Dieci settembre, City of Cagliari, finale contro Milano. La Dinamo Sassari perde 63-83 una partita in cui le cortissime rotazioni e i chili degli avversari soprattutto nel pitturato diventano aspetti determinanti. Domenica 3 dicembre, Sassari incontrerà nuovamente sulla sua strada l’Olimpia Milano di Ettore Messina. Una partita che si trasforma in un test per capire se dopo la vittoria su Scafati la cura decisa da coach Piero Bucchi può ancora funzionare, ma anche una sfida in cui Stephane Gombauld potrà confermare i suoi passi in avanti.
Passato recente
In quella sera di settembre sul francese aleggiavano ancora dubbi. Lungo sì, robusto poco. Piedi veloci sì, mani educate altrettanto, ma tanti dubbi sull’adattamento alla fisicità del campionato italiano e alla Bcl. Domande che si scontravano però con un dato di fatto, la voglia del giocatore di togliersi di dosso la veste del talento non sbocciato, dell’occasione persa dopo tutti i passaggi nel progetto della federazione francese che coccola ed educa i talenti transalpini. Una voglia resa palese dall’arrivo in anticipo in Sardegna rispetto alla data d’inizio della preparazione estiva, un segno di come il salto Oltralpe nella testa di Gombauld fosse già considerato importante. Il primo test contro Milano non fu dei più semplici per l’ex Nancy, stretto nella morsa a rimbalzo dalla batteria di lunghi meneghini. Anche se qualche lampo, a cavallo tra i quarti centrali, diede alcuni indizi su un giocatore poco malizioso, ma potenzialmente utile per caratteristiche adattabili e ideali a un gioco della Dinamo indirizzato verso alti ritmi. Da quella nottata cagliaritana in poi qualcosa è sembrato cambiare, complice il lavoro di Bucchi e del proprio staff. Almeno nello sguardo di un giocatore apparso a volte timido ma che a poco a poco, a partire dal torneo giocato a Tel Aviv, ha cominciato a prendere coscienza della propria importanza nello scacchiere biancoblù.
Crescita
L’impatto con la Lba, così come in Bcl, non è stato comunque dei più semplici. Ma la possibilità di alternarsi con Diop nelle prime cinque giornate, malgrado le difficoltà generali della Dinamo, ha coperto gli alti e bassi del giocatore classe ‘97. Giocate positive in attacco, con i movimenti da rollante via via sempre più efficaci, ma soprattutto la capacità di leggere i movimenti del pallone e cambiare posizionamento con buone tempistiche per mantenere o ottenere un vantaggio sull’avversario. Dall’altra però qualche difficoltà in difesa, sia nell’aiuto aggressivo e nel recupero, che a rimbalzo contro avversari di maggior esuberanza fisica in Europa e in Italia. Il momento difficile dello spogliatoio, ma soprattutto l’infortunio di Diop hanno però reso necessario un definitivo cambio di passo. Senza il centro senegalese, il tasso di responsabilità sulle spalle del lungo francese si è alzato. Non c’è stato però un risvolto negativo, ma la risposta in cui Bucchi sperava. Con la condizione mentale che è sembrata essere accompagnata da una fisica sempre migliore, resa probabilmente possibile da un minutaggio in ascesa e simile a quelli avuti negli ultimi anni nelle prime due leghe di Francia. Quadro che non ha escluso Gombauld dal vortice in cui Sassari è sembrata sprofondare, ma che l’ha fatto apparire come uno dei primi a poter remare in direzione contraria. Così è accaduto con Ludwigsburg all’andata, poi con Trento e infine con Scafati, tra mani lunghe a disturbare le linee di passaggio, protezione del proprio ferro e feeling con il canestro. Con la gara totale giocata contro i campani che ha visto il tabellino recitare 20 punti, 8 rimbalzi, 6 stoppate, 3 assist in 35’ (minutaggio più alto fatto registrare in stagione) sul parquet per un 34 di valutazione. Statistiche unite a quello che i numeri non dicono direttamente, come le uscite alte sugli show difensivi che hanno tolto respiro e visione a Strelnieks e Robinson sui pick&roll e soprattutto i due liberi nel finale segnati a sei secondi dal termine a chiudere definitivamente la sfida contro la Givova.
La sensazione è che il francese sia al momento la scommessa su cui Pasquini e Bucchi abbiano visto più lungo in estate. I margini di miglioramento esistono, perché i muscoli a volte hanno un’influenza su quello che accade in campo soprattutto sotto le plance. E in quel lato del campo dove la furbizia conta un po’ di più, Gombauld deve ancora crescere per colmare quel gap contro avversari, come nell’ultimo caso Nunge, che possono provare a usare le maniere forti per vincere la lotta. Tagliafuori, carattere e scaltrezza potrebbero creare il mix giusto per avere ulteriori risposte da un giocatore che nella gara di domenica 3 dicembre contro Milano può vedere un nuovo esame. Per segnare la differenza tra passato recente e presente e per continuare ad aiutare una Dinamo che ha bisogno di acquisire ancora fiducia nelle proprie potenzialità .
Matteo Cardia














