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Dinamo Sassari, senza cuore e intensità la strada si fa in salita 

La guardia della Dinamo Sassari Breein Tyree | Foto Luigi Canu
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Guardarsi indietro o guardare avanti? Sentire la pressione di chi vorrebbe arrivare o trovare le forze per tornare a essere ambiziosi? La Dinamo Sassari è a metà di quella strada chiamata classifica e che al momento per i biancoblù prende i tratti di un purgatorio in cui Gentile e compagni si presentano come la massima espressione del girone degli up&down. A Brescia, in un PalaLeonessa di per sé difficile da espugnare, Sassari verso il basso si è buttata però a capofitto. In una traiettoria rischiosa che almeno dentro la partita è sembrata far toccare il fondo a un gruppo ancora alla ricerca di un’identità.

Limiti

“Quale partita?”. Il commento iniziale di coach Piero Bucchi in sala stampa dopo il 110-65 finale a favore della squadra di Magro spiega più di ogni altra cosa lo stato d’animo dopo i 40’ passati sul parquet. Una sfida in cui la notizia, oltre ad aver toccato il -50 più di una volta nel corso della gara, è quella che neanche l’esperto tecnico sia riuscito a dare una scossa alla squadra almeno sul piano dell’orgoglio. Le partite con Scafati e Milano, ma anche la sconfitta con l’Aek in Bcl, avevano spiegato come senza intensità e soprattutto sfacciataggine nei confronti anche dei propri limiti, la Dinamo non potesse essere competitiva contro squadre in un momento diametralmente opposto a livello di umore o di profondità e qualità del roster. Sopperire agli imprevisti con la collettività, con la collaborazione su ambo i lati l’unico modo per venire a capo di una situazione più che spinosa e allontanarsi dalla zona rossa. Le ultime due vittorie interne apparivano come una sorta di ribellione alle problematiche date dagli infortuni e avevano dato l’impressione che Sassari fosse andata oltre quella mancanza di serenità che dentro a una gara è fondamentale per respingere gli avversari o restare a galla con un canestro in un momento difficile. Ma contro una Brescia in piena fiducia e con percentuali irreali sin dal primo possesso, il castello è crollato troppo facilmente.

Intensità

La Germani è andata a una velocità doppia di pensiero e di passo, con la fiducia al tiro che è stata una conseguenza dell’atteggiamento pressoché perfetto su ambo i lati presentato dagli uomini di Magro. Ci sono però due aspetti che possono sottolineare come Sassari sia incappata in intoppi già osservati in altre sfide come quella con Tortona o contro Ludwigsburg in Bcl, quando la squadra si è quasi arresa al suo destino. Il primo è qualche scambio di parole di troppo non sereno tra compagni osservato nel secondo quarto, pur comprensibile ma mai bello da vedere; il secondo – meno evidente, ma più esplicativo – il fatto che Sassari abbia chiuso il primo tempo con 5 falli di squadra, due nel primo e tre nel secondo periodo. E che quindi non ci sia stata neanche una reazione nervosa della squadra, che non è arrivata neanche a usare le maniere legali, ma forti, per mettere un freno a degli avversari che in 20’ hanno segnato 62 punti. Difetto che si è fatto sentire anche in attacco, in cui, al di là dei buoni tiri creati nel primo quarto e alcune buone letture in transizione, Sassari si è completamente disunita non riuscendo mai a ribaltare il lato e creare dei vantaggi a difesa schierata dal palleggio. Finendo così per andare verso un accontentarsi nelle scelte al tiro, sfociate spesso in soluzioni personali che hanno portato verso la peggior prestazione stagionale.

Futuro

Non eravamo fenomeni dopo Milano, non siamo sfigati oggi” ha chiuso rapidamente Bucchi davanti ai microfoni. Una constatazione equilibrata, che però deve essere compresa definitivamente dal gruppo costruito in estate. Resta chiaro il fatto che quando gli impegni si accavallano e il livello degli avversari sale, il peso delle assenze e di un roster piuttosto corto si trasforma in un macigno impossibile da sopportare. Ancor di più se, al di là delle difficoltà dell’ex Wurzburg, chi manca avrebbe dovuto comporre il principale asse play-pivot ovvero Whittaker e Diop. I termini del recupero dai rispettivi infortuni sono ancora imprecisi, anche se dicembre dovrebbe essere il mese di rientro di entrambi. Il quadro attuale rende tuttavia quasi obbligatoria una riflessione sul futuro del gruppo. Le sfide a cavallo tra la prossima settimana e quelle che anticiperanno il Natale sembrano tradursi in un vero e proprio crocevia per la Dinamo. Sassari ha 8 punti in classifica, con due vittorie di vantaggio sulla zona rossa e due di svantaggio dai playoff. Contro una rivitalizzata Brindisi, che nell’ultimo turno ha battuto Varese nel match-salvezza e ora ha quattro punti così come Treviso, domenica 17 dicembre il Banco avrà il dovere di rispondere all’appello davanti al proprio pubblico e rendere meno aperta la lotta salvezza. Ma la settimana sarà fondamentale anche per continuare il proprio percorso in Champions League. Stettino il 20 dicembre sarà al PalaSerradimigni con un vantaggio di 8 punti che i biancoblù dovranno ribaltare per accedere ai play-in, vista la larga vittoria contro Ludwigsburg dei polacchi. Un compito non impossibile, soprattutto se Gentile e compagni riusciranno a trasportare il pubblico dalla propria parte. Il supporto però andrà conquistato passo dopo passo, senza che la corsa si trasformi in cadute in picchiata che possono far male ad ambiente e gruppo di lavoro.

Matteo Cardia

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