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Dinamo Sassari, ritrovare l’aggressivitĂ  per rimettersi in corsa

Whittaker e Charalampopoulos a colloquio | Foto Luigi Canu
Whittaker e Charalampopoulos a colloquio | Foto Luigi Canu
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Due sconfitte diverse tra loro. Non solo per gli uomini in campo, ma per la pallacanestro a tratti giocata e per quello che più che nella prima è mancato nella seconda gara. La Dinamo Sassari è tornata da Cremona con il secondo dispiacere stagionale, in una sfida che ha confermato le difficoltà della prima uscita.

Frangenti

Un passo in avanti e un passo indietro. Nell’esercizio involontario di ballo della Dinamo in casa della Vanoli c’è tutto il riassunto del momento difficile vissuto dai biancoblù. Più volte nell’arco dei 40’ giocati a una buona azione dall’una o dall’altra parte del campo è seguito un errore. Sbagli, che alla fine dei conti, si pagano sempre o quasi, lasciando tra la mente di chi mette piede sul parquet incertezze che diventano più pesanti, soprattutto dentro a una squadra ancora in costruzione. Per lucidità e per intensità non è la Dinamo che probabilmente Bucchi avrebbe voluto vedere e avere. E non è la Dinamo che per caratteristiche anche di alcuni elementi si vedrà in futuro. Sassari al momento riesce a spingere a intermittenza in transizione, alterna attacchi fluidi e collaborativi ad azioni con spaziature da rivedere e con soluzioni tardive. Ma soprattutto, nel complesso, è poco aggressiva su ambo i lati del campo. Una situazione più evidente sul lato difensivo e in particolare per le difficoltà vissute dagli esterni, e che è parsa più chiara nell’ultima gara soprattutto in due frangenti, in cui l’attitudine è venuta a scontrarsi con l’andamento della gara: prima nel secondo periodo, quando la squadra ha avuto due possessi per trovare il primo vantaggio in doppia cifra senza saperli sfruttare, poi tra terzo e ultimo quarto quando Cremona ha dato la vera e propria spallata alla gara senza che Sassari trovasse un filo conduttore per la rimonta. Filo che sarebbe dovuto essere il continuo della tela tessuta in un’estate che invece ha avuto effetti ora poco visibili, con “sinergie, intese e collaborazione” per usare le parole di coach Bucchi a cui dare forma. Una tela, insomma, da rammendare nonostante ci si trovi solo all’inizio di un percorso, in cui oltre al piano puramente cestistico il lavoro profondo andrà fatto anche su quello psicologico per avere un impatto forte e duraturo sulla gara.

Viaggio

Resta necessario dire, in ogni caso, che la Dinamo abbia cominciato il proprio viaggio senza alcuni passeggeri fondamentali a bordo. E che sia nell’aspetto citato il problema principale, motivo per cui è presto spingersi verso altre considerazioni. Anche per questo nella sfida contro l’ex coach Demis Cavina il più delle cose positive si è visto da chi nella macchina biancoblù c’era già da tempo, come Stefano Gentile e, specialmente nel finale dal punto di vista offensivo, Ousmane Diop. Nell’ultima settimana però a bordo è salito Vasilis Charalampopoulos e alcuni effetti si sono visti, soprattutto nel primo tempo. Sassari è potuta andare dal greco in post-up aprendo così spazi sul perimetro, ma ha avuto dall’ex Pesaro, al di là di alcuni evidenti lapsus e di una condizione fisica non ottimale, qualcosa anche nella protezione del ferro. Serviranno diverse partite per avere dal greco quanto atteso, così come per un McKinnie che in Lombardia ha mostrato in più momenti quanto l’adattamento al basket europeo soprattutto a difesa schierata debba ancora verificarsi. Contro Treviso, sabato 14 alle 19.30, Sassari oltre ad attendere l’esordio possibile di Tyree, aspetta però anche una prova più consistente di Whittaker (al momento primo in Serie A per palle perse con una media di 4,5 a gara), ancora alla ricerca di quella vigoria e di quelle letture che servono alla Dinamo per alzare il proprio livello di intensità. Un discorso che vale anche però per il resto del gruppo, da Gombauld a Treier passando per Kruslin, che davanti al proprio pubblico dovrà provare a schiacciare il piede sull’acceleratore per arrivare anche con fiducia all’esordio in Bcl fissato per martedì 17 ottobre in Polonia.

Matteo Cardia

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