si apre poi la possibilità per la Dinamo di esaltarsi in attacco e trovare varie soluzioni. Venezia proverà a limitare la capacità di Robinson e compagni di trovarsi in attacco e di creare tiri in completo ritmo, oltre che di correre bene il campo. La squadra di Bucchi dovrà per questo essere brava a leggere le scelte avversarie, provando a essere fredda e attaccare dove può far male. Venezia è una squadra che prova a evitare il cambio difensivo. Una decisione che se confermata potrebbe dare alla Dinamo l’opportunità di sfruttare con fermezza le proprie qualità nei giochi a due, complici le qualità sia dei piccoli – Dowe su tutti – che di Stephens e Diop. Variabile che se diventasse produttiva aprirebbe di conseguenza più spazi sul perimetro, zona da cui Sassari resta la squadra che ha tirato meglio in stagione (40,6%) e che ha dalla sua il secondo miglior tiratore del campionato, quel Filip Kruslin che avrà diverse responsabilità su ambo i lati del campo.Â
Tuttavia, oltre a quanto diventato ordinario, i playoff chiedono di più. E allora Sassari, in attesa di ritrovare un PalaSerradimigni che può essere vero e proprio fattore, dovrà avere qualcosa in più sia dalla panchina, che da situazioni di uno contro uno a giochi rotti. Senza forzature e senza accontentarsi, con il coraggio di chi vuole lasciare il segno in una serie non come le altre. Â
Matteo Cardia














