Salire nonostante il vento e la forza della montagna che ti respinge, arrivare vicini alla cima ma mancare nell’ultimo passo per la conquista della vetta. La Dinamo Sassari ha fatto capire ancora una volta di saper soffrire e di reagire ma contro Venezia è mancato l’ultimo colpo di reni per quei due punti che avrebbero potuto significare quarto posto.
Episodi
Quella del PalaSerradimigni è stata una partita più spigolosa che bella, diversa da quelle che di solito hanno caratterizzato quella che la società sassarese ha definito il clasico. Venezia ha optato per la concretezza, facendo i conti con le proprie rotazioni corte ma nascondendole dietro le spalle larghe di Watt, Brooks e soprattutto Stone, giocatore fondamentale per De Raffaele al di là delle cifre. La Dinamo ha avuto ancora una volta difficoltà al tiro, nonostante la circolazione di palla in alcune situazioni sia stata di buon livello. È stata soprattutto la zona però il problema per una Sassari che nel primo tempo si è affidata a Bendzius e Bilan per non sprofondare. Il terzo periodo è stato ancora una volta il manifesto delle capacità di Sassari di aumentare i suoi giri al momento giusto ma e di essere un gruppo che può andare oltre le giornate no dei singoli, su tutte quella di Kruslin. Logan è stato l’esempio seguito dai compagni fino a quando il Banco è arrivato ad impattare sul 53 pari nel quarto periodo sulla seconda giocata in 34 minuti dell’asse Robinson-Bilan. La Dinamo ha provato a sfruttare un’inerzia che sembrava girare a suo favore ma i troppi errori al tiro e la costanza mentale di Venezia hanno fatto la differenza, costringendo la squadra di Bucchi a un altro finale complesso dove sono usciti definitivamente la stanchezza e il talento di Brooks, decisivo con due punti e un rimbalzo offensivo negli ultimi sessanta secondi di contesa.
Ultime fasi
La sconfitta pesa nel tentativo di conquistare il quarto posto, anche se la Dinamo continua ad avere una partita in meno che recupererà il 6 maggio contro la corazzata Virtus Bologna sempre più prima. Tortona è tornata a vincere e si è ripresa momentaneamente il quarto posto, Venezia è al quinto ma dall’altra parte le sconfitte di Reggio Emilia e Pesaro non hanno complicato i piani degli uomini di Bucchi che il 24 aprile avranno una importante e complessa trasferta a Napoli. Contro la squadra di Buscaglia la Dinamo dovrà ritrovare fiducia nel tiro da fuori, tornando però anche sopra il 50% all’interno dell’area (contro Venezia appena sopra il 44) e ricaricare le pile – con un occhio d’attenzione per Robinson che ha avuto problemi importanti negli ultimi giorni prima della partita. I biancoblù dovranno però soprattutto essere capaci di calarsi nella mentalità di un avversario che cerca ancora punti per salvare la propria annata dopo un buonissimo inizio nonostante i gradi di neopromossa. Servirà energia difensiva ma soprattutto quel cinismo che contro la Reyer sarebbe stato nei momenti in cui sarebbe bastato un episodio o un canestro per cambiare le sorti della contesa. Tuttavia, non è tutto finito. La scalata in classifica, per quanto complessa, potrebbe essere ancora possibile cambiando versante della montagna.
Matteo Cardia














