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Dinamo Sassari, Reggio insegna: per vincere contano i dettagli

Un momento della sfida tra UnaHotels Reggio Emilia e Banco di Sardegna Dinamo Sassari | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Anche nella pallacanestro sono i dettagli a fare la differenza, a diventare fondamentali nell’economia del gioco. Ancora di più nell’arco di una partita mai banale come quella tra Reggio Emilia e la Dinamo Sassari. Come nell’andata della sfida, nel rispetto di una tradizione che ormai dura da anni, la gara ha preso una piega favorevole alle emozioni e all’incertezza, con solo gli ultimi minuti del supplementare a decretare l’85-81 finale.

La gara

Classifica e statistiche sono state rispettate. Perché la gara non poteva che essere equilibrata sin dall’inizio tra due squadre appaiate in molte delle classifiche individuali – su tutte quella degli assist e della valutazione con Cinciarini e Robinson – ma anche di squadra. Nel lungo periodo è stata la Unahotels a fare meglio rispetto al Banco, mentre sono stati i biancoblù a partire bene grazie a un Kruslin entrato subito in ritmo partita su ambo i lati del campo. Cinciarini però dopo pochi minuti ha preso sulle spalle la propria squadra dimostrandosi capace di organizzare per gli altri e di lasciare il segno lontano e vicino canestro, aiutato da un Hopkins sempre dentro il match e dall’esperto Baldi Rossi. La Dinamo nel secondo periodo ha provato ad andare via servendosi della precisione di Bendzius e la classe senza tempo di Logan. Reggio però è rimasta lì, brava a sfruttare le amnesie difensive iniziali su una giocata veloce di blocco del bloccante in situazioni di pick&roll e ad approfittare della mancata comunicazione sugli aiuti sassaresi. Nella prima parte del secondo tempo i biancoblù hanno avuto tanto da Burnell e Diop. E nonostante la fretta in alcune situazioni sia stata cattiva consigliera, la squadra non ha smesso di cercarsi e non si è abbattuta nonostante la crescita della squadra di Caja sotto il punto di vista dell’intensità. Condivisione e carattere sono state le armi che hanno consentito alla squadra di Bucchi, nonostante il quarto periodo di Strautins e il dominio concesso agli avversari sotto le plance sassaresi, di avere un tiro aperto sul -3 a undici secondi dalla fine che tra le mani di Bendzius è diventato il pallone del 71 pari che è valso l’overtime. Negli ultimi cinque minuti però il copione non è cambiato e la maggiore energia di Reggio Emilia è venuta fuori dopo un primo tentativo riuscito di ricucire lo strappo. Il gioco da quattro punti di Strautins e una palla persa sul tentativo di servire l’ala lituana di Sassari da parte di Robinson hanno messo la parola fine alla contesa. 

Distrazioni

Ancora una volta il finale di gara non ha sorriso al Banco di Sardegna, che non perdeva due partite di fila dallo scorso dicembre. Due sono state le evidenti problematiche di una Sassari comunque rimasta sempre in partita contro un’avversaria che sta vivendo un ottimo periodo di forma tra campionato ed Europa. Per la prima volta dopo tanto tempo la gara a rimbalzo è stata nettamente persa: ben 41 i palloni raccolti dai padroni di casa, di cui 14 in attacco, 6 del solo Strautins, con Sassari che ne ha invece tirato giù 30, di cui solamente 2 offensivi. Numeri che parlano di un’aggressività diversa e di una protezione dell’area rimasta per tutti i 45 minuti di gioco da parte della squadra di Caja. Un dettaglio sottolineato anche da coach Bucchi nella conferenza stampa post partita (qui le parole del tecnico) e che è stato decisivo insieme alla mancata comunicazione in alcuni frangenti decisivi in difesa. Eppure, nonostante i problemi, la Dinamo è sempre rimasta lì. Una realtà sintomo di una squadra di alto livello che deve tuttavia limare i dettagli se vuole centrare gli obiettivi dichiarati. La chiave principale, oltre a risolvere i problemi sotto le plance, continua a essere quella volontà di essere squadra come dimostrato dall’azione del tiro del pareggio di Bendzius. Il lituano è stato il porto sicuro a livello offensivo, così come un ritrovato Logan. Dopo l’exploit di Trieste, Gerald Robinson ha perso un po’ di smalto e per ritrovarlo avrà bisogno di uno Stefano Gentile più continuo e meno approssimativo in attacco. Tutto in attesa dell’inserimento definitivo di un Miro Bilan poco protetto dalla terna arbitrale in alcuni frangenti ma che soprattutto nei primi due quarti ha fatto capire come in attacco possa diventare un fattore nella Dinamo che lotta per arrivare a una buona posizione tra le prime otto in classifica.

Matteo Cardia

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