Dal mese delle possibilità a quello delle certezze. Nei trentun giorni di marzo, la Dinamo Sassari ha superato gli ostacoli posti da una pausa arrivata in quello che sembrava il proprio momento migliore e pesanti infortuni che ancora la limitano, ma soprattutto ha saputo trasformare la propria classifica. Quarto posto in solitaria, differenza canestri a favore con Tortona e con tre delle quattro squadre che occupano le restanti posizioni che valgono i playoff. Un quadro generale che consente ai sassaresi di essere completamente padroni del proprio destino. Anche se nelle ultime sette partite non mancheranno le sfide difficili, a partire da quella con la Tezenis Verona di domenica 2 aprile.
Banco di prova
“Sarà una partita tosta”, ha affermato coach Piero Bucchi nella consueta conferenza stampa dell’antivigilia (qui per leggere le sue parole). Quella con la Tezenis è una sfida che può rappresentare il classico testacoda. Sassari ha però già dimostrato che la propria forma mentis è l’arma in più rispetto agli inizi di stagione, quando stabilità e continuità non erano parole osservabili nel dizionario dei sassaresi. Il glossario biancoblù però è cambiato, l’ultima prova con Tortona lo ha nuovamente confermato e a Scafati aveva dimostrato di contenere i termini giusti per le sfide con avversari alla ricerca di punti pesanti. Così come in Campania, i biancoblù avranno a che fare con un gruppo che deve lottare per mantenere la Serie A e che soprattutto sarà spinto da un pubblico che rigetta l’idea di dover abbandonare dopo un solo anno il palcoscenico della A1. La squadra isolana al Forum di Verona dovrà dunque partire da un buon approccio per strappare quella che sarebbe l’ottava vittoria di fila. Una sorta di assioma che vale sia sul piano mentale, che su quello del gioco.
Aggressività
Verona è una squadra che sa partire in maniera aggressiva. Le partite poi perse con Venezia e con Varese – nell’ultimo turno – ne sono un esempio. Agli uomini di Ramagli è mancato solo quel centesimo in più per sbloccarsi. Con Sassari sarà una delle ultime chiamate per farlo, perché la classifica nelle retrovie è corta e i segnali di vita di Scafati, Napoli e Reggio Emilia obbligano i veneti a cominciare ad accelerare. La Tezenis è una squadra che compensa la minore stazza rispetto agli avversari con intensità e forza fisica. Caratteristiche che spiegano i 10,8 rimbalzi offensivi a gara di media e gli 8,1 palloni recuperati, anche se la seconda statistica si scontra con quella che vede i gialloblù come la seconda peggior difesa del campionato (86,8 punti subiti a partita). Gli uomini di Ramagli non hanno un attacco tra i più prolifici del campionato, 79,1 punti di media con appena il 32% dall’arco, ma tra le proprie fila hanno diversi giocatori che sanno far male. A partire da Alessandro Cappelletti, giocatore che ha confermato le attese dopo il salto dalla A2 e che Ousmane Diop, suo ex compagno di squadra ai tempi di Torino, ha definito come uno dei migliori playmaker del torneo (qui tutte le dichiarazioni del centro senegalese). Oltre al playmaker, Verona ha avuto in Anderson l’uomo più continuo a livello offensivo – 15,7 punti di media a partita – e nel tempo ha aggiunto elementi al proprio roster che hanno alzato sulla carta il livello della squadra tra cui un giovane di prospettiva come Giordano Bortolani e l’ex Tortona Jamarr Sanders. E ancora Davis, visto in stagione a Napoli, e l’ultimo arrivato Simon, giocatori che però hanno nel lato difensivo le loro doti migliori. C’è poi Taylor Smith, lungo che sfiora i due metri ma controbilancia la situazione con la propria fisicità (7,4 rimbalzi a cui si aggiungono 11,5 punti a partita).
Dettagli
I particolari, come affermato da coach Bucchi, saranno fondamentali nella gara dell’Agsm Forum. A partire dal lavoro con i tagliafuori in difesa per impedire a Verona di avere extra possessi e di prendere così fiducia nel corso dei 40’. Aspetto che sarà cruciale anche per provare a gestire i ritmi offensivi nel miglior modo possibile, con l’obiettivo di leggere al meglio le diverse situazioni – compito in cui Dowe e Gentile avranno responsabilità in più – e trovare da subito quella fluidità vista nel secondo tempo contro Tortona. Le nuove probabili assenze di Robinson e Jones, a cui si aggiungono i problemi di Kruslin, porteranno ancora coach Bucchi a chiedere di più a uomini come Raspino e Chessa. Servirà dunque amministrare bene le forze ed evitare forzature per non lasciare il fianco scoperto agli avversari e per avere la giusta dose di lucidità negli ultimi dieci minuti di gara che potrebbero essere ancora una volta decisivi.
Matteo Cardia














