Capello biondo e sguardo glaciale, ma solo apparentemente silenzioso, perché in campo Eimantas Bendzius si fa sempre sentire in qualche modo. Più sornione che taciturno l’uomo venuto da Klaipeda, fredda città di mare lituana, bravo a far credere che fosse arrivato il momento di lasciare la copertina agli altri, mentre in realtà aspettava solo il momento giusto per riprendersi il suo scettro. Un momento arrivato contro Tortona, squadra che già in Supercoppa aveva capito prima di tutti con chi aveva a che fare.
Respiro
Il ritorno degli infortunati, a partire da Treier, e la crescita generale della squadra avevano concesso all’ex Rytas Vilnius di prendere un po’ di respiro nell’ultimo periodo. Non tanto dal punto di vista del minutaggio – che rimane il più alto anche oggi con oltre 30’ di media sul parquet – ma sotto il profilo delle responsabilità offensive. L’assetto avuto da novembre in poi ha permesso al lituano di tornare a essere protagonista nel modo preferito, quello di essere parte finale di un processo più lungo e armonioso nella gestione del possesso offensivo. E che spesso ha corrisposto con l’essere messo in ritmo da oltre l’arco, in uno spazio creato da un movimento senza palla dello stesso classe ‘90 oltre che da quello altrui. Qualcosa di letale per gli avversari, che hanno provato in tutti i modi a rendere meno comoda la situazione al lituano. A volte anche riuscendoci, con scelte che hanno lasciato però inconsapevolmente strada aperta agli altri interpreti biancoblù. E che non hanno di certo escluso Bendzius da avere un impatto sulle gare, anche in partite in cui la doppia cifra abituale – 14,5 i punti di media fino a qui – non è arrivata, come quelle con Venezia, 8 punti ma anche 6 rimbalzi e la tripla che ha chiuso la contesa, e Scafati. Con il lituano che ha provato così anche a fare un passo in avanti in difesa, malgrado il tentativo degli antagonisti di turno di attaccarlo nello sforzo di togliere fiducia e sicurezze sull’altro lato del campo. Senza però riuscirci completamente.
MentalitÃ
D’altronde, coach Piero Bucchi aveva compiuto il lavoro più importante sull’ala lituana già nella scorsa stagione. Mettendolo nuovamente al centro dell’attacco sassarese, facendolo diventare un porto sicuro per i biancoblù nei momenti più complessi e di poca armoniosità nei possessi. Un percorso utile anche durante l’annata in corso, soprattutto a livello mentale, quando all’inizio la presenza di Onuaku aveva cambiato il funzionamento delle spaziature oltreché gli umori dello spogliatoio. Con Bendzius che poi ha saputo recuperare in fretta fiducia e tornare a essere decisivo nel momento in cui la squadra e la situazione glielo hanno chiesto, come nell’ultima domenica di campionato.
Film
L’inizio della sfida contro gli uomini di Ramondino sembrava preannunciare una serata difficile. Malgrado l’evidente approccio aggressivo, soprattutto dal punto di vista offensivo, la mano del lituano non è stata subito calda. La chiave però è stata quella di non rifiutare mai l’opportunità che si presentava, tenere alta la testa nonostante gli errori, senza perdere la consapevolezza che dalla propria prova offensiva stavolta poteva passare l’esito della sfida. Una fiducia che poi nel secondo tempo ha avuto gli esiti sperati, con cinque triple delle sei realizzate tutte segnate all’interno degli ultimi 20’ di gioco. Con quella finale arrivata in transizione per l’83-67 che ha fatto esplodere il PalaSerradimigni e scorrere i titoli di coda sulla gara a più di due minuti dal suono dell’ultima sirena. Un film già visto da Tortona in Supercoppa, quando proprio una bomba del lituano fu decisiva per accedere alla finale con la Virtus Bologna, e all’andata di campionato, quando invece a cambiare l’inerzia della gara fu un gioco da 4 punti del numero 20 nei minuti conclusivi della contesa, ma di cui è stato impossibile impedire l’ennesima replica. Per la gioia, invece, di un PalaSerradimigni che spera di non allontanarsi mai da quello schermo.
Matteo Cardia














