“Per noi è importantissimo, difensivamente è fondamentale”. Bastano le parole di coach Piero Bucchi per capire l’importanza di Filip Kruslin nella Dinamo Sassari immaginata dal coach bolognese. Una fiducia che per il momento sta pagando con gli interessi, perché l’esperta guardia croata sta attraversando probabilmente uno dei suoi migliori momenti con la maglia biancoblù. Non solo a livello difensivo, ma anche sull’altro lato del campo.
Inizi
Eppure, la stagione dell’ex Cedevita non era partita nel migliore dei modi. Kruslin era rimasto coinvolto come tutto il resto della squadra in quelle prove piuttosto negative che hanno caratterizzato la prima parte del campionato. Con una rabbia spesso anche indirizzata nei confronti di sé stesso e mai nascosta più di tanto da un giocatore che fa parlare anche il corpo nei momenti di sconforto. Bucchi però ha sempre avuto un occhio di riguardo per un elemento dello scacchiere biancoblù che a livello difensivo è sempre stato il più affidabile tra i suoi, anche nella passata stagione. Dopo l’addio nell’estate del 2020, il ritorno del croato in maglia biancoblù era coinciso con l’approdo in Sardegna dell’esperto coach bolognese, lo scorso novembre. Non un’operazione unica ma separata, con i due che però si sono presto sintonizzati sulle stesse frequenze. A mancare sembrava solamente essere una certa costanza al tiro dall’arco di Kruslin, altra caratteristica del pacchetto offerto dal giocatore approdato per la prima volta sull’Isola quando sulla panca biancoblù sedeva Gianmarco Pozzecco, che lo aveva voluto durante l’esperienza in Croazia insieme a Miro Bilan. Una continuità che anche nella stagione 2022-23 sembrava ancora assente, viste alcune buone prestazioni come quella con Treviso (75% da tre) alternate ad alcune meno positive (1 su 5 a Trieste, appena il 20%).
Cambio di ritmo
Proprio dopo la gara con Trieste e la conseguente pausa di novembre, anche Kruslin ha cambiato il proprio passo. Un miglioramento sia dal punto di vista difensivo, dove il croato è tornato a far vedere di potersi assumere le proprie responsabilità con le guardie avversarie più forti, ma soprattutto alla voce tiro, con scelte migliori che hanno preso un maggior spazio rispetto alle forzature. Una situazione per cui i meriti non vanno solo al croato, ma a una squadra intera che dal penultimo mese dell’anno ha avuto più facilità a sfruttare il proprio carico offensivo perimetrale. Un cambio di vedute che sta facendo rendere al meglio l’ex Cedevita, che non ha mai tirato così bene in Lba: al momento la percentuale complessiva dai 6,75 è del 51%, ma nelle ultime sette gare – dove Kruslin supera i 12 punti di media – la percentuale va oltre il 66%. Con le prove contro Reggio Emilia e Brindisi decisive ai fini delle vittorie finali, e una gara contro Napoli giocata provando a trascinare i compagni almeno in attacco nei momenti più complessi.
In una Dinamo che vede il suo baricentro spostato sul perimetro, l’importanza di Kruslin è cresciuta. Le complicazioni portate dagli infortuni, sia prima che durante la stagione, hanno obbligato il croato a provare a far aumentare il proprio impatto. La costanza di rendimento è stata il maggior ostacolo per l’intero gruppo dei sassaresi, una situazione che in alcuni momenti ha rischiato di allontanare l’ambiente dalla squadra. Le ultime prove, al di là della sconfitta con Napoli (qui l’analisi) sembrano aver fatto tornare tutto in ordine, malgrado le difficoltà diverse rispetto agli anni passati in una Lba più equilibrata. E una fetta di merito va proprio al croato, che non ha mai tirato i remi in barca nonostante le difficoltà. Tuttavia, per raggiungere i playoff la Dinamo avrà bisogno di tutti e anche della continuità di un Filip Kruslin che al momento rappresenta al meglio il leitmotiv della Sassari di oggi: intensità in difesa e precisione in attacco. Gli elementi necessari per provare a prendersi un posto tra le prime otto della classe a fine anno.
Matteo Cardia














